Reginelle… regine’ (di sesamo e canzoni)

Reginelle… regine’ (di sesamo e canzoni)

Lo sai, Regine’
che t’ho voluto bene
e mai l’ho detto a te
ci ho fatto una canzone
ed almeno questa ti appartiene
come un po’ di me…

Vai a capire cosa c’è nel nostro cervello, quali collegamenti misteriosi, quali fantasie. Mi hanno portato dalla Sicilia per assaggiarle le Reginelle Palermitane, dette anche sesamini (mi dicono), e a me che viene in mente? Una canzone di Claudio Baglioni, non so nemmeno se così famosa, ma che evidentemente se ne stava parcheggiata in un angolino della mia memoria, pronta ad alzare insistentemente la mano ogni volta che ho provato a scrivere la ricetta delle Reginelle.

Regine’, il ricordo di parole in musica, una storia d’amore finita o forse mai iniziata. Struggente come un mattino soleggiato di metà settembre, con l’Etna che si staglia su fondo del cielo blu, mentre l’aereo all’improvviso di trova sul velluto azzurro, la luce arancio del mattino, e una spiaggia lunghissima bianca. Interminabili file di sdraio ed ombrelloni, tutti uguali, tutti ordinati, soldatini attenti al sole.
La Sicilia compare così, all’improvviso, mentre l’aeroplano vira e all’improvviso c’è Sicilia, c’è Catania. Dall’alto sembra tutto un Paradiso.

Le Reginelle sono tutto fuorchè un biscotto da regine, nel senso che sono semplici frolle, spesso preparate con strutto. Da buona lombarda avrei pure potuto provarci ad usarlo, ma in realtà ho avuto pietà delle mie arterie e ho optato per la versione con il burro, che è anche più reperibile e replicabile. Se non vi piace il sesamo, non ci provate, perchè ce ne vuole tanto. Ma non si possono fare senza.
La preparazione è davvero semplice, e la differenza la fanno le materie prime, che devono essere buone. Buon burro, un buon limone per dare il profumo agrumato della Sicilia, e dell’ammoniaca per dolci per lievito (se non lo avete, vada per il lievito per dolci).

Il profumo e il sapore vi stupiranno.

Ingredienti:
250 g di farina 00
80 g di burro
100 g di zucchero
1 uovo
zeste di un limone
30 ml latte
3 g di ammoniaca
un pizzico di sale

sesamo per impanare i biscotti q.b.
acqua

Preparazione:

Le Reginelle Palermitane sono semplici da realizzare. In una ciotola mettere la farina, lo zucchero, l’ammoniaca per dolci e un pizzico di sale, che ci vuole sempre (anche nei dolci!).
Mescolate per amalgamare gli ingredienti e poi unite al centro l’uovo, le zeste del limone (mi raccomando, grattugiate solo le bucce non trattate!) e il burro appena ammorbidito.

Impastate fino che non si sarà formato un panetto di frolla liscio e omogeneo. Se dovesse essere troppo secco, unite a poco a poco anche il latte (io l’ho usato, a occhio ne ho messi 30 ml, ma dipende anche dalla grandezza del vostro uovo).

Copritelo con della pellicola e mettetelo in frigorifero a riposare per almeno mezz’ora (meglio sarebbe un’ora, così i biscotti manterranno la forma in forno).

Riprendete l’impasto, prendete alcuni pezzetti per volta e arrotolateli fino a formare dei cilindretti di circa mezzo centimetro di diametro. Tagliate quindi questi filoncini della dimensione di cinque o sei centimetri (io sono andata molto ad occhio).

Spennellate ciascuna delle Reginelle Palermitane con un po’ di acqua e poi tuffatele nei semi di sesamo, così i semi si attaccheranno. Ponete quindi i biscotti su una teglia coperta di carta forno.

Abbiate cura di distanziarli un po’ perché cresceranno.

Cuocete i biscotti in forno già caldo a 180 gradi per circa 15 minuti.
Fate raffreddare su una gratella e serviteli quando volete, anche accompagnati da un buon zibibbo. Ma anche un bicchierino di Marsala.

…vanno bene anche da soli eh, anzi… vi assicuro che nessuno potrà resistere!

Frollini al pistacchio e i tanti volti dell’amore

Frollini al pistacchio e i tanti volti dell’amore

San Valentino è la festa dell’amore, quello romantico, quello cuoricioso, quello che nell’adolescenza sembra eterno, quello che ti fa battere il cuore a mille, quello che è solo tanta emozione che ti toglie il fiato.
Quello che raccontano i libri, che vive nei film e ogni tanto in qualche storia di gente che conosciamo. Magari capita che quella storia siamo noi. Magari no.

Magari il nostro amore è semplicemente altro, è voglia di stare bene insieme senza rischiare infarti o sincopi, è guardare insieme la TV e commentare. Spingere il carrello al supermercato. Discutere per un lampadario, o per dove appendere un quadro.

E’ curarsi dell’altro, senza fare troppe domande e senza tenere accesa la bilancia. Non c’è più o meno, non ci sono conti, c’è solo fare.
L’amore non è mai lo stesso, cambia sempre, perchè cambiamo noi. L’amore cambia con noi se ci facciamo accompagnare, se lo lasciamo respirare negli anni che passano tra le nostre dita, e che scavalcano giorni, calendari.

L’amore è anche cucinare, ed è una forma di amore sublime.
Si cucina pensando a qualcuno. Altrimenti è solo preparare da mangiare.

I Frollini al Pistacchio sono di San Valentino solo perchè sono a forma di cuore… se li fate rotondi o a fiore vanno bene per tutto l’anno. Li ho realizzati senza burro, prendendo spunto dalla bravissima Simona di Tavolartegusto. Sono semplici da realizzare, e se mi posso permettere… consiglio di non comprare la farina di pistacchi, fatela da voi.
E’ tutta un’altra cosa in fatto di gusto. Quel leggero salato è una bomba con il cioccolato bianco.. non smetterete di mangiarli.

Ingredienti:
230 g farina 00
100 g farina di pistacchi
130 g zucchero semolato
1 uovo intero e 2 tuorli
100 g olio (io di mais)
un cucchiaino di lievito
una bustina di vanillina
un pizzico di sale

100 g di cioccolato bianco (opzionale)

Preparazione:

Per preparare i Frollini al Pistacchio dovete anzitutto preparare la farina. Basterà utilizzare il mixer alla massima potenza per ridurre i pistacchi tostati a una consistenza finissima Non saranno mai come la farina 00 naturalmente, ma manterranno tutti gli oli e il gusto – fa la differenza, credetemi!

Mettete l’olio e lo zucchero in una ciotola e con l’aiuto delle fruste montate l’olio per qualche minuto (un paio basteranno) con la vanillina, in modo che diventi una bella crema. A questo punto, unite uno alla volta l’uovo ed i tuorli, sempre montando con le fruste.

Aggiungete quindi la farina 00, la farina di pistacchi, il lievito setacciato, e mescolate prima con una spatola e poi con le mani, fino a formare un impasto compatto e non appiccicoso.
Se utilizzate delle uova un po’ grandi potreste aver bisogno di un po’ di farina in più.

Stendete quindi la frolla sulla carta forno leggermente infarinata, e con il matterello stendetela a uno spessore di circa mezzo centimetro.
Tagliate i biscotti della forma che preferite, e poggiateli su una teglia coperta di carta forno.

Infornateli a 180 gradi per circa 10/12 minuti.

Una volta che avrete tolto i Frollini al Pistacchio dal forno, fateli raffreddare bene su una gratella.
Se volete, sciogliete poi il cioccolato bianco a bagnomaria.
Fate attenzione perchè il cioccolato bianco fonde a una temperatura più bassa di quello fondente, e corre il rischio di impazzire e raggrumarsi. In quel caso, datevi pace, è da buttare. Quindi, appena vedete che si è quasi sciolto tutto, togliete il pentolino di acqua dal fuoco, e continuate a mescolare fino a che non si sarà sciolto il resto. Se vi sentite più sicure, un goccino di olio di semi impedirà di raggrumarsi (proprio poco).

Intingete quindi i biscotti e metteteli a scolare sulla gratella.

Biscotti vegani all’avena con frutta secca

Biscotti vegani all’avena con frutta secca

Capita anche a voi di rifare le ricette trovate su riviste e giornali, e di accorgervi a un certo punto che c’è qualcosa che non va? Può essere la quantità di liquidi, i secchi, la lievitazione. Qualsiasi cosa sia, ci si trova di fronte a qualcosa informe e ingestibile, che ci fa chiedere: ma chi ha scritto questa ricetta, l’avrà mai fatta?

La domanda è legittima, e la risposta non può essere sempre sì. Mi sento però di spezzare una lancia agli scrittori di ricette, tra cui ci mi metto (in maniera del tutto sporadica e non professionale). Una delle ragioni per cui le ricette possono non venire sta in una verità assolutamente banale: non tutte le farine sono uguali. Ci sono differenze tra marca e marca, e tra farina e farina. Non si può pensare di sostituire la farina 00 con la farina integrale pensando che la quantità di liquidi debba rimanere la medesima.
La chimica è chimica, e non ci lascia scampo.

La dimostrazione di questo banalissimo principio chimico è servito su un vassoio (o su un piatto!) da questi Biscotti vegani all’avena e frutta secca, in cui sono stata davvero in imbarazzo a indicare la quantità di bevanda vegetale. La ragione è semplicissima: dipende dalla farina di avena che viene usata. Ci sono farine di avena molto “assetate” che tendono ad assorbire molto. Ho cambiato due marche di farina di avena avendo due risultati diversi. Non comprendevo la ragione, e mi intestardivo a voler mettere sempre la stessa quantità, con risultati deludenti.
Mi sono arresa: a volta, anche in cucina, bisogna che la ricetta parli da sé.

Per questo vi darò, per i liquidi, delle quantità indicative. Lo so che i meno esperti la troveranno una follia, ma vi assicuro che è una pazzia necessaria. Impastate fino a che il tutto non diventerà compatto e non più appiccicoso, e fermatevi lì. Anche se non avrete messo tutti i liquidi. Vuol dire che la vostra farina non assorbe tanto. Magari invece sarà necessaria più bevanda vegetale. Ripeto, lasciate che le vostre farine vi parlino.
Del resto, parliamo con le piante e gli animali.. perchè non con le farine?

Biscotti vegani all’avena e frutta secca
Ingredienti:
100 g farina di avena
150 g farina 00
50 g farina di frutta secca (potete fare tutte nocciole o mandorle, o noci, o metà e metà)
50 ml olio di semi
50 ml bevanda vegetale (io latte di mandorle)
50 ml sciroppo di agave
50 g zucchero di canna chiaro
4 g lievito per dolci

per coprire (eventuale):
100 g cioccolato fondente
qualche manciata di mandorle a lamelle

Preparazione:
Mettete in una ciotola gli ingredienti secchi (farina di avena e farina 00, oltre al lievito e allo zucchero) e amalgamate.
Inserite quindi i liquidi, iniziando dall’olio, per poi continuare con lo sciroppo di agave. Iniziate ad impastare.
Solo a questo punto (mi raccomando, rispettate questo ordine!) iniziate ad introdurre nell’impasto il latte vegetale. Mettetelo a poco a poco, così potrete apprezzare l’assorbimento del latte vegetale da parte del mix di farine. Ho usato la farina di avena del Molino Rossetto e la farina 00 anti grumi, e per questo mix mi sono stati sufficienti 50 ml di latte di mandorla (potete scegliere anche quello alla soia, alle nocciole…).

Quando l’impasto non sarà più appiccicoso, lasciatelo riposare una mezz’ora a temperatura ambiente.

Riprendete il vostro impasto e stendetelo con l’aiuto di un matterello con uno spessore di circa 5 millimetri. Tagliate i vostri Biscotti vegani all’avena e frutta secca con un tagliabiscotti di vostra scelta. Io ho usato il cuore, anche perchè San Valentino si avvicina a passi veloci. Ma potete optare per un tradizionale stampino rotondo.

Ponete i Biscotti vegani all’avena e frutta secca sulla teglia coperta di carta forno e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per circa 12 minuti. Devono essere leggermente colorati, ma non scuri.

Lasciate raffreddare su una gratella, e nel frattempo sciogliete a bagnomaria 100 g di cioccolato e quando si sarà liquefatto potete intingere i biscotti. Fate scolare il cioccolato, ponete nuovamente i Biscotti vegani all’avena e frutta secca ad asciugare sulla gratella, e se lo gradite spolverate il cioccolato con qualche lamella di mandorle.

Potete anche gustarli senza cioccolato, o con un velo di zucchero a velo.

Il lunedì più lunedì. Biscottoni da inzuppo

Il lunedì più lunedì. Biscottoni da inzuppo

Agosto sta placidamente scivolando via, insieme alle inesorabili gocce di calore di questa interminabile estate bollente. Settembre è già pronto in attesa sulla banchina, scuotendo indietro la testa e i suoi ricci terra di Siena, un biglietto in mano, gli occhi pieni di aspettative e tanti nuovi sogni e progetti nella valigia.
Settembre è un gennaio più dolce e caldo, profumato di vendemmia e mele nuove, e di mille nuovi inizi.

La fine dell’estate si avvicina sempre più, e mi mancherà molto la frutta zuccherina e succosa di questa stagione, con i suoi colori vivi e squillanti. Quest’anno mi sono sbizzarrita nel preparare dolci a base di frutta, e ho anche preparato qualche conserva, che magari apparirà su questi schermi. Mi mancheranno anche i pomeriggi rilassati ad ascoltare le cicale e il vento tra i pini, le letture al tramonto cullate dalla risacca del mare, le colazioni lente, l’odore del cocco delle creme solari, la schiaccia calda del forno, raccogliere le more di rovo, camminare senza fretta, la frutta del contadino, le colline sinuose e i campi di girasoli.

E il profumo del basilico.

Il basilico di Maremma

Quest’anno il basilico è stato uno degli odori che più ha beneficiato del sole infinito degli ultimi mesi, e non ricordo di aver mai assaggiato un basilico così pieno di sapore e di profumo. Ne ho portato un po’ a casa, l’ho lavato e congelato, e incredibilmente anche appena scongelato conserva un meraviglioso odore. Ho cercato di salvare qualche semino che ho messo a essiccare per la semina.

Per scacciare la inevitabile nostalgia, oggi mi concedo una colazione lenta con dei biscotti che sono una vera coccola. I Biscottoni da inzuppo sono fatti con ingredienti semplici che tutti hanno in casa, si preparano con facilità e, per quel che mi riguarda, mi hanno aiutato a sbarazzarmi di un panetto di burro che avevo in scadenza.
La ricetta base è di Benedetta Rossi, cui ho apportato qualche modifica per andare incontro a quel che avevo in dispensa.
Con queste quantità ho realizzato circa una ventina di biscottoni, ovviamente dipende dalle dimensioni che darete ai vostri dolci.

Ingredienti:
380 g di farina 00 (io ho fatto un misto di farina 00 e farina di farro)
125 g burro a temperatura ambiente
100 g zucchero semolato
6 g lievito per dolci
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
un pizzico di sale

Preparazione:
In una ciotola abbastanza capiente rompete le uova e mescolatele leggermente con l’aiuto di una forchetta.
Quando sono amalgamate, unite anche il burro a temperatura ambiente, e continuate ad amalgamare.
Fate ora sciogliere lo zucchero mescolandolo con uova e burro, poi aggiungete l’estratto di vaniglia e infine, unite le farine e il lievito.
Io ho aggiunto la farina a poco a poco, setacciandola a mano a mano che la inserivo.
Potete anche omettere il setaccio, anche se io personalmente lo preferisco perchè in questo modo i biscotti lievitano meglio.

Quando l’impasto non sarà più appiccicoso, potete lasciarlo riposare in frigo una mezz’oretta coperto dalla pellicola.

Riprendete quindi l’impasto e stendetelo con l’aiuto del matterello e di un po’ di farina su un foglio di carta forno, a una altezza di 3/4 mm.
Potete tagliare i biscotti come preferite, e se non avete il tagliabiscotti nessun problema, potete tagliarli della forma che volete usando la rotella taglia ravioli.
Volevo farli romboidali ma purtroppo non sono mai stata brava in disegno tecnico, e ho dovuto reimpastare e ripiegare su anonimi rettangoloni.

Cuocete i vostri Biscottoni da inzuppo nel forno già caldo a 180 gradi per 20 minuti. Devono leggermente colorarsi ma non biscottare.
Fateli raffreddare prima di staccarli dalla teglia.

Questi Biscottoni da inzuppo si conservano per una settimana in un contenitore di vetro oppure in un sacchetto per la conservazione degli alimenti.

I temporali dopo Ferragosto e i biscotti alle arachidi

I temporali dopo Ferragosto e i biscotti alle arachidi

Mentre osservo dal balcone il primo vero temporale post Ferragostano di questa estate di fuoco, mi torna in mente una delle scene finali del celeberrimo film Sapore di Mare.
Il temporale si abbatte sulla spiaggia, settembre allunga la sua ombra sugli ombrelloni chiusi, sferzati dal vento, le nuvole grigie si abbassano e sfiorano il mare, lo inghiottono.
Se chiudo gli occhi, al ticchettio della pioggia sento aggiungersi un ritornello conosciuto, quello che dice che l’estate sta finendo.
Eh già.

In realtà l’estate è ancora lunga, ed è stata lunghissima in questo anno rovente. Però il primo temporale dopo Ferragosto ha il sapore delle cose che finiscono, delle valigie che si chiudono, delle spiagge che si svuotano. Mi assale una leggera nostalgia di casa, che si accompagna a una voglia di cambiare tutto, che mi sta inseguendo senza sosta ormai da un paio di anni.
Sono pervasa da una costante inquietudine, fatta di nuvole basse e grigie come quelle di oggi all’orizzonte.

Il profumo della pineta bagnata è dolce e acuto, e mi ricorda quando qui ancora uscivo per raccogliere i pinoli. Ora non se ne trovano quasi più. Però le fronde verdi dei pini marittimi che danzano al vento contro un cielo di latte e argento riescono a darmi un po’ di serenità.

Con il vento che spazza un po’ di caldana, è tempo di ridare fiato ai forni, e oggi avrei proprio voglia di rifare questi Biscotti alle arachidi, che avevo preparato ormai qualche mese fa per il mio compleanno. Erano nati come biscotti alle mandorle, ma avevo dovuto buttare via il pacchettino delle mandorle già aperto per la presenza di qualche ospite indesiderato…. e quindi ho risolto di usare il pacchetto di arachidi che giaceva lì da Natale.
Mai avrei pensato che il risultato sarebbe stato così delizioso! Sono entrati di diritto tra i biscotti che riproporrò in altre occasioni, anche perchè sono facilissimi da realizzare.

Io ho usato la farina di farro, ma potete usare anche la farina 00.
Essendo pensati per le mandorle, ho usato il latte di mandorla che avevo in casa. Ma se non avete problemi di intolleranze o se non siete vegani, usate pure il latte vaccino. Si conservano bene in un barattolo di vetro per tre o quattro giorni, ma secondo me.. li finite prima!

Biscotti alle arachidi (per circa 30 biscotti):
Ingredienti:
150 g farina di farro
50 g amido di mais
90 g zucchero semolato
100 g circa di arachidi già sgusciate (io ne ho pesate due manciate)
90 g olio di semi
35 g latte (di mandorla per la versione vegana)
3 g lievito per dolci
un pizzico di sale
una punta di cucchiaino di bicarbonato

Preparazione:
Tagliate al coltello le arachidi sgusciate, avendo cura di lasciarne qualcuna intera per la successiva decorazione. Io ne ho lasciate una quindicina (intere) quindi diciamo trenta metà. Le taglio al coltello perchè mi piacciono irregolari, e scrocchiano bene sotto ai denti.

In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi (farina, zucchero, lievito, bicarbonato, sale e amido di mais) e mescolate.
In un altro contenitore mescolate invece tutti i liquidi (olio, latte) e mescolate bene in modo che si emulsionino.

Versate quindi i liquidi nei secchi, mescolando bene prima con un cucchiaio e poi con le mani in modo da creare un panetto di impasto compatto.
Per ultime, aggiungete le arachidi tagliate al coltello.

Impastate bene, poi, coprite l’impasto con la pellicola e fate riposare il tutto in frigorifero per circa trenta minuti.

Riprendete l’impasto, e ricavate delle piccole palline di impasto. Non le ho pesate, ma fate conto che erano un po’ più piccole di una noce e mettetele sulla teglia coperta di carta forno.

Con l’aiuto di un tagliabiscotti, appiattite al suo interno ciascuna pallina in modo che si formino dei biscottini tondi (il mio tagliabiscotti è di circa 6 cm di diametro). Lasciate un po’ di spazio tra un biscotto e l’altro, ma siccome non crescono molto non è necessario distanziarli tantissimo.
Potete decorarli in superficie con una delle mezze arachidi che avete tenuto da parte.

Cuocete i biscotti nel forno già caldo a 170 gradi per circa 15 minuti.

Lasciate raffreddare e poi.. gustate!!

Cookies lamponi e cioccolato bianco

Cookies lamponi e cioccolato bianco

E’ arrivato quel periodo dell’anno. Più nello specifico, quello in cui mi avvio mesta e con grigie nuvole piene di pensieri negativi verso il CAF per fare la mia annuale dichiarazione dei redditi.
Non mi fraintendete, io pago le tasse e non mi lamento.
Il denaro dei contribuenti deve essere sacro” diceva il Presidente Einaudi, e della mia piccola quota di sacralità io vado (credo giustamente) fiera. Insomma, nel mio piccolo contribuisco.

Quel che davvero detesto sono le burocrazie, le infinite sedute davanti a impiegati che ne sanno molto meno di quanto dovrebbero e che hanno la flessibilità di un cancello automatico. Questa continua sensazione di essere vista come un potenziale evasore anche quando, presa dallo sconforto, inizio a lamentarmi che io le voglio pagare le tasse, ma vorrei anche tornare a casa per l’ora di pranzo e non essere sequestrata. Fotocopie, anacronistiche montagne di scontrini per provare l’improvabile – sì, ho pagato trenta euro trenta con un biglietto da dieci e uno da venti, che dovevo fare? Le fotocopie delle banconote?

La depressione di questa giornata può essere sollevata solo da una cosa, i Cookies lamponi e cioccolato bianco. I lamponi, con il loro piccolo acuto acido, accompagnano ed esaltano la dolcezza burrosa dei cookies e del cioccolato bianco, e creano un’armonia di gusto semplicemente irresistibile.

A differenza delle tasse, questi Cookies Lamponi e Cioccolato Bianco sono facilissimi da realizzare, e non richiedono nemmeno riposo in frigorifero. Venti minuti e via.
Magari si potessero pagare le tasse con la stessa velocità!

Cookies Lamponi e Cioccolato Bianco
Ingredienti per circa 20 cookies:
100 g zucchero di canna
100 g zucchero semolato
180 g burro morbido
1 uovo
un pizzico di sale
270 g farina 00
4 g bicarbonato di sodio
80 g gocce di cioccolato bianco
un cucchiaino di estratto di vaniglia
125 g lamponi freschi

Preparazione:

Questa versione dei Cookies Lamponi e Cioccolato Bianco è superveloce, e se preparate gli ingredienti prima di iniziare ad impastare lo sarà ancora di più.

Sbattete il burro con i due tipi di zucchero per renderlo cremosissimo. Ci vorranno cinque minuti, mal contati.
Aggiungete l’uovo (intero) e l’estratto di vaniglia, e continuate a sbattere con la frusta.

Una volta che l’uovo si sarà assorbito, potete procedere unendo gli ingredienti secchi (la farina, il bicarbonato e il sale). Io preferisco incorporare i secchi con una spatola, per controllare meglio l’assorbimento dei liquidi con le polveri.

Solo a questo punto potete aggiungere prima le gocce di cioccolato (va bene anche del cioccolato bianco tagliato al coltello in maniera grossolana), e una volta che si saranno ben incorporate anche i lamponi, lavati e mondati, e soprattutto asciugati.

Non lasciate acqua in aggiunta nei lamponi, perché potrebbe rovinare l’impasto (io li lavo prima di iniziare a preparare e li lascio scolare una ventina di minuti prima di asciugarli dolcemente con un canovaccio).

Dall’impasto prendete delle piccole palline aiutandovi con i palmi delle mani (direi una dimensione di circa 4/4,5 cm di diametro, ma io vado a occhio), e ponetele su una teglia già coperta di carta forno.
Lasciate un po’ di spazio tra i cookies, perché si allargheranno in forno.

Con queste quantità di solito ne faccio un paio di teglie.

Cuocete i Cookies Lamponi e Cioccolato Bianco nel forno già a temperatura (180 gradi) per 8/10 minuti.

Appena tolti dal forno non li toccate – sono molto soffici e si romperebbero.
Aspettate che si intiepidiscano prima di staccarli dalla teglia.

Resistono un paio di giorni in un contenitore da porre al fresco.
…. resistono… in realtà finiranno prima, credetemi!

Se vi picciono i cookies, provate anche la versione vegan.

Salvate il brutto anatroccolo! I biscotti ripieni di fragole

Salvate il brutto anatroccolo! I biscotti ripieni di fragole

Per quanto mi impegni a imparare a fare bene la spesa, purtroppo ci casco sempre. Avete voglia a girare col carrello e il foglietto in mano, a spuntare diligentemente la lista. Quando arriva lei, potete scommetterci che novantanovevolte su cento ci casco.
Arriva mascherata da qualsiasi cosa. L’offerta speciale, l’idea che balena all’improvviso, il “ne compro un altro perchè non si sa mai”, e .. tac. Il carrello si riempie di cose talvolta superflue, talvolta inutili, che poi hanno la tendenza ad andare a male molto più velocemente di quanto avrei mai voluto.

Sprecare il cibo è inqualificabile, ma sembra che questo non ci fermi dal buttarlo. Si stima che ogni anno un terzo del cibo prodotto nel mondo venga buttato o sprecato. Sono miliardi di tonnellate, per dire. Trenta chili pro capite. Una enormità.

Prendo spunto proprio dal Giorno della Terra, che ormai dal 1970 celebra il 22 aprile di ogni anno la giornata del nostro piccolo pianeta blu, come preservarlo e proteggerlo (purtroppo da noi), per ricordarci che il cambiamento nasce dalle piccole cose. Tipo dal carrello della spesa.

La ricetta che vi propongo oggi è non solo facile, ma utilissima per evitare di buttare la frutta un po’ troppo matura, magari ammaccatuccia. La frutta di oggi (rigorosamente di stagione!) sono le fragole che stavano tirando gli ultimi in frigorifero, ma la ricetta è talmente versatile che la potete rifare durante tutto l’anno, con quel che offre la natura. Pesche bianche e rosmarino, albicocche, frutti rossi e limone, prugne e vaniglia…

Ultimo particolare, non da poco per i fanatici della dieta: non c’è burro. Malgrado questo, i biscotti ripieni di fragole sono irresistibili. Vi lascio la ricetta con dosi per circa 26 biscotti del diametro di circa.. direi 6 millimetri. Potete usare un tagliabiscotti, ma anche una tazzina de caffè. Tondi, cuoricini… libero spazio alla fantasia.
C’è solo un mantra, obbligatorio.
Non si butta la frutta brutta.
Si fanno i biscotti più buoni del mondo.

Ingredienti:
400 g farina 00
2 uova medie
140 g zucchero semolato
120 g olio (delicato, io uso quello di riso)

per il ripieno:
200 g fragole
2 cucchiai zucchero
1 cucchiaino di maizena
un cucchiaino estratto di vaniglia (opzionale)

Preparazione:

Iniziamo a preparare i biscotti ripieni di fragole mettendo le fragole lavate e tagliate a pezzettini (e prive del picciolo) in un pentolino, con lo zucchero e l’estratto di vaniglia (se lo volete). Lasciate qualche minuto sul fuoco dolce mescolando di tanto in tanto, fino a che lo zucchero non si sia sciolto.
A questo punto, sciogliete la maizena in un cucchiaio di acqua in modo che non faccia grumi, e poi versatela sulle fragole, mescolando. Lasciate cuocere la frutta altri dieci minuti, mescolando spesso per evitare che si attacchi o bruci. La frutta sarà pronta quando avrà iniziato a sfaldarsi un po’ e il succo rilasciato dalla frutta avrà iniziato a condensarsi.
Togliete quindi dal fuoco e fate intiepidire.

Nel frattempo, potete preparare la frolla all’olio.
In una ciotola rompete le uova, aggiungete l’olio e lo zucchero ed emulsionate con una frusta a mano o una forchetta, in modo che lo zucchero inizi a sciogliersi.
Poi aggiungete la farina in tre riprese, aggiungendo quella successiva appena la precedente si sarà assorbita.

Poichè l’assorbimento della farina dipende dalla grandezza delle uova, se queste sono medio grandi potreste aver bisogno di qualche cucchiaio di farina in più. La frolla è pronta quando avrà smesso di essere appiccicosa.

Il bello della frolla all’olio è che non necessita di riposo.
Quindi, potete stenderla subito su un foglio di carta forno leggermente infarinato, tenendo uno spessore di circa tre/quattro millimetri (io vado a occhio, quindi non avete bisogno del goniometro!!!). Con il vostro tagliabiscotti (o coppapasta, o quel che avete) tagliate i dischi in numero pari, visto che poi li dovete accoppiare.

Ponete sulla teglia (coperta da un foglio di carta forno) metà dei dischetti, punzecchiateli leggermente con i rebbi della forchetta, e poi ponete al centro un po’ di fragole cotte (un cucchiaino, direi). L’importante è che lasciate un bordino intorno per sigillare il biscotto.

Ponete sopra alle fragole il dischetto di frolla di chiusura, premete leggermente sui bordi con le dita e poi chiudete bene con i rebbi della forchetta. Continuate fino ad esaurimento della pasta frolla.

Mettete la teglia con i vostri biscotti ripieni di fragole nel forno già caldo a 180° per circa venti minuti. Dovete toglierli quando iniziano a colorarsi leggermente.

Prima di staccarli dalla teglia attendete che si siano leggermente intiepiditi.

Potete servirli spolverati di zucchero a velo, ma anche senza. Sono buoni comunque. Se uscirà un po’ di liquido dalla calotta del biscotto, non vi preoccupate… è il succo più buono del mondo!

Matti per le fragole? Un’altra idea di biscotti alle fragole la trovate qui.

Qui non si butta via niente – La frolla solo tuorli

Qui non si butta via niente – La frolla solo tuorli

Sono mesi che guardo sconsolata il barattolo di melassa che giace mezzo pieno nell’angolo a destra del frigorifero. Acquistato perchè volevo cimentarmi in una nuova preparazione, finita la fase sperimentale è restato lì a languire. Ogni volta che apro lo sportello mi guarda.
E’ severo. Mi rimprovera.

Sprecare il cibo è quel che mi fa più arrabbiare, ma mi arrabbio ancora di più quando tocca a me buttare. Per questo cerco, quando posso, di riciclare gli avanzi delle ricette in altre ricette. E poi cerco altre ricette per finire gli ingredienti della seconda ricetta e così via.
In un turbine di resti che creano e ricreano ricette, e perpetuano rimasugli di ingredienti a non finire.

Questa volta ho recuperato da morte certa due tuorli avanzati alla ricetta dei crinkle cookies che, come noto, chiamano albumi e farina di mandorle come se piovesse. Ma i poveri tuorli, non li voleva nessuno. E’ venuto in mio aiuto il celebre cuoco Luca Montersino, le cui ricette sono sempre una garanzia. E i due tuorli orfani sono finiti in gloria in questa meravigliosa frolla con cui ho realizzato dei deliziosi biscotti di frolla solo tuorli.

La frolla è semplice da preparare, e davvero vale la pena avanzare qualche tuorlo per godersi questa delizia. E se non avete tuorli a disposizione ma volete provare questa frolla… troveremo il modo per usare gli albumi!

Questi biscotti di frolla solo tuorli li ho farciti con della confettura di melograno, ma stanno benissimo con la crema alle nocciole più famosa, o quello che più vi piace.

Ingredienti:
125 g farina 00
2 tuorli
42 g burro morbido
42 g zucchero semolato
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
un pizzico di sale

Preparazione:
I biscotti di frolla solo tuorli sono veloci da realizzare. Mescolate in una ciotola la farina e lo zucchero. Aggiungete il burro ammorbidito e l’estratto di vaniglia.
Lavorate il composto con le dita fino a che non raggiunge la consistenza di una sabbia.
A questo punto, unite i tuorli dopo averli brevemente sbattuti, e cominciate ad impastare prima con la forchetta e poi a mano, in modo da amalgamare tutti gli ingredienti.

Formate un panetto e mettete la frolla a riposare un’ora in frigorifero, coperta dalla pellicola.

Recuperate la vostra frolla, e con l’aiuto di un matterello stendetela a un’altezza di poco meno di mezzo centimetro e, con i cutter per i biscotti, tagliate le vostre formine di biscotto.

Posate i biscotti sulla teglia coperta con carta forno e fate cuocere a forno già caldo a 170 gradi per circa 10/12 minuti.
Devono leggermente dorare senza scurire troppo.

Lasciateli raffreddare e poi uniteli a due a due utilizzando della confettura di vostra scelta, o crema di nocciole o pistacchi.

Una pineta nel cuore – Le pigne dolci

Una pineta nel cuore – Le pigne dolci

Arrivare a Montegrino Valtravaglia su una Fiat 128 non era uno scherzo. Pochi chilometri di tornanti a gomito facevano resuscitare anche l’ostia della prima comunione, e mentre stavo aggrappata alla maniglia della paura (ovvero quella interna dell’auto, lato passeggero) pregavo che il consueto rally estivo finisse presto.

I viaggi a Montegrino, dove i nonni passavano l’estate al fresco (non sempre) sfuggendo l’afa milanese, erano un’abitudine. La strada si inerpicava impervia, e dopo l’ultima curva si veniva catapultati negli Anni Cinquanta. Alla sinistra c’era il piccolo market che faceva da edicola, tabaccheria, frutteria, salumeria e tutto quanto poteva essere strettamente necessario. Perchè il superfluo, a Montegrino, ancora non era arrivato.

Nel centro del paesino, poco più su, c’era la piazzetta con la Chiesa centrale, e la mitica cabina del telefono. Il mio nonnino arrivava ai primi di luglio carico di valige e borse piene di gettoni per chiamare a casa, perchè il cellulare, a fine anni Settanta, ce lo potevamo solo immaginare. Nelle estati in cui mi fermavo anch’io a fare qualche settimana di villeggiatura, passavamo i pomeriggi a contare i gettoni e a fare “le pignette” per andare a fare la coda alla cabina, dopo cena, per chiamare casa.

Sulla sinistra si apriva una vietta buia, che qualcuno si ostinava a fare a doppio senso, ma in cui ci passava una macchina e mezza, e se incrociavi qualcuno era solo una sfilza di rosari sperando di passare senza strisciare contro le case di pietra, che costeggiavano la strada. I nonni prendevano in affitto uno stanzone lì, nella prima casa a sinistra.
Una vecchissima casa di ringhiera, con il bagno comune sul terrazzo. E quando dico il bagno, dico quello dei bisogni, perchè non c’era né doccia né vasca. C’era una bella baccinella che si riempiva di acqua scaldata sul fornelletto a gas.

Il terrazzino della ringhiera era coperto, così anche se pioveva (e pioveva spesso!) si poteva stare fuori a far passare gli interminabili pomeriggi di brutto tempo. Un anno mi sono perfino ingegnata e ho imparato a fare la maglia e mi sono fatta da sola un cardigan che era il mio personale orgoglio.

Però non pioveva sempre, e quando smetteva di piovere il nonno ed io andavamo verso la pineta a cercare le lumache e i funghi. Dei funghi prendevamo solo quelli che conosceva lui, ovviamente. Per le lumache, non ci sognavamo nemmeno di toccarle. Andavamo solo a cercarle e, quando si ritraevano nel guscio, cantavamo la canzoncina “o lùmaga lùmaghin, cascia foeura i tò curnin” e aspettavamo che la lumachina uscisse fuori dal guscio, e poi continuavamo la passeggiata.
Eravamo molto green, prima ancora che green significasse qualcosa!

Sono tanti anni che non vado più a Montegrino, ma una gita in Google Maps mi ha ricordato ancora quegli anni così semplici, fatti di gente che si trovava ai crocicchi della strade a chiacchierare, delle giornate che si prendeva la corriera per andare al mercato di Luino, e a vedere il Lago Maggiore, e tutte quelle cose genuine che da troppo tempo non faccio più.

A proposito di pinete, vi lascio una bella ideuzza da segnarvi per le prossime feste, cioè le Pigne Dolci. Sono di una semplicità disarmante, ma fanno una scena incredibile, e potete usarle come dolce ma pure come segnaposto di una bella tavolata allegra. Per simulare le brattee della pigna (cioè le scaglie) ho usato dei comuni cereali (io ho usato questi ma ce ne sono di tantissime altre marche), mentre l’interno è null’altro che l’impasto per realizzare il fondo delle cheesecake.
In giro sull’internet ne trovate in centinaia di versioni, qui sotto vi lascio le quantità e il procedimento che ho usato io per realizzare quattro pigne dolci di media grandezza.

Ingredienti:
100 g biscotti Digestive
15 g cacao amaro
5 g zucchero
50 g caffè (se le mangino anche i bimbi usate pure il latte, è uguale per la consistenza)
10 g burro
q.b. cereali al cacao

Preparazione:
Realizzare le pigne dolci è divertente e facilissimo! Mettete in un mixer i biscotti e riduceteli in polvere.
Aggiungete quindi anche gli altri due ingredienti secchi (zucchero e cacao) e azionate il mixer. Si creerà una corta di polvere dolce al cacao.

A questo punto, unite anche il burro sciolto col caffè (o il latte) e azionate un’ultima volta il mixer.

Si formerà in breve un impasto abbastanza compatto, lavorabile con le mani.

Prendetelo e dategli la forma di quattro coni (io ho fatto una pigna di 50 gr, una da 45gr e due più piccole dividendo l’impasto rimanente, ma nulla vieta che le facciate tutte uguali, come preferite).

A questo punto, completate le pigne dolci inserendo i cereali al cacao, partendo dall’alto. Coprite la punta del cono con un cereale capovolto, e poi scendete verso il basso, alternando i cereali. Una volta che avrete completato, mettetele in frigorifero per qualche ora in modo da lasciare all’impasto il tempo di consolidarsi.

Per un look più scenografico, potete anche spolverizzarle di zucchero a velo, oppure di cocco rapè.

La tradizione dei biscotti di Natale. Ciambelline cannella e arancia

La tradizione dei biscotti di Natale. Ciambelline cannella e arancia

Il primo dicembre da’ la sveglia anche ai più pigri pasticceri casalinghi che, svegliatisi da un sonno lungo un anno, mettono le mani in pasta per preparare i biscotti di Natale.
Ogni regione italiana ha i suoi dolci, così come ogni parte del mondo cristiano non rinuncia alla sua tradizione dolciaria di stampo natalizio.
E se ve lo dice una nata nella terra che ha dato i natali (per l’appunto!) al panettone…

La tradizione dei dolcetti natalizi è più antica di quanto non si pensi.
Quando il 25 dicembre era solo il solstizio d’inverno, si preparavano dei piccoli pani dolci, addolciti dal miele, per offrirli alle divinità e scacciare i demoni. Dal cristianesimo in poi, questi pani dolci si sono evoluti e arricchiti di spezie che provenivano dalle terre più esotiche. Poichè spesso questi ingredienti erano appannaggio delle classi più agiate, coloro che non avevano i mezzi hanno iniziato ad optare per pani sempre più piccoli, fino ad arrivare ai nostri biscotti.

Che sia o meno tradizione o leggenda, a dicembre la casa si riempie di profumi di spezie, frutta secca, e burro a profusione. Quest’anno, dalle mie parti, dobbiamo fare un po’ più di attenzione a tante cose, e quindi diamo la precedenza a farine senza glutine e senza lattosio per realizzare dei biscotti da offrire proprio a tutti quelli che passeranno a farci visita per le feste di Natale.

Oltre ai Ricciarelli di Siena, o ai Frollini alla farina di castagne e pinoli, o anche le Zimtsterne, da oggi aggiungiamo un’altra ricetta alla nostra tradizione, le Ciambelline alla cannella e arancia.

Senza glutine e senza lattosio, con un profumo delizioso che inonderà la vostra cucina, questi biscottini sono anche semplicissimi da fare, e nel giro di mezz’ora avrete delle deliziose e friabili ciambelline da offrire ai vostri ospiti con qualche intolleranza (anche agli altri eh!?).

Ingredienti (per circa 30 ciambelline medie):
300 g mix senza glutine per dolci
40 g zucchero
40 g sciroppo di agave
2 uova
60 g olio dal sapore neutro (io di riso)
scorza di un’arancia
1 cucchiaino colmo di cannella
5 g lievito (senza glutine, fate attenzione)
40 g zucchero per la guarnizione

Preparazione:
Per realizzare le vostre ciambelline alla cannella e arancia, prendete una ciotola e sbattete leggermente le uova con lo zucchero e lo sciroppo di agave.
Aggiungete anche l’olio e la scorza grattugiata dell’arancia e mescolate con una frusta a mano.
Non dovete montare nulla, solo di sbattere leggermente per sciogliere lo zucchero.

Aggiungete anche la cannella, e mescolate ancora con la frusta a mano.

Infine, aggiungete la farina mescolata col lievito a poco a poco, facendo assorbire la precedente prima di aggiungerne dell’altra.

Quando l’impasto sarà compatto e non si appiccicherà più alle dita, prendete dei pezzetti di impasto e create dei cordoncini di circa 12/15 cm (io sono andata molto a occhio, la misura è indicativa).
Intingete un lato nello zucchero semolato, e poi adagiateli sulla teglia coperta di carta forno.
Teneteli leggermente distanziati perchè cresceranno un po’ durante la cottura.

Cuoceteli a 180 gradi per circa 12/13 minuti (controllate sempre il vostro forno, alcuni cuociono più velocemente rispetto ad altri).
Lasciateli freddare qualche minuto prima di rimuoverli dalla teglia e fateli poi raffreddare del tutto sulla griglia prima di servirli.

Vanno benissimo anche per accompagnare il tè delle cinque, la colazione, o anche sgranocchiarle quando si sente un certo languorino. Non sono molto dolci, quindi sono perfette anche per chi ha problemi di glicemia (ovviamente c’è un po’ di zucchero, quindi non è una ricetta dietetica!).