Quanti proverbi conoscete che contengono la parola “pane”? Almeno una ventina vi verranno in mente senza nessuno sforzo. “Dire pane al pane“, “non è pane per i miei denti“, “guadagnarsi il pane“.. fino al più evangelico “non di solo pane…“.
Non hanno avuto la stessa sorte i grissini, che però hanno una nobilissima storia, e non potrebbe essere altrimenti visto che sono originari di Torino. La parola “grissino” deriva da ghërsa, un termine torinese che indica il pane di forma allungata, tipico della città. La storia ci racconta che i grissini nacquero alla fine del 1600, per far mangiare il piccolo Vittorio Amedeo II, futuro re inappetente (pare che fosse allergico al lievito).
Il successo fu immediato, e non solo a corte, tanto che da allora i grissini si diffusero pressoché ovunque in Italia. Si mangiano a colazione, a pranzo, cena… in ogni momento della giornata, insomma.
Stirati, robatà, all’olio, al sesamo, al finocchio… le varianti dei grissini sono innumerevoli, così come le forme, arrotolate, nodose, larghe, strette.
Ingredienti e forme a parte, i grissini sono amatissimi da chiunque. Vi sfido a trovare un solo italiano che al tavolo di un ristorante non abbia voracemente attaccato il misero pacchettino di grissini che viene offerto in attesa dell’arrivo del menù.
In questa lunghissima e nobile storia dei grissini mi inserisco umilmente anche io con la mia versione dei Grissini al farro all’olio, che si realizzano con una certa facilità, e che sto preparando ormai a nastro da qualche settimana. Ho fatto diverse prove prima di arrivare a una ricetta che tutti possano realizzare, con prodotti che si possono facilmente trovare in ogni casa (o comunque in ogni supermercato, per quanto piccolo possa essere).
L’importante è che l’olio che utilizzate sia un extravergine di oliva buono. Io ho approfittato per finire il mio amatissimo olio maremmano, l’ultima lattina acquistata la scorsa estate, che ha dato ai miei grissini un profumo e un gusto straordinari.
Provateli, ne vale davvero la pena.
Grissini di farro all’olio d’oliva
Ingredienti (per tre teglie di grissini):
500 gr di farina di farro
250 g di acqua tiepida
8 g lievito di birra
50 g olio EVO
8 g sale
olio e sale da mettere in superficie
Preparazione:
In una ciotola mettete la farina di farro (se non l’avete potete fare metà e metà di farina 00 e manitoba).
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida (mi raccomando, non calda altrimenti “ucciderà” il lievito), e poi versatene una metà nella farina, e iniziate ad impastare.
Se avete la planetaria sarà facilissimo e non vi sporcherete nemmeno le mani, ma si può fare benissimo anche a mano.
Una volta che l’acqua si sarà assorbita, inserite anche il sale, e impastate di nuovo.
Poi aggiungete anche il resto dell’acqua con il lievito, e impastate nuovamente.
Infine, aggiungete anche l’olio e impastate ancora, fino a che non raggiungerete una consistenza liscia e compatta.
Prendete il vostro impasto, ponetelo in una ciotola e copritelo con della pellicola.
Lasciatelo lievitare fino al raddoppio della massa. La tempistica dipende dalla temperatura che avete in cucina. In estate potrebbe volerci un’oretta e mezza circa, magari d’inverno una mezz’oretta in più.
Riprendete l’impasto, spolverate il piano di lavoro con un po’ di farina, e stendete l’impasto in forma rettangolare, a un’altezza intorno al mezzo centimetro.
Copritelo con la pellicola, o con un canovaccio, e fate riposare ancora una mezz’oretta.
Prendete un coltello (io mi trovo bene con la rotella tagliapizza) e tagliate l’impasto in tanti bastoncini, e metteteli sulla teglia coperta di carta forno, leggermente distanziati. Con queste quantità, di solito ne escono tre teglie.
Potete lasciarli diritti o arrotolarli su se stessi. Nella foto ho usato un paio di forme diverse, ma vi assicuro che sono buoni in ogni forma.
Prendete un po’ di olio, e spennellate i grissini di farro all’olio sulla superficie, e poi spargete un po’ di sale fino sulla superficie dei grissini.
Cuocete i grissini in forno già caldo a 180 gradi per circa 20 minuti, poi lasciateli raffreddare in modo che si possano indurire.
Si conservano per diversi giorni, ma non vi so dire quanti perchè… sono finiti sempre in due giorni!