Wool Roll Bread e i ricordi del lockdown

Wool Roll Bread e i ricordi del lockdown

Qui in Italia, la seconda settimana di marzo ha ancora nei ricordi il sinistro suono di quella musichetta terrificante con cui il Governo ci metteva in guardia dal virus, nei primi giorni dell’epidemia. L’11 marzo di due anni fa abbiamo chiuso tutto, abbiamo aperto i forni ed iniziato con poca farina e lievito di birra al mercato nero una nuova fase di vita della nostra povera umanità.
Rivedo me stessa mentre mi allaccio il grembiule nella mia piccola cucina rossa, guardando dalla finestra il cielo blu, e ascoltando il silenzio intorno, mentre fuori la primavera si prepara ai suoi colori, malgrado tutto – malgrado noi.

Ho seminato lenticchie e desideri.
Ho lasciato che mi mancassero le persone quelle vere, le abitudini giornaliere, gli abbracci e il cappuccino al tavolo del bar.
Ho lasciato che fossero le piccole cose a sorprendermi, quelle che in un giorno come tutti i giorni nemmeno vedi, mentre cammini a passo svelto verso il prossimo appuntamento.

Ho cucinato, tanto. Per non pensare e per pensare ad altro.

Ho imparato a lavorare in maniera diversa, a preoccuparmi di chi stava troppo lontano, ad avere paura e poi a non averne più.
Pensavo che ne saremmo usciti migliori, ma in realtà non ne siamo ancora usciti, e di migliorare nemmeno a parlarne. Però in quei giorni ho visto angoli di bellezza, solidarietà, sguardi pieni di sorrisi dietro le mascherine improvvisate. E ho immaginato che sì, la speranza c’è sempre che qualcosa migliori.
Non sarà ora, sarà tra un secolo. Ma l’umanità può essere migliore di quella che è, se solo fosse meno egoista.

Wool Roll Bread

Nei giorni del secondo lockdown, che in Italia è quello meno duro ma nel resto del mondo un po’ di più, ha iniziato ad impazzare il gomitolone. Null’altro che un pan brioche lievitato, dalla forma simile a un gomitolone di lana, ha fatto la sua comparsa nelle galleries di tutto l’Instagram.
Come sempre, capire da dove prendano l’avvio i trend che diventano virali è difficile.
Un anno dopo, sono (quasi!!) tutti d’accordo che il primo post del gomitolone sia arrivato da un blog malese, di nome Apron, che ha pubblicato su YouTube un video con cui realizzava questo lievitato.
Dico quasi tutti d’accordo, perchè i soliti adepti dello gné gné hanno trovato un video vietnamita di un anno prima che proponeva la stessa forma.

L’origine non è ormai più importante, dato che ormai il Wool Roll Bread ha spopolato ed imperversato per il tutto il 2021.
Io arrivo sempre per ultima, ma più per vezzo e scelta che non per chissà che motivo. Non avevo voglia di finire nel tritacarne del fare qualcosa perchè è di moda. Come sempre, del resto.

In realtà, stavolta mi sono trovata pentita di non averlo fatto prima, perchè il Wool Roll Bread è davvero buono.
Avevo avuto una mezza idea di farlo colorato, ma non sono più riuscita a trovare la confezione di tè matcha che avevo comprato e che ho perso in qualche scatolone della mia ristrutturazione. Quindi ve lo propongo qui nella versione facile e tradizionale. Se cercate su internet ne troverete di fogge e colori tra i più disparati.

Ho usato nell’impasto il latte condensato, che avevo già provato in un altro lievitato che trovate qui. Se non lo avete, potete provare con lo yogurt. Ormai, da quando l’ho provato per la prima volta, non ho più remore a metterlo anche nei lievitati, non solo nel gelato. Credetemi, ne vale la pena.

Ingredienti (per una teglia da 18 cm):
320 g farina (io ho fatto metà 00 e metà manitoba)
30 g zucchero semolato
4 g lievito di birra fresco
45 g latte condensato
165 g latte
25 g burro ammorbidito
5 g sale

per il ripieno potete usare marmellata, o crema alle nocciole… quel che volete (anche niente!)

Preparazione:
Mettete nella ciotola della impastatrice (o in una ciotola qualsiasi) la farina con lo zucchero, il sale, il lievito sciolto nel latte che deve essere o leggermente tiepido o a temperatura ambiente ma non freddo, e il latte condensato.
Così, date una giratina senza impastare e lasciate riposare venti minuti.

Poi riprendete l’impasto e impastate per sul serio. Se avete la planetaria, usate la velocità più bassa.

Incorporate il burro e impastate per una decina di minuti – deve diventare bello morbido anche se sarà un po’ appiccicaticcio.

Mettete l’impasto in una terrina, copritela con la pellicola e fate lievitare fino al raddoppio (la velocità dipende dalla temperatura che c’è a casa vostra, d’estate in un’ora è già pronto, d’inverno ci vuole un po’ di più).

Mettete un po’ di farina sul piano di lavoro e dividete l’impasto in quattro parti, facendo delle palline, che dovete lasciar riposare dieci minuti.

Nel frattempo, prendete la vostra teglia e foderatela con la carta forno.

Quando riprenderete le palline di impasto, stendetele in rettangoli (vi dico una misura approssimativa, diciamo 24 x 14 cm, ma onestamente sono andata un po’ a occhio).

Prendete un coltellino e tagliate una delle due estremità (lato corto) dei vostri rettangoli in tante striscioline fino ad arrivare a metà del rettangolo. Nella metà non tagliata, mettete un po’ di marmellata o altro ripieno che avrete scelto, e arrotolate il rettangolo su se stesso, in modo che le striscioline che avete tagliato in precedenza finiscano nella parte superiore. Vi verrà un salsicciottino.

Usate lo stesso procedimento per tutte le palline, e poi adagiatele nella teglia seguendo il bordo, e lasciando quindi uno spazio al centro.
Coprite ancora con della pellicola e lasciate lievitare fino al raddoppio.

Accendete il forno a 180 gradi (statico) e quando avrà raggiunto la temperatura, spennellate la superficie del vostro Wool Roll Bread con del latte condensato e cuocetelo per circa una mezz’ora, max 35 minuti.