Treccia di brioche al latte di mandorla

Treccia di brioche al latte di mandorla

Quando nel mio frigorifero compare il latte di mandorla, significa che comincio a sentire la primavera. I frutti della mandorla li raccogliamo più in là nell’anno, ma quei gentili e folti fiori bianchi del mandorlo si iniziano a vedere già a marzo (e qualche volta, se il clima è mite, anche a febbraio). Quindi, appena sento un’aria più gradevole, è come se il mio corpo iniziasse a riconoscere i segni della stagione che cambia ed a volere (fortemente) che inizi la mia stagione, la primavera.

La treccia di brioche al latte di mandorla è la prima ricetta veramente simil primaverile che ho realizzato quest’anno. E’ un semplicissimo pan brioche al latte, come l’ho preparato qui. Ho solo aumentato le dosi e l’ho arricchito sostituendo il miele con un po’ di burro (che a me fa tanta primavera, non so perchè!). L’impasto è piuttosto morbido, e infatti se potete vi consiglio di usare la planetaria per impastare. Vi assicurerà tanta fatica in meno, e un impasto ben più incordato e soffice. La lievitazione è molto veloce (per questo troverete molto lievito di burra nella ricetta), ma in questo modo avrete una brioche comunque bella morbidosa e delicata.

La treccia di brioche al latte di mandorla è perfetta a colazione. Potete spalmare della buona confettura, una ottima crema al cacao, o qualsiasi cosa desideriate. L’impasto non è particolarmente dolce e, salvo che non vogliate utilizzare del latte di nocciola zuccherato, ha un sapore neutro che va bene con tutto. Le vostre colazioni inizieranno a decollare… verso la bella stagione!

Ingredienti:
500 gr di farina (metà 00 e metà manitoba)
1 uovo
250 ml di latte di mandorla (potete usare anche il latte normale, comunque)
80 gr di burro morbido
50 gr di zucchero semolato (se usate illatte di mandorla addolcito toglietene un paio di cucchiai)
18 gr lievito di birra fresco
1 pizzico di sale
mandorle a lamelle e un albumeper decorare

Preparazione:
nella ciotola della planetaria mettete le due farine e mescolate.
Intiepidite legggermente il latte di mandorla, e poi scioglietevi all’interno il lievito di birra fresco. lasciate che si attivi nel latte per circa cinque minuti. Se vedere che si inizia a formare una leggera schiumetta vuol dire che è attivato.

Versate la prima metà del latte di mandorla col lievito nella planetaria e iniziate ad impastare a bassa velocità insieme alle faine. Appena il latte di sarà assorbito, mettete un pizzico di sale nell’impasto.

Lasciate mescolare un minuto e poi aggiungete il latte con il lievito rimasti, poi l’uovo e infine lo zucchero, sempre impastando bene ma a bassa velocità.
Quando l’impasto della treccia di brioche al latte di mandorla sarà diventato omogeneo, completate l’impasto con il burro molto morbido a pezzetti.
Continuate ad impastare, fino a che tutto il burro non si sarà assorbito e l’impasto sarà diventate molto morbido ed elastico.

A questo punto, trasferite l’impasto della vistra treccia i brioche al latte di mandorla in una ciotola pulita, copritela con la pellicola e mettetela a lievitare in un luogo tiepido senza spifferi per circa un paio d’ore. deve raddoppiare di volume, quindi a seconda della temperatura della vosta casa potrebbe anche essere sufficiente un’ora, un’ora e mezza.

Terminata la lievitazione, prendete il vostro impasto e dividete l’impasto in tre o quattro parti uguali (a seconda che vogliate fare la treccia a tre o a quattro capi). Ricavate da ciacuna parte dei cilindri lunghi di circa 4 cm di diametro. Io vado ad occhio, li formo fino a che non sono tutti uguali di diametro e lunghezza. La imperfezione è la cosa più bella dei dolci fatti a mano!

Mettete un foglio di carta forno sulla placce del forno, e quando avrete intrecciato la vostra treccia di brioche al latte di mandorla posatela sulla teglia e lasciatela lievitare ancora una mezz’oretta., coperta da un canovaccio.

Accendete il forno (statico) e raggiungete la temperatura di 200 gradi.
Spennellate la treccia con un albume alungato con un po’ di latte di mandorla e spandete supra le mandorle a lamelle a vostre piacere. Se volete potete aggiungere anche la granella di zucchero.

Cuocete la trecchia di brioche al latte di mandorla per circa 30 minuti. Raffreddatela su una gratella e poi servitela tiepida o fredda, anche spolverizzata con dello zucchero a velo, se vi va.

Challah allo zafferano

Challah allo zafferano

La tradizione dello challah, il pane tradizionale ebraico, è lunga e piena di simbolismi e storie meravigiose, come solo le ricette antiche. Si dice che anche le trecce, che sono fondamentali per la forma di questo pane, siano una reminescenza di quanto Dio intrecciò i capelli ad Eva prima di mandarla nel giardino dell’Eden.
Più probabilmente è vera l’altra tradizione, cioè che lo challah simboleggia la manna che Dio fece scendere sul suo popolo fuggito dall’Egitto verso la terra promessa.

Non so se sia più vera l’una o l’altra storia, ma mi piacciono entrambe! Come spesso mi accade con le ricette tradizionali, prima che dalla ricetta resto affascinata dalle storie che quella ricetta tramanda, simboleggia e fa rivivere anche a centinaia di anni di distanza.

Quel che sappiamo della challa del giorno d’oggi è che viene preparata per il pranzo dello shabbat (il sabato) e delle altre feste (tranne Pasqua, quando non si fa lievitare niente. Noi invece siamo un tripudio di lievitati, a Pasqua!! E’ un pane bianco, tendente al dolciastro ma non dolce. E’ un po’ come il pan brioche come consistenza, ma non ha nè butto nè latte, perchè la tradizione ebraica non permette di mangiare insieme carne e derivati del latte. Quindi perfetto anche per gli intolleranti al lattosio!

La versione che vi propongo oggi è quella della challah allo zafferano, una versione un po’ particolare e aromatica, che ho preparato con le amiche Elisabetta, Roberta e Silvia, per un progetto tutto lievito e farina, il nostro Cestino del Pane. Con queste quantità si possono fare due piccole challah o una molto grande. Decidete voi. L’importante è che vi divertiate a impastare, come facciamo noi!

Ingredienti:
480 gr farina 00
85 gr miele
70 gr olio di oliva o di semi (purchè non abbia un sapore forte)
2 uova medie + 1 per spennellare la superficie
8 gr lievito di birra fresco
118 gr acqua a temperatura ambientie + 55 gr di acqua tiepida
1 bustina zafferano in polvere
1 cucchiaino di zucchero
6 gr sale
semi di papavero per guarnire (opzionale)

Preparazione:
Iniziamo a preparare la challah allo zafferano sciogliendo la bustina di zafferano nell’acqua tiepida. Lasciatela in infusione cinque minuti, in modo che lo zafferano si stemperi bene.
In un’altra ciotola mettete l’altra acqua a temperatura ambiente (o leggermente tiepida – non calda però!) insieme allo zucchero e al lievito di birra. Fate sciogliere il lievito e poi lasciate che il lievito di attivi (ci vorranno circa cinque minuti). Il lievito si sarà attivato quando inizierete a vedere sulla superficie una leggera schiumetta.
Mentre aspettate, in un’altra ciotola ancora (oggi vi faccio sporcare tante stoviglie!) rompete le uova, e mescolatele con il miele e l’olio. Per ultimo, aggiungete l’acqua con lo zafferano sciolto.

Prendete ora la farina, setacciatela e mettetela nella ciotola della planetaria (o in una ciotola grande abbastanza per l’impasto) con il sale. Date una mescolata per amalgamare gli ingredienti, e poi iniziate ad aggiungere i liquidi. Prima va unito il lievito sciolto nell’acqua, e poi gli altri (cioè le uova con il miele, l’olio e lo zafferano). Continuate ad impastare fino a che non avrete ottenuto un impasto morbido ed omogeneo.

Dal momento che le uova possono essere di pesi diversi, se vedere che l’impasto è troppo lasco, aggiungete un paio di cucchiai di farina (setacciatela sempre prima!).

Prendete infine una ciotola pulita, ungetela di olio, e versate il vostro impasto della challah allo zafferano. Coprite con un canovaccio o con la pellicola, e fate lievitare in un luogo riparato (nel forno spento andrà benissimo) fino a che non raddoppia. Molto dipende dalla temperatura esterna, in genere si va dalle due alle tre ore.

Una volta che la vostra challah allo zafferano avrà lievitato, riprendete l’impasto e dividetelo in tre e fornate una treccia. Sul web ci sono tantissimi tutorials per intrecciare le challah a quattro o sei capi, o per farle rotonde… Se vi sentite in vena, provate! Con questa quantità ovviamente non verrà un challah da sei, ma uno da quattro, o un challah rotondo sì.

Mettete il vostro challah allo zafferano sulla placca del forno con la carta forno, ricopritelo con un canovaccio e lasciate lievitare ancora un’ora.

Trascorsa anche quest’ora, spennellate il vostro challah allo zafferano con un uovo mescolato con un paio di cucchiai di acqua, spargete sopra (se desiderate) dei semi di papavero (ma va bene anche il sesamo, o niente) e infornate lo challah nel forno statico già caldo a 190 gradi per circa 20/25 minuti.

Aspettate a toglierlo dalla teglia quando si sarà ben intiepidito.

Focaccia dolce (e i ricordi d’infanzia)

Focaccia dolce (e i ricordi d’infanzia)

La focaccia dolce per me è ancora più dolce perchè piena di ricordi di bambina. Lunghi pomeriggi spezzati da questi meravigliosi soli dorati, pieni di cristalli di zucchero deliziosi, che si scioglievano in bocca.

I cristalli di zucchero che cadevano nei buchini erano i più buoni, perchè comparivano sul palato all’improvviso, quasi non li vedevi, e sorprendevano con la loro dolcezza unita al buon olio di oliva.

La ricetta della focaccia dolce è semplicissima, e naturalmente potete utilizzare la base anche per realizzarla salata. Oggi però avevo voglia di ritornare per un attimo quella bambina con i boccoli color miele che si dondola sull’altalena del parco, con le guance coperte di zucchero e olio.

Ingredienti:
250 gr farina 00
200 gr farina manitoba
13 gr lievito di birra fresco
100 ml di acqua tiepida
100 ml di latte (per renderla vegana, usateil latte di soia o di riso)
1 cucchiaio scarso di zucchero
7 gr sale
1 cucchiaio di buon olio EVO

per la salamoia:
100 gr circa di zucchero
25 gr di acqua
25 gr di olio EVO

Preparazione:
Iniziate a preparare la focaccia dolce sciogliendo il lievito nell’acqua tiepida. Tiepida, mi raccomando, non calda!, altrimenti il lievito non si attiverà.
Nella ciotola della planetaria mettete le farine, il lievito sciolto nell’acqua e il latte, un cucchiaio scarso di zucchero (facilita la lievitazione). Mescolate un paio di minuti, poi aggiungete anche il cucchiaio di olio.
Continuate ad impastare ancora un paio di minuti, poi inserite nell’impasto anche il sale.

Naturalmente, potete fare questa operazione anche a mano.

Continuate ad impastare fino a che l’impasto non sarà ben omogeneo. Lasciatelo riposare cinque minuti, poi mettetelo in una ciotola, copritelo con un panno e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido per almeno mezz’ora. Se avete la casa freddina, potete scaldare leggermente il forno, e poi spegnerlo e mettere la ciotola a lievitare.

Trascorsa questa mezz’ora, riprendete l’impasto, e fate un giro di pieghe (stendete l’impasto con i polpastrelli in un rettangolo, e poi piegatelo a portafoglio in tre e poi i lati). Ridate la forma di una palla all’impasto e rimettete a lievitare coperto dalla pellicola per altri trenta minuti.

Passati anche questi ulteriori trenta minuti, stendete l’impasto con le dita sulla placca del forno coperta di carta forno, leggermente unta di olio. Lasciate anche i famosi “buchini” con i polpastrelli, in modo che la salamoia vi possa entrare.
Preparate la salamoia mescolando l’olio e l’acqua, e stendetela su tutta la focaccia dolce, aiuntandovi con le mani, in modo che la salamoia entri nei buchini. Vi potrebbe sembrare tanta a prima vista, ma mettetela tutta! Si asciugherà tanto in cottura, quindi serve tutta.

Fate lievitare ancora la focaccia dolce per trenta minuti, e intanto scaldate il forno alla massima temperatura (o comunque se arrivate a 250 gradi). Spargete poi sulla superficie anche i 100 gr di zucchero, infornate e cuocete la focaccia dolce per circa 15/20 minuti.

Attendete che sia leggermente tiepida prima di gustare questa meraviglia della panetteria italiana!

Treccia lievitata all’arancia

Treccia lievitata all’arancia

Forse non tutti di voi sanno che questo è il mio secondo blog. Il primo risale davvero a quasi un secolo fa, quando a fare blog eravamo in quattro gatti, e non c’erano template carini come quelli di WordPress di oggi, e c’erano spazi limitati su Altervista che, a volerli cambiare, bisognava iniziare a pensarci mesi prima. Mi ero perfino comprata un manuale mastodontico di quasi programmazione, ed ero riuscita a sistemarmi il blog come mi piaceva…. più o meno.
Era la mia finestra su un mondo che mi pareva lontanissimo, allora.

Scrivevo quel che mi passava per la testa, non era solo cucina. Anzi. Libri, musica, tv, attualità, tutto era un’occasione per fiumi di parole. Le parole, forse la mia primordiale passione. Scrivere e, forse un po’ meno (causa timidezza), parlare. Parole di tutte le lingue, verbi, aggettivi, sostantivi, il pensiero che diventa sostanza.

A proposito di sostanza, a proposito di loro: i lievitati. Altra passione tra le passioni. Una sorta di esercizio zen a metà tra la pazienza dell’agricoltore e lo stupore delle mattine di Natale da bambini. Questa treccia lievitata all’arancia in realtà vi farà attendere meno della fioritura di una pianta di zucchine, ma vi assicuro che è di una bontà e morbidezza indimenticabili. Si realizza in brevissimo tempo, e la lievitazione non è particolarmente lunga nè complessa. Nel giro di un paio d’ore avrete una splendida brioche profumata per le vostre colazioni.
La versione di oggi è autunn-invernale, perchè tendo ad usare sempre la frutta di stagione.

Ma vi assicuro che sarà altrettanto buona con un po’ di scorza di limone e tanta buona confettura di pesche o fragole, nei mesi primaveril-estivi. Insomma, una treccia lievitata per tutte le stagioni!

Ingredienti:
200 gr farina 00
125 gr farina manitoba
12 gr lievito di birra fresco
50 gr zucchero smeolato
1 uovo
120 ml di latte (io di mandorle, ma usate anche quello normale) -non freddo!
45 gr burro ammorbidito
1 bustina di vanillina o un cuchciaino di estratto di vaniglia
3/4 cucchiai di marmellata di arance + 1 per la superficie

Preparazione:
Iniziate a preparare la vostra treccia lievitata all’arancia scaldando lievemente il latte – deve risultare appena tiepido. Scioglietevi all’interno lo zucchero e poi, sempre girando leggermente, scioglietevi all’interno anche il lievito di birra.
Lasciate riposare una decina di minuti.

Mettete nella ciotola della planetaria (o una ciotola wualsiasi) le farine, la vanillina o l’estratto di vaniglia, e le zeste dell’arancia. Date una breve mescolata e poi introducete anche il burro ammorbidito tagiato a pezzetti.
Iniziate ad impastare brevemente, poi unite l’uovo (precedentemente sbattuto leggermente con una forchetta) e il latte con il lievito e lo zucchero.

A questo punto, iniziate ad impastare bene – con la planetaria ci vorranno una decina di minuti, a mano forse un po’ di più. Deve risultare un impasto uniforme che si stacca dalle mani o dalla ciotola della planetaria (si dice, a questo punto, che l’impasto è incordato).

Mettete l’impasto in una ciotola pulita, copritelo con della pellicola alimentare, e lasciatelo lievitare per un’ora circa (anche un’ora e mezza) in un luogo protetto della casa, lontano dagli spifferi.

Riprendete l’impasto, e con l’aiuto di un matterello standetelo sulla carta forno in forma rettangolare, a uno spessore di circa mezzo centimetro. Dividete idealmente il rettangolo in tre parti uguali, e al centro ponete la marmellata di arance, stendendola in maniera uniforme, tenendo uno spazio di due dita agli estremi della parte centrale.

Con l’aiuto di una rotella per pizza, o di un coltello ben tagliente, tagliate le due rimanenti parti a strisce diagonali, larghe circa un paio di dita ciascuna.
Piegate all’interno, sulla marmellata, i due estremi della parte centrale dell’impasto lasciati liberi dalla marmellata.
Intrecciate quindi sopra la marmellata le strisce laterali, dando all’impasto la forma di un filoncino allungato.

Spostate la vostra treccia lievitata all’arancia nella teglia del forno, e cuocetela nel forno già caldo a 180 gradi per 25 minuti circa.

Quando la treccia inizia a colorirsi, prendete un cuchciaio di marmellata dal vasetto e stemperatelo con un po’ di acqua, e con un pennello o con le dita spargetela sulla superficie della traccia lievitata all’arancia. Potete mettere sopra delle amndorle a lamelle (o a granella) come ho fatot io per fare una texture diversa, ma vanno bene anche i cristalli di zucchero.

Sfornate e fate raffreddare prima di servire la vostra treccia lievitata all’arancia. Potete spolverarla con lo zucchero a velo, se volete.

Un’altra idea con l’arancia? Prova questa Chiffon cake all’arancia e cioccolato!

Torta di rose con crema al limone

Torta di rose con crema al limone

Non c’è posto al mondo che io ami più della mia cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tanti strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.

Sono passata dalla cameretta alla cucina, senza “vivere” gli altri ambienti della casa. Come tutte le adolescenti di questo mondo, mi sentivo veramente “a casa” solo nella mia cameretta, dove ho letto, studiato, sognato, suonato, vissuto l’adolescenza e il passaggio all’età adulta. Poi, quando ho avuto la “mia” casa, ho ricominciato a vivere. In cucina.

A volte mi rendo conto di stare in cucina tutto il tempo anche senza dover per forza cucinare. E’ diventato un po’ il mio mondo, in cui cucino sì, ma anche leggo, parlo al telefono, guardo la tv, stiro, mangio, faccio ginnastica… in questi minuscoli metri quadrati ho ricostruito un altro mondo, che profuma sempre di qualcosa di buono. Spesso di molto buono, come quando preparo la torta di rose con crema al limone. Originaria del Trentino, ma ormai diffusissima, è una torta di pan brioche da farcire con tutto quanto si desidera: nutella, confettura, crema pasticcera… Oggi vi lascio la versione con una leggerissima crema di limone, in versione vegan perchè senza uova né burro. Questa crema pasticcera la potrete utilizzare per qualsiasi cosa voi desideriate, quindi segnatevi la ricetta che non si sa mai!

Ingredienti:
Per il lievitino
15 gr lievito di birra
50 gr acqua tiepida
30 gr farina 00
1 cucchiaio di zucchero

Per l’impasto
250 gr farina 00
250 gr farina manitoba
200 ml latte tiepido
80 gr zucchero
120 gr olio vegetale
1 uovo

Procedimento:
Preparate il lievitino mescolando bene tutti gli ingredienti in una ciotola con l’aiuto di una forchetta. Coprite con la pellicola alimentare, e mettete a riposare mezz’ora in un luogo sl riparo da correnti ( di solito lo lascio nel forno spento, senza lucina).

Dopo mezz’ora versate il lievitino maturato in una ciotola più grande, e aggiungete il latte lo zucchero, l’olio eun uovo. Mescolate con l’aiuto di una frusta a mano, ma molto leggermente (non serve montare).
A questo punto, aggiungete un po’ alla volta le farin, mescolando e impastando con le mani (se la avete, usate la planetaria, a velocità bassa).
Lavorate la pasta fino a che non sarà diventata liscia e morbida.
Ora mettetela a lievitare fino al raddoppio (ci virranno un paio d’ore) in una ciotola pulita, coperta dalla pellicola alimentare e da un panno.

Trascorso questo periodo, lavorate l’impasto e stendetelo con il mattarello a forma rettangolare.

A questo punto, potete stendere uno strato di marmellata, Nutella… oppure della mia crema vegan al limone, che preparerete con
250 ml latte
60 gr zucchero
La scorza di un limone
Mezzo cucchiaino di essenza di vaniglia
30 gr di maizena

Mettete a scaldare il latte con la scorza del limone (non grattugiata) fino al punto prima del bollore. In un’altra ciotola, mescolate insieme gli ingredienti secchi.
Quando il latte arriva ad ebollizione, togliete la scorza e versate il latte nella ciotola degli ingredienti secchi, mescolando continuamente con la frusta a mano.
Rimettete poi sul fuoco il composto, e a fuoco lento cuocete la crema fino a che non inizia ad addensare. A questo punto toglietela dal fuoco, e fatela raffreddare coperta dalla pellicola alimentare, che deve toccare la superficie della crema. Usatela fredda.

Arrotolate poi il rettangolo e tagliatelo in pezzetti uguali. Disponeteli uno a fianco all’altro in una teglia foderata di carta forno. Fate lievitare ancora 30 minuti, coperto con la pellicola.

Trascorsa la mezz’ora, mettete in forno caldo a 180 gradi la teglia, per circa 40/45 minuti.

Spolverate con zucchero a velo, se volete, prima di servire la vostra torta di rose con crema al limone.

Pane dolce con pesche e more di rovo

Pane dolce con pesche e more di rovo

A settembre succedono giorni di cielo sceso in terra. Si abbassa il ponte levatoio del suo castello in aria e giù per una scala azzurra il cielo si appoggia per un poco al suolo.”

Settembre torna con il suo piglio di vero gennaio, perchè è a settembre che tutto ricomincia. A gennaio non ricomincia nulla, in verità – è solo questione di numeri. E’ a settembre che la vita riprende, a settembre che si fanno i propositi per il nuovo anno.
E soprattutto è a settembre che l’estate cede il passo all’autunno. Non subito, però! Abbiamo ancora tempo qualche settimana per gustare gli ultimi frutti di stagione, dolci, succosi e colorati. Così nasce il pane dolce con pesche e more di rovo, che è una focaccia che si crede pane, e alla fine diventa tutte e due le cose. Perfetto per la colazione, con tanta buona confettura, ma anche per accompagnare degli ottimi salumi. La frutta dolce crea un contrasto perfetto con la salinità degli insaccati. La base di questo pane è versatile, la potete accompagnare anche ai fichi, all’uva, a ogni frutto dolce e morbido tipico della stagione estiva.

La preparazione richiede solo pazienza; non è affatto difficile, non lasciatevi intimorire! Il risultato, sono sicura, vi stupirà.

Ingredienti:
300 gr di farina tipo 1
100 gr farina 00
10 gr lievito di birra fresco
30 ml olio EVO
300 ml di acqua tiepida
30 gr zucchero semolato o di canna
5 gr sale
1 pesca piccola matura
more q.b.
10 gr olio EVO
eventualmente zucchero di canna

Procedimento:
In una ciotola, o nella impastatrice, mettete le due farine e lo zucchero. Mescolate gli ingredienti secchi tra loro e poi versate a poco a poco l’acqua, in cui avrete sciolto il lievito di birra.
Intanto che versate a filo l’acqua, continuate ad impastare in modo da far assorbire il liquido all’impasto. Aggiungete poi l’olio, sempre impastando. Per ultimo, aggiungete il sale.

Impastate per qualche minuto, fino a che non avrete ottenuto un panetto liscio, e solo leggermente appiccicoso.
Mettetelo a lievitare in una ciotola fino al raddoppio del volume (ci vorranno circa due ore).

Riprendete l’impasto, sgonfiatelo leggermente, e poi mettetelo in una teglia di circa 26 cm di diametro già foderata con carta forno. Nello stendere l’impasto, usare pure i polpastrelli delle dita, di modo che lascino sulla superficie dei piccoli buchini.
Fate lievitare nella teglia ancora per 40 minuti.

Riprendete poi l’impasto, spennellatelo con una emulsione di olio e acqua, facendo entrare l’emulsione anche nei buchini che avrete creato con i polpastrelli sulla superficie, e poi decoratelo con la frutta – nel nostro caso le pesche tagliate a fette e qualche mora di rovo. Se lo desiderate, per fare una nota maggiormente dolce, potete anche spolverizzare la superficie con dello zucchero di canna.

Informate a 200 gradi per circa 40 minuti .
Servite il il pane dolce con pesche e more di rovo leggermente tiepido, accompagnandolo con della confettura o dei salumi freschi.