Tiramisù vegan e senza glutine

Tiramisù vegan e senza glutine

Il veganismo, prima che una scelta dietetica, è (o meglio, dovrebbe essere) una scelta etica ed esistenziale. Il rifiuto di ogni forma di sfruttamento e di crudeltà verso gli animali non ha implicazioni soltanto nel piatto, ma in tutti gli aspetti della propria vita.
Quindi, il veganismo integrale rifiuta anche quei prodotti (cosmetici, farmaci, arredi, abbigliamento, ma non solo) che derivano dallo sfruttamento del regno animale.
Anche i circhi. Soprattutto i circhi.

Io sono una vegana integralista su questo. Detesto i circhi in cui gli animali sono costretti a svolgere, per il puro divertimento umano, esercizi contro natura, ad assumere atteggiamenti umanoidi al limite del tollerabile. E gli zoo. Quegli occhioni tristi delle scimmiette nelle gabbie del vecchio parco giochi (erano gli anni Settanta) del Castello di Abbiategrasso mi rattristavano ogni volta.
Le guardavo col magone, pensando alla tremenda ingiustizia di starsene lì, a guardare quelle facce curiose che le scrutavano, così simili e diverse da loro, e quel clima umido e freddo, umido e caldo, a stagioni alterne.

Questo mese di questo anno mi sto mettendo alla prova con la mia Vegan Challenge, e sto sfornando esperimenti vegan a nastro. Da quando poi ho letto che la dieta vegan sarebbe quella più adatta ad aumentare le buone performances al lavoro, ho una ragione in più per esplorare quella che, più che una dieta, è uno stile di vita.
Gli studi più recenti, usciti proprio pochi giorni fa, pare dimostrino come la dieta vegana sia associata a bassi livelli infiammatori, che sono invece innescati dai cibi troppo raffinati, tipicamente quelli che mangiamo (ahimè troppo velocemente) durante un normale pranzo nell’ora di pausa. Meno infiammazione significa meno energie che il nostro cervello deve impiegare a processare cibi troppo raffinati, e che può usare quindi per fare altro.

Sebbene io non abbia ancora fatto esperienza di questo miracoloso aumento di energia (ma sospetto che siano le poche ore di sonno che mi annebbiano già prima di mezzogiorno), ammetto che questi esperimenti sono per me fonte di gran divertimento.

Oggi vi lascio un’idea di Tiramisù vegan e senza glutine, preparato tra l’altro velocissimamente e a sforzo quasi zero e usando, per iniziare, il procedimento della crema all’arancia che ho pubblicato su Instagram ma non qui (.. sono incorreggibile!). Insomma, poco impatto anche sull’ambiente e sui piatti da lavare. Naturalmente non immaginate di riprodurre il ricco (e grasso) sapore tondo del mascarpone, amalgamato con l’uovo, da cui emergono le note amarognole del caffè. Questo tiramisù è un’altra cosa.

Se riuscite a non avere pregiudizi, ed amate quel certo non so che che dà l’aroma della mandorla, vedrete che questo tiramisù lo apprezzerete eccome, anche perchè è superlight (qualora ne aveste bisogno).

Ingredienti (per 4 bicchieri monoporzione come quelli in foto):
450 g latte di mandorla (io ho usato questo)
35 g fecola di patate
45 g zucchero
45 g olio semi
2/3 tazzine di caffè (poco) zuccherato
cacao ed eventualmente scaglie di cioccolato per decorare
biscotti vegan e senza glutine (io ne ho messi 4 per bicchiere ma erano sottili, voi regolatevi sulla base del tipo di biscotti che userete)

Preparazione:
Sciogliete la fecola in una ciotolina usando un poco del latte totale, in modo che si sciolga bene evitando così i grumi.
Mettete in un pentolino sufficientemente capiente il resto del latte, lo zucchero, l’olio e la fecola ormai sciolta.
Accendete il fornello ed a fuoco medio basso portate il composto a sfiorare l’ebollizione, sempre mescolando con una frusta a mano.

Appena sfiorerà il bollore e la crema tenderà ad addensarsi, spegnere subito ed allontanare il pentolino dal fornello, continuando a mescolare con la frusta.
La crema deve essere densa ma non troppo compatta, deve mantenere comunque una certa morbidezza.

Prendete i bicchierini, prendete i biscotti ed intingeteli brevemente nel caffè zuccherato prima di fare un primo strato in fondo al bicchierino. Poi versatevi sopra la crema di latte di mandorla per coprirli bene, poi mettete un altro strato di biscotti intinti nel caffè, e poi completate ancora con della crema.

Riescono a venire circa tre strati non troppo alti per ogni bicchierino di tiramisù vegan senza glutine.

Lasciate raffreddare bene la crema e poi mettetela nel frigorifero a rassodare, idealmente anche tutta la notte (altrimenti un paio di ore bastano per far raggiungere un po’ di compattezza).

Estraete i bicchierini di tiramisù vegan senza glutine dal frigo un quarto d’ora prima di servirli, e spolverate la superficie con il cacao e, se vi va, con qualche scaglia o ricciolo di cioccolato fondente.

Flan al cocco e lamponi

Flan al cocco e lamponi

Pensiamo al “flan” e immaginiamo uno sformato di verdura, cotto a bagnomaria. In Francia sentono “flan” e pensano a una crostata. E’ lo stesso corto circuito della insalata russa, che in Russia… si chiama Olivier, dal nome del primo cuoco che, si dice, l’ha portata da quelle parti. In altri Paesi la chiamano intalata italiana, giusto perchè non eravamo confusi abbastanza.
Casi strani della cucina!

Oggi diciamo flan e pensiamo un po’ a un dolce e un po’ a uno sformato. In questa versione, il flan al cocco e lamponi è un dessert squisito e perfetto per la primavera o l’inizio dell’estate. Ha anche un leggero retrogusto di limone, che rinfresca e da’ una spinta a tutto il resto.

E’ facilissimo da realizzare, non ha burro nell’impasto, ed è perfetto per gli intolleranti al glutine perchè ha solo della maizena come addensante, e null’altro. Si può cuocere negli stampi da flan ma, se non li avete (e io non li ho!), potete usare gli stampini da crème caramel di alluminio usa e getta che si trovano in tutti i supermercati.

E’ sicuramente un dessert originale, non è nemmeno molto dolce (io, almeno, non l’ho voluto troppo dolce) e sta benissimo per un fine pasto un po’ ricco, perchè il lampone e il limone lasciano una bellissima sensazione con il loro sapore un po’ acidulo.

Ingredienti:
250 g di ricotta vaccina
80 g zucchero semolato
2 uova
150 gr lamponi fresci lavati e asciugati
50 g panna liquida
40 g cocco rapè o farina di cocco
30 g maizena
succo e scorza di un limone bio

Preparazione:
Per preparare il flan al cocco e lamponi bisogna anzitutto montare molto bene le uova con lo zucchero, fino a che no nsaranno molto chiare e gonfie.
A questo punto, si può aggiungere la ricotta (scolatela bene prima di metterla nelle uova montate).
Mescolate bene per avere un composto liscio – potete usare le fruste, ma abbassate la velocità perchè il composto non deve più montare.

Dopo la ricotta, potete aggiungere il cocco, la maizena e la scorza e il succo del limone (io l’ho passato al setaccio così ho eliminato semini e parti di limone). Amalgamate bene.

Prendete infine i lamponi, e amalgamateli al composto con l’aiuto di una leccapentole, mescolate molto piano per non disfarli.

Prendete i vostri pitottini (o lo stampo del flan) e imburrateli leggermente per evitare che l’impasto aderisca.

Scaldate intanto il forno a 180 gradi.

Riempite i pirottini dei vostri flan al cocco e lamponi fino a quasi all’orlo (con queste quantità a me ne sono venuti sette), e poi metteteli in una teglia capiente e mettete all’interno della teglia dell’acqua in modo che arrivi a metà dei vostri pirottini.

Cuocete nel forno già caldo per circa 25 minuti.

Togliete i pirottini dal forno e dall’acqua e metteteli a raffreddare su una gratella. Potete servirli come dei piccoli sformati, come ho fatto io, oppure lasciarli nello stampo da flan.

Qui li ho accompagnati con una coulis di lamponi, che ho relaizzato con 100 g di lamponi, che ho messo a cuocere in una pentolina a fuoco basso. Quando l’acqua inizia a sciogliersi, aggiungete un cucchiaio di succo di limone, e un cucchiaio colmo di zucchero a velo. Mescolate bene fino a che tutto si è sciolto e fate cuocere un minuto.
Togliete dal fuoco e setacciate i lamponi in modo che ne esca una salsa colorata molto densa, che potrete usare appena si sarà raffreddata.

Baci di dama senza glutine alla farina di castagne

Baci di dama senza glutine alla farina di castagne

La farina di castagne era la regina delle ricette di un po’ di tempo fa. Alimento povero, sicuramente più a buon mercato della farina di grano, era usata in preparazioni dolci o salate di tutti i tipi. Oggi che le castagne costano un occhio nella testa, anche la farina di castagne è divenuta molto meno consueta negli usi di tutti i giorni.

E’ invece un ingrediente da riscoprire, soprattutto se abbiamo qualche commensale intollerante al glutine o addirittura celiaco.
In questi casi, la farina di castagne è una soluzione ottima, anche per preparare piatti salati come gli gnocchi, tanto per fare un esempio.

A casa Myownsweet va forte il Castagnaccio, che preparo spessissimo in autunno per il mio babbo, che ne va ghiotto. Ma la farina di castagne può essere usata anche in altri modi, e uno di questi è quello di preparare dei deliziosi (e semplicissimi) baci di dama senza glutine alla farina di castagne.

Gli ingredienti sono pochi e reperibilissimi, la preparazione è tutto fuorchè complicata, e potrete avere dei dolcini sfiziosi ed eleganti con poca fatica e tanto gusto.
Vi va di provare a prepararli insieme?

Ingredienti:

185 g di farina di castagne
185 g di mix di farine senza glutine per dolci
160 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di latte (se necessario)

Cioccolato fondente o crema al cioccolato e nocciole per farcire

Preparazione:

I baci di dama senza glutine alla farina di castagne si preparano anzitutto montando con le fruste il burro (che deve essere a temperatura ambiente ma non sciolto!) con lo zucchero, fino ad ottenere un composto chiaro e di volume consistente. Non ci vorrà moltissimo, quattro o cinque minuti direi.

A questo punto, potete passare a unire al composto l’uovo, un pizzico di sale e le farine.

Se lavorate l’impasto nella planetaria, dovete cambiare e dalla frusta per montare passare alla frusta a foglia (o a K). Se lavorate il tutto a mano, continuate ad impastare finoa che il composto non si compatterà e sarà liscio.

A seconda del tipo di farine che usate, l’impasto potrebbe sembrare un po’ duro. In quetso caso, potete usare un cucchiaio di latte per ammorbidirlo leggermente. L’importante è che mantenga un po’ di compattezza.

Avvolgetelo quindi nella pellicola alimentare e fatelo riposare nel frigorifero per un’ora.
Lavorate l’impasto con le mani fino a compattarlo, dopodichè copritelo con della pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno un’ora.

Trascorso il riposo in frigo, riprendete l’impasto dei vostri baci di dama senza glutine alla farina di castagne e formate tante palline tendenzialmente uguali (io le ho fatte di un peso di circa 8 grammi ciascuna. Ho pesato la prima pallina, e le altre le ho fatte ad occhio…

Mettetele sulla teglia del forno (già coperta di carta forno) leggermente distanziate le une dalle altre (ma non tantissimo, non lieviteranno).
Appiattitele leggermente.

Infornate i baci di dama senza glutine alla farina di castagne a 190°C per una quindicina di minuti, o fino a che i baci di dama senza glutine alla farina di castagne non saranno leggermente dorati in superficie.

Fateli raffreddare prima di staccarli dalla teglia, e quando saranno ben freddi potete accoppiarli usando o del cioccolato fondente (fuso a bagnomaria) oppure della crema di cioccolato alle nocciole.

Lasciate rapprendere la farcitura prima di servire.

Se vi piacciono i baci di dama e avete problemi col glutine, ci sono anche i baci di dama al cacao, o i Baci di dama senza glutine tradizionali, oppure ancora i Baci di dama al cocco, ed i Baci di frolla morbida senza glutine.

Orange cake senza glutine

Orange cake senza glutine

La storia di questa orange cake è la storia di quanto i social, oltre ad aver cambiato il nostro modo di rapportarci alle persone, di concepire la nostra immagine pubblica e di averci un po’ isolati dalla dimensione sociale, hanno fatto qualcosa di buono. La cosa buona è incarnata in questa torta.
Mi ispiro tanto a profili e persone che sono più bravi di me, e una di questi (tanti) è Claudia Roden, una scrittrice di ricette inglese.
La conoscevo come scrittrice di ricette mediorientali, e questa orange cake non la conoscevo. Me l’ha fatta conoscere Marco di Torta o Ragione, che è un pasticcere secondo me bravissimo. A mano a mano che leggevo la ricetta, cresceva la voglia di provarla.

Ingredienti (per una teglia da 22 cm):
2 arance⠀bio con buccia edibile⠀⠀⠀⠀
6 uova⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
250g farina di mandorle ⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
250g zucchero⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
1 cucchiaino lievito per dolci⠀⠀(se la fate, come per, per un celiaco, controllate bene che sia glutenfree)⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀

Preparazione:⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Lavate molto bene le arance e fatele bollire in acqua abbondante per almeno un’ora.
Scolatele e fatele raffreddare.

Quando si sono raffreddate per bene, tagliatele a metà per eliminare gli eventuali semini, e poi in tanti pezzi, e metteteli in un mixer. Frullatele per qualche minuto, deve uscire una purea abbastanza densa.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Prendete una ciotoa e sgusciate le sei uova. Montatele con lo zucchero per avere un composto chiaro e gonfio. Unite qiundi la farina di mandorle, e poi la purea di arancia cotta.
Mescolate con una marisa per evitare di smontare il composto.

Foderate una teglia con la carta forno e versate l’impasto. Infornate la orange cake in forno già caldo a 180° C per 50-60 minuti. Consiglio: a 45 minuti date un’occhiata, optrebbe essere già cotta!
Altrimenti vi si abbronza come la mia!!

Panna cotta con gelatina all’anguria

Panna cotta con gelatina all’anguria

Ho sempre il dubbio, quando pubblico, se far vedere le foto anche quando le preparazioni non sono propio belle come le volevo. In linea generale non si dovrebbe. Però io alla fine alle regole ci sto ma solo un po’ pochino, e comunque questi bicchierini di panna cotta con gelatina all’anguria erano così buoni che anche se il primo strato di gelatina alla anguria non era ancora sufficientemente freddo e ha un po’ rovinato la superficie.

Però alla fine è buonissima anche un po’ sgarrupata, e anche se idealmente lo strato a metà invece che rosa doveva essere rosso, è venuta benissimo! Inoltre è senza glutine, quindi se avete ospiti celiaci, farete un figurone anche con loro!

Ingredienti:
250 ml panna cotta
6 fogli di gelatina (io uso quella di Paneangeli)
300 gr di succo di anguria
100 gr zucchero semolato

Procedimento:
Mettete a bagno in acqua fredda in due contenitori separati 3 fogli di gelatina ciascuno.

Intanto preparate il succo di anguria: se avete l’estrattore o la centrifuga sarà semplicissimo, un bottone e via.
Se siete analogici come me e non avete a casa tutte queste diavolerie, è semplice comunque, solo un po’ più laborioso. Prendete dell’anguria – dipende molto dal vostro frutto, per 300 gr di succo io ho preso circa 410 grammi di frutto senza semi e senza buccia, ma andate a occhio.
Mettete la anguria senza semi nel miscelatore del frullatore (anche ad immersione va bene) e frullate fino a che il tutto non si sarà ridotto a una poltiglia acquosa. Lo so che non sembra romantico, ma va bene così.
Prendete un colino e iniziate a filtrare il succo rispetto alla fibra dell’anguria. Ci vorrà qualche minuto, ma il risultato è molto simile a quello dell’estrattore.
A questo punto scaldate il succo – non deve bollire, basta che sia caldo. Prendete tre fogli di gelatina idratati, strizzateli per bene e fateli sciogliere, sempre mescolando, nel succo della anguria.

Mettete poi il succo da parte a raffreddare.

Nel frattempo, in un alro pentolino, scaldate la panna con lo zucchero, e mescolate per scioglierlo tutto. Appena si è sciolto spegnete anche qui, e scioglietevi all’interno i restanti tre fogli di gelatina.

Prendete i vostri bicchierini, dividete la panna in due parti e poi ciascuna delle due parti in quattro parti. Io sono andata a occhio – e si vede!
Lasciate intiepidire e poi mettete una mezz’ora in frigorifero.

Trascorsi trenta minuti, accertatevi che la panna cotta si sia raffreddata e poi versatevi sopra la prima metà del succo di anguria, diviso in quattro. Come vedete dalla foto, io mio succo era ancora un po’ caldino e ha rovinato lo strato di panna (ma il gusto era super!). Mettete per circa 20 minuti i bicchierini nel freezer a rassodare.

Poi versate ancora la panna restante, sempre dividendola in quattro, mettete in freezer ancora 15/20 minuti, e poi alla fine la restante parte del succo di anguria. Finite di far rassodare ancora 15/20 minuti in freezer.

Poi potete passare la vostra panna cotta alla gelatina di anguria in frigo, dove deve riposare per un tre ore almeno, meglio 4.
Se volete, per mimare i semi di anguria e dare un po’ di consistenza, potete anche mettere qualche goccia di cioccolato a mo’ di decorazione, come ho fatto io.

Se non le avete, va bene ugualmente, la panna cotta con gelatina all’anguria è così buona che non serve altro!

Torta alle carote e mandorle

Torta alle carote e mandorle

Mandorle e carote, anime gemelle. Ho preparato un sacco di versioni di questo dolce super classico, che in un certo senso è il mio cavallo di battaglia, perchè per un certo periodo ho preparato solo questo. Lo mangiavo in continuazione, vai a capire perchè.
Mi è passato il momento da coniglio, ma di tanto in tanto mi va di preparare una delle migliaia di versioni della torta alle carote e mandorle. Ultimamente ho fatto varie versioni, mi mancava quella senza glutine e senza lattosio. Detto fatto, vi lascio questa versione che, naturalmente, potete preparare anche con la farina 00, se non avete problemi di intolleranze. Resta comunque un dolce molto leggero, perchè non ha latticini, quindi nemmeno burro nell’impasto.
E poi, volete mettere? Oltre a tenervi in forma, avrete dieci decimi di visus!

Ingredienti:
250 gr di carote (già pulite e mondate)
180 gr zucchero
180 gr mix di farine senza glutine
70 gr di mandorle (potete usare anche la farina dimandorle, ma io preferisco sentirle sotto i denti)
50 gr fecola di patate (controllate che sia senza glutine)
90 gr di olio di semi (o comunque olio con un sapore molto blando)
2 uova medie
8 gr di lievito per dolci
le zeste di mezzo limone bio
una bustina di vanillina

Procedimento:
Pelate e lavate bene le carote. Riducetele a rondelle, mettetele nel mixer da cucina con l’olio e frullate il tutto fino a ottenere una purea un po’ grossolana.
Mettetele da parte, e sminuzzate a farina (sempre nel mixer) le mandorle. Anche queste mettetele da parte.
Finite di preparare la linea, cioè gli ingredienti, mettendo insieme in una ciotola la fecola, il mix senza glutine (o la farina) il lievito e la vanillina.

Prendete poi una ciotola abbastanza capiente e montate le uova con lo zucchero con un frullino elettrico. Devono diventare belle chiare e gonfie.

Unite alle uova montate il limone, la purea di carote e la farina di mandorle, mescolando con una leccapentole.

A questo punto, aggiungete poco per volta le polveri, che dovete setacciare bene. Amalgamatele con il frullino, ma usatelo alla più bassa velocità.

Mettete l’impasto della torta alle carote e mandorle in una teglia da 22 cm, che avrete imburrato e infarinato prima (o, meglio, che avrete foderato con la carta forno), e cuocete nel forno già caldo a 180 gradi per 30 minuti.

Lasciate raffreddare prima di estrarre la torta di carote e mandorle dalla teglia.
Se vi va, potete spolverarla di zucchero a velo prima di servirla.

Chiffon cake cocco e limone

Chiffon cake cocco e limone

La chiffon cake cocco e limone è perfetta in questo periodo, quando cominicia a sentirsi il profumo dell’estate, ma anche in pieno inverno, quando si sognano cieli blu, mari caldi e palme di cocco sotto cui concedersi una pennichella.

Era da tanto che non realizzavo una chiffon cake, che è quella torta di origine americana che cuoce nella teglia coi piedini. Quella che per raffreddarsi viene messa a testa in giù. Sì, insomma, quella che poi la torta raffreddandosi scende da sola.
Non mi è ancora mai successo. Mai, lo giuro.
Le mie chiffon cake non scendono da sole dai piedini, nemmeno dopo dodici ore di trepidante attesa.
Le devo staccare, faticosamente, col coltellino, centimetro per centimetro. Di solito con una litania di imprecazioni, non tutte riproducibili.

A dispetto di queste iniziali difficoltà, la torta è buona veramente! Morbida e fresca al punto giusto, è perfetta per la colazione, o per la merenda. Oggi vi propongo una versione che non è solo senza glutine, ma è anche senza lattosio, nel caso in cui tra i commensali vi siano un po’ di intolleranti. Naturalmente potete realizzarla anche con la farina 00, nelle stesse quantità.

Ingredienti (per una tortiera da 20):
4 uova
65 ml olio di semi
50 ml succo di limone
60 ml acqua
160 gr mix di farine senza glutine nè lattosio (io uso questa di Nutrifree)
40 gr farina di cocco o cocco essiccato
mezza bustina di lievito (sono circa 8 grammi)
4 gr cremor tartaro
160 gr zucchero
scorza di un limone bio

Procedimento:
Iniziate a preparare la chiffon cake al cocco e limone separando gli albumi dai tuorli, e montando i primi a neve ben ferma con il cremor tartaro. Metteteli da parte.

In un’altra terrina mettete tutti gli ingredienti secchi (il mix senza glutine, il cocco (in farina o rapè), lo zucchero e il lievito. Mettete anche un pizzico di sale.

Mescolate e poi introducete i tuorli con tutti gli altri ingredienti liquidi (succo di limone, olio, acqua) e le scorzette grattugiate del limone. Montate leggermente con una frusta (tenete una velocità bassa, non si devono gonfiare, solo amalgamare bene) fino ad avere un composto omogeneo e senza grumi.

A questo punto, con l’aiuto di una spatola o di una leccapentole, iniziate a incorporare gli albumi montati a neve, mescolando sempre dal basso verso l’alto.

Versate l’impasto nella teglia per chiffon cake (ricordate che non va unta!) e mettete a cuocere la chiffon cake cocco e limone nel forno già caldo a 160 gradi per i primi 40 minuti. Per gli ultimi 10 minuti alzate a 175 gradi.

Estraete lo stampo dal forno a fine cottura (magari fate la prova dello stecchino, giusto per non sbagliare) e mettetelo a testa in giù.
Buona fortuna…

No, scherzo, ovviamente spero che si stacchi, altrimenti armatevi di santa pazienza e staccatela con un coltellino affilato.
Potete servirla con una spolverata di zucchero a velo, oppure con una glassa al limone o all’acqua.

Muffin al grano saraceno e mandorle

Muffin al grano saraceno e mandorle

Il grano saraceno non è un cereale, e non è neppure saraceno.
Da questo knockout non so quanti di voi si riprenderanno, ma dovevate saperlo.
Girano strane storie su di lui, tanto che molti lo guardano con sospetto e circospezione.
Ma il grano saraceno è un buono. Dietro la sua scorza dura e graffiante, a tratti burbera e rustica, si nasconde un tenerone che va d’accordo con tutti, e fa bene a tutti. Senza glutine, ricco di proteine, combatte la glicemia, è un buon antiossidante. Insomma, tutti vorrebbero averlo come amico.
Eppure il grano saraceno continua ad avere troppi detrattori.
Oggi vogliamo rendergli giustizia con questi bellissimi e buonissimi muffin al grano saraceno e mandorle. Si preparano veramente in pochi minuti, e sono squisiti. Nascondono un piccolo cuore dolce di marmellata (ma potete anche non metterla, io ho usato la Zuegg con pochissime calorie), e nascono da un adattamento della Torta Ladina, che ho realizzato un po’ di tempo fa.
Quindi niente di nuovo – ma, se volete realizzarli, diventerete amici del grano saraceno anche voi!

Ingredienti:
130 gr farina di grano saraceno
3 uova
80 gr di farina di mandorle
20 gr di farina senza glutine (io ho usato il mix della Nutrifree, ma potete usare anche solo il grano saraceno)
100 gr burro morbido
120 gr di zucchero di canna macinato fine (altrimenti non monta bene)
Mezza bustina di lievito (sono circa 8 grammi, controllate che sia gluten free)
1 cucchiaino di estratto di vaniglia

Procedimento:
In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi (farina di grano saraceno, di mandorle, mix gluten free e lievito). Mescolate e tenete da parte.

In un altro contenitore montate il burro morbido con lo zucchero, e quando è diventato soffice iniziate ad incorporare le uova una dopo l’altra, intervallate da due/tre cucchiai di ingredienti secchi setacciati. Mettete il secondo uovo solo dopo che il primo si sarà assorbito, e così via.

Prendete poi i vostri pirottini di carta (o la teglia per muffin imburrata e infarinata) e riempiteli per un terzo, mettete un cucchiaino scarso di marmellata e poi copritela con altro impasto, senza però arrivare al bordo, perché rischiano di uscire dai pirottini mentre lievitano. Tenetevi un po’ sotto al bordo, che non si sa mai.
Ovviamente potete anche non metterla la marmellata, va a vostro gusto (saranno buoni ugualmente!).
Infornate a 180 gradi per circa 20 minuti.
Quando si raffredderanno potrete decorare i muffin al grano saraceno e mandorle con zucchero a velo.