Contro il muro arancio, a mezzo sole e mezza ombra, il filare. E’ lui, non mi posso sbagliare.
Passa il traffico alle mie spalle, ma lui sta là, dritto e dignitoso. Si fa guardare.
E’ sinuoso, nodoso, orfano in mezzo a un cespuglio di fragole tardive. Gli fa ombra un albero di cachi, che si stanno preparando alla stagione. Piccole sfere verdi che si molleggiano nell’aria di settembre.
Se chiudo gli occhi rivedo i dolci pendii di Maremma, punteggiati da piccole e rade case, e lunghe file di cipressi che con una mano sorreggono il cielo, e con l’altra vegliano sui viali di ingresso. E contano il tempo, che dall’estate che corre rallenta, e passeggia verso l’autunno.
E’ un attimo, un clacson, e torno nell’orto in città. Stretto tra alti muri, la natura si disciplina e cresce, e resiste. E’ il mio personale almanacco.
Adesso i pochi grappoli si gonfiano e splendono al raro sole che si insinua tra un condominio e un garage, mentre ai loro piedi sorridono timide le prime zucche.
Anche se si respirano gli ultimi caldi, il mattino sussurra già l’autunno.
La crostata all’uva è semplicissima, e per non perdere le buone abitudini è anche senza burro. Volendo, potete preparare la crema pasticcera anche senza lattosio, usando del buon latte di mandorla (non zuccherato). Tempo fa avevo preparato una versione senza glutine (che potete trovare qui), oggi invece vi propongo la sua versione passe partout, nel senso che va bene per tutte le stagioni, poichè all’uva potete sostituire la frutta di stagione che preferite.
L’ho decorata con chicchi a casaccio, e penso che sia la soluzione migliore quando non si riescono a trovare (come è stato il mio caso questa volta!) chicchi grandi più o meno tutti uguali. Siccome i semini mi impicciano, ho usato una (peraltro ottima) uva da tavola senza semi, ma voi ovviamente scegliete quella che preferite.
Ingredienti (per una crostata da 24 cm):
per la frolla all’olio:
220 g farina 00
70 g zucchero semolato
60 g olio di semi
1 uovo
una punta di cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di vanillina
uva da tavola a scelta
per la crema pasticcera:
350 ml latte parzialmente scremato (o di mandorle per la versione senza lattosio)
2 tuorli d’uovo
60 g zucchero semolato
35 g farina di riso
la scorza grattugiata di mezzo limone
per la gelatina:
150 ml di acqua
1 cucchiaio di fecola
2 cucchiai di zucchero
Preparazione:
Iniziamo a preparare la Crostata all’uva preparando la frolla all’olio.
In una ciotola rompete un uovo, e aggiungete lo zucchero e l’olio. Emulsionate bene con l’aiuto di una forchetta.
Iniziate ad incorporare la farina due cucchiai per volta. In questo modo, siccome ogni uovo e ogni farina è differente, vi potete regolare in modo da ottenere un impasto liscio e non appiccicoso.
A metà della farina inserite anche la vanillina e il bicarbonato, e poi continuate ad impastare con le mani, appena non appiccica più.
Stendete la frolla all’olio subito (non serve farla riposare in frigo) con l’aiuto di un matterello e della carta forno. Lo spessore deve essere all’incirca 4 mm (io vado a occhio).
Mettetela in uno stampo per crostata imburrato e infarinato e cuocete per circa 20/25 minuti in forno già caldo a 180 gradi, utilizzando il metodo di cottura “in bianco”, cioè senza crema. Per evitare che gonfi dovete stendere sulla torta della carta forno, e riempitela poi con le apposite sfere per la cottura in bianco (si trovano anche su Amazon), oppure io uso anche dei borlotti secchi (che ovviamente non mangerò mai!).
Mentre cuoce la vostra frolla potete preparare la crema pasticcera.
Prendete il latte (eventualmente di mandorla) e scaldatelo senza arrivare al bollore.
In un’altra ciotola mescolate con le fruste i tuorli con lo zucchero, fino a che che non schiariscono un poco. Aggiungete poi la farina di riso e continuate a mescolare con la frusta per evitare i grumi.
Poi versate sopra le uova il latte caldo, mescolate molto bene con la frusta, e per ultime aggiungete le zeste.
Rimettete il tutto nel pentolino dove avevate scaldato il latte, e cuocete per qualche minuto. La crea deve prendere il bollore così si inspessirà. Appena arriverà alla consistenza desiderata, toglietela dal fuoco, copritela con della pellicola (deve toccare la superficie della crema per evitare che si formi quella antipatica pellicola) e fatela raffreddare a temperatura ambiente.
Riprendete quindi la vostra crostata, riempitela quasi fino all’orlo di crema pasticcera ormai freddata, e poi coprite la superficie con degli acini di uva ben lavati e asciugati.
Potete assaggiarla già così, ma siccome volevo dare l’idea di una crostata di pasticceria, ho fatto anche la gelatina da spennellare: ho messo l’acqua in un pentolino con lo zucchero e la fecola (potete anche mette il succo di mezzo limone, se la volete aromatizzare), e mescolate con una frusta a mano.
Accendete il fuoco dolce e attendete che inizi ad addensarsi.
Spegnete quando avrà raggiunto la consistenza desiderata (un po’ gelatinosa).
Attendete che si sia raffreddata prima di stenderla sulla crostata all’uva con un pennello da cucina.
Fate riposare la crostata all’uva in frigo un’ora.