Torta alla zucca e mandorle, e un’ode all’autunno

Torta alla zucca e mandorle, e un’ode all’autunno

La fine dell’estate porta con sé quella melancolia delle giornate che si accorciano, delle mattine che si raffreddano, della pioggia e del sole sempre più basso sull’orizzonte.
Tutti a rammaricarsi, a pensare con nostalgia alle serate in riva al mare, al profumo di cocco sulle spiagge, ai prati verdeggianti delle montagne.

L’autunno ha il suo fascino. E’ molto nascosto, sotterrato dal tappeto di foglie colore dell’oro e del rame che scricchiolano, svolazzano, si rincorrono spinte dal vento.
E’ quel raggio di sole all’improvviso che spunta di sbieco e squarcia le nubi.
E’ quella sottile nebbiolina sospesa al mattino, che trasforma prati e strade in un regno magico e ovattato. E’ lo scoiattolo che cerca le ghiande e ne fa scorta in silenzio, scaldandosi agli ultimi raggi di sole.

E’ indubbiamente la stagione più arancione che ci sia. Zucche, le prime arance e i mandarini. I.. sì, quei cosini cinesi che forse fanno qumquat.. kumquat… beh, avete capito.
E’, insomma, quella terra di mezzo dove si rallenta, e si comincia ad ammirare il paesaggio.

Oggi vi propongo una ricetta che più facile di così non si può. Si sporca una sola ciotola, tranne ovviamente il mixer per sminuzzare la zucca, che in questa torta va cruda. Un bel risparmio di tempo, no?
La Torta alla zucca e mandorle è talmente semplice che non può non diventare la vostra preferita di stagione. E’ anche versatile, perché a marzo/aprile potrete sostituire la zucca con le carote e… voilà una bella torta primaverile.
Si presta a un sacco di personalizzazioni, ed è pronta in dieci minuti, oltre il tempo di cottura. Una bella comodità se vi doveste accorgere a fine giornata di non avere nulla per la colazione.
Non ci credete? Allora iniziamo insieme a preparare la nostra Torta alla zucca e mandorle!

Ingredienti (per uno stampo da 18/20 cm):
100 gr di farina integrale (ma potete usare anche la 00)
30 gr di di mandorle
40 gr di mandorle senza pelle
140 gr di zucca cruda (io butternut) già mondata e tagliata a pezzetti
90 gr zucchero
10 gr lievito per dolci
2 uove
50 ml olio delicato (io di riso)
un pizzico di sale

Procedimento:

Prendete le mandorle e sminuzzatele in un mixer fino a formare una farina abbastanza grossolana, e mettete da parte.

Nello stesso mixer mettere la zucca tagliata a pezzetti e frullatela, fino a che non diventa una specie di purea. Unite, a questo punto, anche l’olio e le due uova, e fate andare ancora il mixer qualche minuto, fino a che non diventa un composto liquido e di colore omogeneo.

In una ciotola mettete la farina e il lievito setacciati, e aggiungete la farina di mandorle, le mandorle tritate a farina grossolana e lo zucchero, e mescolate.
Unite ai secchi la parte liquida, e incorporatela con una spatola fino a che non si forma un impasto morbido.

Imburrate e infarinate (o foderate di carta forno) una piccola teglia da 18/20 cm di diametro, e versatevi l’impasto, avendo cura di livellarlo.

Infornate nel forno statico già caldo a 175 gradi per circa 30/35 minuti.
Fate sempre la prova stecchino – se uscirà bello asciutto, la vostra Torta alla zucca e mandorle è pronta. Altrimenti dovrete lasciarla cuocere ancora qualche minuto.

Fate raffreddare e, se vi va, spolveratela di zucchero a velo.

Ricotta di mandorle. Ma esiste il formaggio vegano?

Ricotta di mandorle. Ma esiste il formaggio vegano?

Sono ormai cinque anni che, per me, gennaio è sinonimo di Veganuary. Vi avevo già brevemente raccontato quando e come è nato Veganuary, e soprattutto perchè. Trovate l’articolo del blog in cui ne parlo proprio qui.

Arrivato anche questo gennaio 2023, dopo cinque anni di ricette, esperimenti e tentativi vari, avevo bisogno di una sfida nuova, e l’ho buttata sul caseario. Così, per partire col botto, insomma.

Sono anni che vorrei fare la ricotta vaccina fatta in casa. E’ un latticino (non formaggio!) abbastanza semplice da fare anche a casa. Il processo di coagulazione si può benissimo fare a casa, basta un termometro da cucina, e un acido, di solito il limone. La ricotta che compriamo al supermercato è poi anche (per l’appunto) ri-cotta, ma la cagliata che si ottiene è abbastanza simile al prodotto originale.

Ma poi mi sono imbattuta in un articolo di La Cucina Italiana, che parlava della Ricotta di mandorle, e di come fosse un prodotto semplice da fare a casa, e mi sono detta: perché no?
Sono stata in dubbio se chiamarla o meno Ricotta di mandorle, e il motivo è presto detto. I sostituti dei prodotti caseari con prodotti plantbased non sarebbero da chiamare formaggi. Quindi, per la proprietà transitoria, se la ricotta è latticino, una cagliata simile ma ricavata dalle mandorle la dovrei chiamare… boh. Non mi veniva in mente niente. Prodotto vegano simile a ricotta ma fatto con le mandorle? Un titolo SEO lungo come un romanzo.
In più, come mi ha raccontato la mia amica Letizia del blog Senza è Buono, ci sono là fuori orde di difensori dei latticini dall’offesa facile in quanto all’uso del termine formaggio. Epperò… niente, non mi viene in mente niente. Lasciatemela chiamare Ricotta di mandorle, e abbiate pietà.

Se la doveste provare, sono sicura che mi perdonereste. La Ricotta di mandorle si fa semplicemente, partendo da tre ingredienti: mandorle (pelate), acqua e limone. Se volete potete aggiungere il sale, specie se intendete usarla come se fosse formaggio (spero vada bene così!). Io l’ho adorata spalmata sul pane a colazione, con un filo di sciroppo di agave (se non siete vegani va benissimo anche il miele) e qualche mandorla per il crunch che dà sempre tanta soddisfazione. Non dovete per forza essere vegani per amarla.

Queste quantità sono per due fuscelle da circa 200/250 grammi. Si trovano online, oppure potete usare anche quelle di riciclo delle ricotte acquistate in salumeria. L’importante è che abbiano i fori per lasciare scolare il siero.

Ricotta di mandorle
Ingredienti:

200 g di mandorle pelate
900 g acqua
40 g succo di limone
(eventualmente il sale)

Preparazione:
La sera precedente dovete mettere a bagno le mandorle nell’acqua. Non ne serve tanta, basta che siano coperte per bene e ci sia un dito di acqua sopra di esse.
Devono stare a mollo almeno otto ore, quindi vi consiglio di metterle a mollo, spegnere la luce e andarvi a fare un bel sonno ristoratore. Tanto non scappano!

Prendete quindi un frullatore, dopo che vi sarete svegliati e ben riposati, mettete nel bicchiere le mandorle senza l’acqua (so che alcuni lasciano l’acqua di governo, ma io ogni tanto ci trovo della schiumetta che non mi piace, quindi butto), e aggiungete 500 g di acqua.
Frullate alla massima potenza per qualche minuto, fino a che non si sarà formato il latte di mandorle. Le mandorle ben bagnate si sfalderanno con facilità.
Aggiungete quindi altri 400 g di acqua, e azionate ancora il frullatore per un minuto, giusto il tempo di amalgamare il tutto.

Prendete quindi un piccolo tegame, sufficientemente ampio da contenere il latte di mandorle che avete appena fatto, e portatelo al bollore.
Appena inizia a bollire, spegnete subito, e versate nel latte di mandorla il succo del limone.

Mescolate molto bene, in modo che il succo possa far cagliare il latte di mandorla.

Prendete quindi una bacinella, appoggiatevi sopra un colino (io ho usato uno scolapasta con la trama abbastanza fitta), copritelo con un telo di cotone (o una garza, ce ne sono alcune in commercio. Io ho usato uno strofinaccio di cotone), e facendo attenzione versate il contenuto del tegame piano, in modo che la parte acquosa (se fosse un latticino avrei detto il siero) inizi a colare, lasciando affiorare (ma l’avrete, a questo punto, già vista da voi!) la cagliata.
Se gradite, aggiungete il sale.

Fate sgocciolare qualche ora. A mano a mano che passa il tempo vedrete che nel telo si inizierà a formare una sostanza della consistenza della ricotta. Dopo circa tre o quattro ore prendete le vostre formine da ricotta, riempitele di Ricotta di mandorle, fatele sgocciolare ancora un’oretta e poi mettetele in frigorifero.

Si conservano tre o quattro giorni in frigorifero.
Le potete usare in purezza, o magari nei dolci, in sostituzione dello yogurt o del burro.

Torta alle prugne e mandorle per salutare l’estate

Torta alle prugne e mandorle per salutare l’estate

Eh, signora mia! Non ci sono più le mezze stagioni! Mercoledì eravamo presi alla gola da un’afa di quelle cattive anche a settembre, e tra umidità esterna e mascherina si sudava che nemmeno a luglio. Stamattina 14 gradi – e dico quattordici! – e via di piedi gelati e starnutino di buongiorno!
Mi sono lamentata della fine dell’estate per giorni, e so di essere stata pedante e petulante. Eppure stamattina ecco che apro la porta e ho un assaggio dell’autunno, che mi trova totalmente impreparata! Non ho nemmeno imparato ad accendere il riscaldamento dell’auto nuova… così non si fa!

Naturalmente siamo nella settimana che cammina sul crinale delle stagioni, e come ogni anno mi stavo cimentando nel mio sport preferito, ovvero fare dolci con le prugne senza postarne la ricetta! Ho preparato, negli anni, crostate deliziose con tanto di foto (bruttina quella, ma purtroppo ognuno ha i suoi limiti!) che poi sono finite nel dimenticatoio. Non so perché le torte con le prugne fanno sempre questa brutta fine, dalle mie parti. Eppure sono il frutto di stagione per eccellenza, quello che ci prende la mano calda e ce la restituisce freddina.

Per anni ho vissuto nella errata convinzione (o misapprehension, in milanese moderno) che le prugne si chiamassero susine e le susine prugne. Come quando ti presentano uno che si chiama, che so io, Michele, e tu imperterrito lo saluti “ciao Pietro!”, dimenticando ogni volta il suo vero nome! (Ogni riferimento è puramente casuale… non è vero, in realtà. Queste gaffes ogni tanto le faccio pure io!).
Shakespeare è assai romantico quando fa dire a Giulietta “che cos’è un nome?”. In realtà, almeno stavolta, un nome è importante per evitare che il fruttivendolo ti sotterri di susine quando, in realtà, avresti voluto delle dolcissime prugne (che sono quelle un po’ bislunghe, per intenderci).

Quindi mi stringo nel soprabito, soffio il naso, e vi lascio questa semplicissima ricetta di vera metà stagione, un po’ estate e un po’ no. La Torta alle prugne e mandorle è perfetta per la prima colazione. Le mandorle danno quel bel saporino robusto tipico dell’autunno, mentre le prugne chiamano ancora il sole dolce dell’estate. Insieme sono una favola! Se siete un po’ più autunnali potete anche azzardare un po’ di cannella (io l’ho fatto, e il profumo ci guadagna!), altrimenti lasciate pure che siano prugne e mandorle a raccontarci il mese di settembre!

Dimenticavo: questa ricetta non ha lattosio. Se avete problemi su quel versante, questa torta fa proprio al caso vostro!

Ingredienti (per una teglia da 18 cm):
100 g farina di mandorle
100 g farina 00
100 g zucchero semolato
8 g lievito vanigliato
2 uova
80 ml olio (io di riso)
un cucchiaino di cannella (opzionale, ma io lo preferisco)
buccia grattugiata di un limone
4/5 prugne tagliate in quarti
2 cucchiai di zucchero di canna
qualche manciata di mandorle a lamelle

Preparazione:

In una ciotola, montate le uova con lo zucchero fino a che non si saranno almeno duplicate in volume. Aggiungete, a questo punto, la scorza grattugiata del limone, la farina OO e il lievito (che dovete setacciare, per una miglior lievitazione della torta).
Unite poi anche la farina di mandorle, che io consiglio di setacciare. Lo so che è lunga così, ma in questo modo si incorpora ancora più aria, e il risultato di una bella crescita della torta e di una certa sofficità è garantito.

Mescolate bene con una spatola e poi aggiungete la cannella (io la consiglio, se non vi piace omettetela).

Infine, aggiungete anche l’olio, e mescolate ancora, in modo che l’impasto ammorbidisca.

In realtà vedrete che l’impasto non sarà liquido, ma abbastanza consistente. In questo modo, la frutta non sprofonderà ma resterà ben in superficie.

Prendete uno stampo (meglio a cerniera) e copritelo con la carta forno (oppure imburratelo e infarinatelo).
Versate quindi l’impasto della Torta alle prugne e mandorle nello stampo, livellandolo leggermente.

A questo punto, lavate le prugne e tagliatele in quarti, e disponetele a raggera sulla superficie dell’impasto.

Quindi, spargete sulla superficie lo zucchero di canna e le mandorle a lamelle.

Infornate nel forno già in temperatura a 170 gradi e cuocete per circa 45/50 minuti. Mi raccomando, fate sempre la prova stecchino!

Lasciate intiepidire la torta prima di estrarla dallo stampo. Se volete potete anche spolverizzarla con lo zucchero a velo, ma a me piace così, al naturale.

La Torta alle prugne e mandorle è perfetta per accompagnare le vostre colazioni. E a proposito di prugne e colazioni, se volete un’alternativa, che ne dite di provare i Pancakes e la confettura di prugne e vaniglia?

Plumcake alle ciliegie mandorle e cardamomo

Plumcake alle ciliegie mandorle e cardamomo

Ci sono estati ed estati, alcune torride ed altre meno. Questa è una estate monsonica, perchè ogni volta che piove diluvia.
Mai che ci siano quattro gocce. Si scatena l’inferno di acqua e grandine.
E mai grandine normale. Palle da tennis di ghiaccio che ti piombano in testa.
E’ l’effetto del cambiamento climatico, che tutti fingiamo di non vedere fino a che non troviamo il lunotto sfondato da una grandinata mai vista e all’improvviso ci svegliamo dal nostro torpore e realizziamo che, sì, forse c’è qualcosa che non va.

Ho sempre sostenuto la stagionalità di frutta e verdura perchè avere le fragole in tavola a Capodanno mi sembra snaturare nel profondo i cicli delle nostre piante, vive e utili compagne del nostro viaggio sul nostro splendido pianeta terra. Per questo, arrivati ormai in fondo alla stagione delle ciliegie, anche se con le fragole sono il mio frutto preferito, le lascerò dolcemente andare, fermandomi sulla soglia a salutarle (sperando che tornino presto!) con questo delizioso Plumcake alle ciliegie mandorle e cardamomo. Ho scoperto che sono la triade perfetta, soprattutto se nel plumcake ci mettiamo le ciliegie tardive del Trentino, quei palloncini grossi e rosso sangue (venoso, però!), pieni zeppi di succo e dolcezza.

Il connubio con il cardamomo è l’elemento “in” di questo dolce. So che molti lo avvicinano con sospetto, soprattutto nei dolci. Non è una spezia comune nei dolci, lo ammetto. Ma, fidatevi, ne vale la pena. Complice anche Biagio di Gloggtheblog, che ha aggiunto questa spezia in una mia vecchia ricetta ottenendo un risultato strepitoso, ho voluto riprovarci anche io.
Qualche tempo fa avevo realizzato un profumatissimo Pound cake al limone e cardamomo, quindi mi pareva che un anno dopo fosse un tempo sufficiente per riprovare.

Date una chance al cardamomo . Questo sarà il nostro nuovo mantra!

Ingredienti:
15 ciliegie denocciolate (io ho usato quelle trentine, che sono belle grandi)
200 g farina 00
150 g zucchero semolato
100 g farina di mandorle
200 ml latticello
100 ml olio (io di riso)
2 uova
8 g lievito per dolci
2 g bicarbonato
10 semi di cardamomo
2 cucchiai di mandorle a lamelle
zucchero a velo per decorare

Preparazione:
Iniziate a preparare il plumcake alle ciliegie mandorle e cardamomo preparando il latticello. Il latticello è anche chiamato buttermilk ed è generalmente utilizzato nelle ricette anglosassoni (da dove viene questa ricetta, by the way) ma meno da noi. Però lo possiamo realizzare anche noi in casa. Basta prendere 200 ml di latte (quello che volete) e aggiungere un cucchiaio di aceto di mele (ma va bene anche succo di limone, stessa quantità). Lasciatelo riposare dieci minuti e il gioco è fatto! A che serve? A rendere soffice il nostro plumcake!

In una ciotola mettete le uova (a temperatura ambiente, mi raccomando), lo zucchero, l’olio e il latticello e con l’aiuto dell efruste sbattete bene questi ingredienti.

Prendete i semi interi di cardamomo, apriteli e, se lo avete, prendete il macinino per macinarli il più fini possibile, e poi aggiungeteli all’impasto.
Se non lo avete, metteteli così, schiacciandoli solo con l’aiuto di un coltello così rilasceranno l’aroma (potete aumentare la quantità se vi piace questa spezia, ma non supererei il grammo, altrimenti copre le mandorle e le ciliegie!).

A questo punto potete aggiungere i secchi, cioè prima la farina di mandorle e poi la farina setacciata con lievito e bicarbonato.

Foderato uno stampo da plumcake con della carta forno e versate l’impasto così ottenuto. Già il plumcake è buono così, ma con le ciliegie aumenterà il sapore.

Prendete delle ciliegie, lavatele, privatele del nocciolino e immergetele nell’impasto. Potete lasciarle anche in superficie, tanto quando crescerà le ciliegie si andranno a posizionare all’interno. Mettete sulla superficie le mandorle a lamelle.

Cuocete il plumcake nel forno già caldo a 180 gradi per 45 minuti.

Quando è cotto, toglietelo dal forno, attendete dieci minuti poi toglietelo dallo stampo e fatelo raffreddare su una gratella. Spolverate con zucchero a velo prima di srevire.

Treccia di brioche al latte di mandorla

Treccia di brioche al latte di mandorla

Quando nel mio frigorifero compare il latte di mandorla, significa che comincio a sentire la primavera. I frutti della mandorla li raccogliamo più in là nell’anno, ma quei gentili e folti fiori bianchi del mandorlo si iniziano a vedere già a marzo (e qualche volta, se il clima è mite, anche a febbraio). Quindi, appena sento un’aria più gradevole, è come se il mio corpo iniziasse a riconoscere i segni della stagione che cambia ed a volere (fortemente) che inizi la mia stagione, la primavera.

La treccia di brioche al latte di mandorla è la prima ricetta veramente simil primaverile che ho realizzato quest’anno. E’ un semplicissimo pan brioche al latte, come l’ho preparato qui. Ho solo aumentato le dosi e l’ho arricchito sostituendo il miele con un po’ di burro (che a me fa tanta primavera, non so perchè!). L’impasto è piuttosto morbido, e infatti se potete vi consiglio di usare la planetaria per impastare. Vi assicurerà tanta fatica in meno, e un impasto ben più incordato e soffice. La lievitazione è molto veloce (per questo troverete molto lievito di burra nella ricetta), ma in questo modo avrete una brioche comunque bella morbidosa e delicata.

La treccia di brioche al latte di mandorla è perfetta a colazione. Potete spalmare della buona confettura, una ottima crema al cacao, o qualsiasi cosa desideriate. L’impasto non è particolarmente dolce e, salvo che non vogliate utilizzare del latte di nocciola zuccherato, ha un sapore neutro che va bene con tutto. Le vostre colazioni inizieranno a decollare… verso la bella stagione!

Ingredienti:
500 gr di farina (metà 00 e metà manitoba)
1 uovo
250 ml di latte di mandorla (potete usare anche il latte normale, comunque)
80 gr di burro morbido
50 gr di zucchero semolato (se usate illatte di mandorla addolcito toglietene un paio di cucchiai)
18 gr lievito di birra fresco
1 pizzico di sale
mandorle a lamelle e un albumeper decorare

Preparazione:
nella ciotola della planetaria mettete le due farine e mescolate.
Intiepidite legggermente il latte di mandorla, e poi scioglietevi all’interno il lievito di birra fresco. lasciate che si attivi nel latte per circa cinque minuti. Se vedere che si inizia a formare una leggera schiumetta vuol dire che è attivato.

Versate la prima metà del latte di mandorla col lievito nella planetaria e iniziate ad impastare a bassa velocità insieme alle faine. Appena il latte di sarà assorbito, mettete un pizzico di sale nell’impasto.

Lasciate mescolare un minuto e poi aggiungete il latte con il lievito rimasti, poi l’uovo e infine lo zucchero, sempre impastando bene ma a bassa velocità.
Quando l’impasto della treccia di brioche al latte di mandorla sarà diventato omogeneo, completate l’impasto con il burro molto morbido a pezzetti.
Continuate ad impastare, fino a che tutto il burro non si sarà assorbito e l’impasto sarà diventate molto morbido ed elastico.

A questo punto, trasferite l’impasto della vistra treccia i brioche al latte di mandorla in una ciotola pulita, copritela con la pellicola e mettetela a lievitare in un luogo tiepido senza spifferi per circa un paio d’ore. deve raddoppiare di volume, quindi a seconda della temperatura della vosta casa potrebbe anche essere sufficiente un’ora, un’ora e mezza.

Terminata la lievitazione, prendete il vostro impasto e dividete l’impasto in tre o quattro parti uguali (a seconda che vogliate fare la treccia a tre o a quattro capi). Ricavate da ciacuna parte dei cilindri lunghi di circa 4 cm di diametro. Io vado ad occhio, li formo fino a che non sono tutti uguali di diametro e lunghezza. La imperfezione è la cosa più bella dei dolci fatti a mano!

Mettete un foglio di carta forno sulla placce del forno, e quando avrete intrecciato la vostra treccia di brioche al latte di mandorla posatela sulla teglia e lasciatela lievitare ancora una mezz’oretta., coperta da un canovaccio.

Accendete il forno (statico) e raggiungete la temperatura di 200 gradi.
Spennellate la treccia con un albume alungato con un po’ di latte di mandorla e spandete supra le mandorle a lamelle a vostre piacere. Se volete potete aggiungere anche la granella di zucchero.

Cuocete la trecchia di brioche al latte di mandorla per circa 30 minuti. Raffreddatela su una gratella e poi servitela tiepida o fredda, anche spolverizzata con dello zucchero a velo, se vi va.

Campo di neve

Campo di neve

La torta campo di neve è una ricetta toscana delle zone di Prato, o giù di lì, giusto per dimostrare che a Prato non ci sono solo i cantucci o le peschine (che rifarò MOLTO presto!). Non so quanto sia ancora in uso, visto che anche in quel bel mondo che è l’internet non ne ho viste molte (anzi, direi che le si può contare sulle dita di una mano, e forse una mano è fin troppo!).

E’ un peccato, anche perchè mia nipote l’ha soprannominata torta paradisiaca, il ché le dà un patentino non da poco!

Era un po’ che volevo provarla, complice la versione che ho trovato su quel gran librone che è “La Cucina Toscana” di Giovanni Righi Parenti, un bel tomo (adesso è anche in edizione molto economica!) che è la summa di tutte le ricette regionali toscane, ma è anche un bel racconto gastro-storico di una delle regioni più amate d’Italia (almeno, dagli inglesi di sicuro! oltre che da me).
Ve la racconto oggi, dicendovi anche (il buon Giovanni questo non l’ha specificato!) che queste quantità sono perfette per una teglia da 22 cm di diametro.

Se avete albumi d’avanzo, non li buttate, ma regalatevi una squisitezza candida… come la neve!

Ingredienti:
8 albumi
300g di zucchero semolato
80g di farina 00
la buccia di un limone non trattato
100g di fecola di patate
100g di burro fuso tiepido
due/tre manciate di mandorle bio tostate e tritate grossolanamente (lui dice mezzo etto, devono essere sufficienti a coprire il fondo della torta)

Procedimento:
La torta campo di neve si prepara montando anzitutto gli albumi a neve piuttosto ferma.

Con una spatola, incorporate prima la fecola, e poi la farina, le zeste del limone e lo zucchero.
Mescolate pianco dal basso verso l’alto, per non smontare gli albumi,
Solo una volta che il tutto si è amalgamato, aggiungete il burro fuso a temperatura ambiente.

Prendete uno stampo a cerniera di 22 cm di diametro, imburratelo infarinatelo, oppure foderate il tutto con la carta forno.

Sul fondo della teglia spargete le mandorle – potete usare uno strato di mandorle a granella, come ho fatto io, o usare le lamelle, o ancora tagliare delle mandorle a pezzi irregolari. Deve formarsi uno strato sul fondo di mandorle, che resterà in alto quando andremo a ribaltare la torta.
Cuocete per 45 minuti la torta campo di neve in forno caldo a 130 gradi.
La torta deve cuocere lentamente e crescere in maniera graduale.

Aspettare a sformarla quando si sarà raffreddata.

Potete decorare con una spolverata di zucchero a velo, o di zucchero semolato, o lasciando la base croccante a vista.

Ciambella al limone e mandorle

Ciambella al limone e mandorle

Per tanto tempo mi sono chiesta quali fossero i profumi che preferisco all’interno dei dolci, quelli che mi risolvono ogni ricetta, per dire. Se fossi lì, davanti al forno, e dovessi preparare qualcosa che so che mi piacerà (e probabilmente piacerà a molti), vado sul sicuro.
Limoni e mandorle.

Questa ciambella al limone e mandorle è la sintesi perfetta del concetto di dolce veloce e soprattutto buono. Non è l’unico che trovate in questo blog che combina questi due ingredienti.
Oltre alla ciambella, il magnifico duo è protagonista nelle Madeleines al limone e mandorle, nei Biscotti alle mandorle e limone, e infine anche nella Torta senza glutine alle mandorle con glassa al limone e lavanda.

La ciambella al limone e mandorle è così semplice che ho usato uno stampo bellissimo di Nordicware per darle un tono. Mi piacciono moltissimo gli stampi di questa marca, e se non fosse che costano un occhio, ne avrei una intera collezione!

Vi lascio qui sotto la ricetta della ciambella al limone e mandorle. La preparate in dieci minuti tondi, e dopo 40 minuti in forno avrete una meraviglia da gustare a colazione, pranzo… quando volete voi!
La base è quella della ciambella normale, ho solo aggiunto il latte di mandorla per aumentare il profumo di mandorla dell’impasto. Semplice, no?

Ingredienti:
200 gr farina 00
16 gr lievito
140 ml di latte di mandorla
250 gr zucchero semolato
50 gr di mandorle (va bene la farina, ma anche le mandorle, che possiamo tritare finemente in un mixer con parte dello zucchero)
Scorza di un limone
100 gr burro a pomata
3 uova

Zucchero a velo per decorare q.b.

Preparazione:
Prendete una ciotola e montate le tre uova (intere) con lo zucchero.

Se usate le mandorle intere e non la farina, montate le uova con 200 gr di zucchero, e tenete i 50 gr di zucchero a parte per aiutarvi a tritare le mandorle con l’aiuto del mixer.

Quando il composto è bello chiaro e spumoso, introducete il burro col latte. Date un’altra mescolata (abbassando la velocità delle fruste) e poi aggiungete la farina 00 setacciata e il lievito (anche questo setacciato).

Mescolate ancora con le fruste a bassa velocità (va bene anche le fruste a mano) in modo che si dissolvano eventuali grumi.

Aggiungete la scorza del limone e la farina di mandorle, mescolando con una leccapentole per incorporare il tutto.

Versate, a questo punto, l’impasto nello stampo imburrato e infarinato e mettete il tutto nel forno già caldo a 180 gradi per circa 40 minuti.

Lasciate raffreddare prima di togliere dallo stampo, e a piacere decorate con una spolverata di zucchero a velo.

Biscotti alle mandorle senza glutine

Biscotti alle mandorle senza glutine

La diagnosi di celiachia può gettare intere famiglie nello sgomento, e non solo perchè è una malattia invalidante, ma anche perchè invade la vita di ogni giorno.
Improvvisamente occorre fare attenzione a qualsiasi cosa, dalle farine (ma questa è la parte più evidente) agli attrezzi da cucina, alle pentole, le tovaglie.. insomma, tutto quello che può essere contaminato da cereali contenenti glutine.

Il glutine si nasconde ovunque, e ce ne rendiamo conto solo quando siamo ai blocchi di partenza, carrello nelle mani, e iniziamo a leggere le etichette dei prodotti che ci sono famigliari, e di cui ignoravamo gli ingredienti.
Tutti, intendo.

Per tanti la diagnosi di celiachia suona come una condanna, e se è certo che tutto non sarà più come prima, bisogna pensare che non tutto è precluso, e accanto a nuovi sapori, si può iniziare a sperimentare.

Come sapete, in queste pagine trovate tante soluzioni dolci per chi non può mangiare il glutine. Oggi vi propongo un’altra ricetta, facilissima e davvero buona, quella dei biscotti alle mandorle. Avrete bisogno solo di tre ingredienti!
Siete pronti a prepararli con me?

Ingredienti per circa 20 biscotti:
due albumi
75 gr zucchero
240 gr di farina di mandorle

per decorare (opzionali)
due/tre manciate di mandorle a lamelle (o granella di mandorle)
zucchero a velo

Preparazione:
I biscotti alle mandorle senza glutine si preparano in un baleno, e senza utilizzare attrezzi elettrici o altro.

Sbattete leggermente gli albumi con una frusta a mano. Non devono montare, è sufficiente che inizino a diventare bianchi.

In un’altra ciotola, mettete la farina di mandorle e lo zucchero semolato, e mescolate. Aggiungete poi gli albumi appena sbattuti, e iniziate ad impastare fino a che non si forma una massa piuttosto consistente.

Prendete da questa massa delle palline di impasto del diametro di circa tre/quattro centimetri (vi potete aiutare con un cucchiaino). Rotolate le palline di impasto tra i palmi per creare delle piccole sfere.

Passate poi le sfere di biscotti alle mandorle nelle mandorle a lamelle (o nella granella), e poi metteteli leggermente distanziati tra loro su una teglia coperta già di carta forno, schiacciando leggermente ogni biscotto.

Cuocete i biscotti alle mandorle in forno già caldo a 180 gradi per circa 12 minuti (devono leggermente dorarsi, non devono scurire).

Quando si sono raffreddati (non prima, altrimenti si sfalderanno) toglieteli dalla teglia e metteteli a finire di raffreddare su una gratella.

Se volete, spolverate con zucchero a velo.

Potete provare anche questi Amaretti al pistacchio senza glutine.

Biscotti di frolla al grano saraceno

Biscotti di frolla al grano saraceno

Senza glutine non significa senza gusto, e questi biscotti di frolla al grano saraceno ne sono la piena dimostrazione! Questi biscotti vanno bene in ogni stagione dell’anno, e potete farcirli con marmellata di lamponi, magari della Nutella (li ho anche fatti così, ma nno sono durati abbastanza da poter essere fotografati!!) oppure in versione simil natalizia, a forma di corona con una piccola decorazione di cioccolato fondente e nocciole, come ho fatto nella foto.
Così sono eleganti e raffinati quasi, ma vi assicuro che anche a sandwich, perfino con del caramello salato, sono la fine del mondo! La ricetta non è mia ma del mitico Luca Montersino e – vi avviso già – gran parte della sua bontà viene dal burroso impasto. Ma del resto sono frollini, io vi avevo avvisato!
La nota della frutta secca da’ loro un tocco di rustico in più, che il grano saraceno esalta appieno, Insomma, se ancora non vi ho fatto venir voglia di provarli, vi dico anche questa: sono facilissimi!
Non ci credete? Preparliamoli insieme!

Ingredienti:
100 gr farina di nocciole
140 gr farina di mandorle
100 farina di grano saraceno
120 gr zucchero
150 gr farina di riso
200 gr burro morbido
1 uovo
1 pizzico di sale

Procedimento:
Mettete nella ciotola della planetaria (o in una ciotola normale) tutte le farine.
Se non trovate la farina di nocciole e mandorle potete farla da voi: con la stessa quantità di frutta secca, mettetela nel mixe con lo zucchero, e azionate il cutter fino a che il composto non avrà assunto la consistenza di una farina un po’ grossolana.
Con il gancio a foglia (o con le mani, se non avete la planetaria) mescolate le farine, e poi aggiungete il burro e fatelo ben incorporare nel’impasto. Risulterà ancora granuloso, non vi preoccupate.
Mettete quindi un pizzico di sale e l’uovo, e fate andare la planetaria a velocità mediobassa per qualche minuto (oppure impastate per bene) fino a che l’impasto non avrà raggiunto una consistenza omogenea e il burro si sarà del tuttoincorporato.

A questo punto formate un panetto,. avvolgetelo nella pellicola e fatelo riposare in frigo almeno un’ora.

Trascorsa l’ora estraete il panetto del frigo, stendetelo tra due fogli di carta forno con l’aiuto del metterello e di un po’ di farina di riso a un’altezza di circa 4 mm (io vado a occhio!), e poi con un cutter per biscotti tagliate i vostri biscotti di frolla al grano saraceno della forma che desiderate.

Allineateli sulla placca del forno coperta di carta forno, e cuoceteli a forno già riscaldato a 170 gradi per 15 minuti circa. Si devono solo leggermente colorire.

Staccateli dalla teglia solo quando avranno iniziato ad intiepidirsi.

Potete farcirli con marmellata, crema alle nocciole o alle mandorle, oppure decorarli come nella foto.
E’ semplicissimo: basta sciogliere del cioccolato fondente a bagnomaria e poi, con un piccolo cono fatto con la carta forno, oppure anche con una forchetta, far colare su un lato dei biscotti il cioccolato fuso, e ricoprire con della granella di nocciole.

Successo assicurato!

Se vi piace il grano saraceno, provate anche i Cuori di grano saraceno.

Treccia lievitata all’arancia

Treccia lievitata all’arancia

Forse non tutti di voi sanno che questo è il mio secondo blog. Il primo risale davvero a quasi un secolo fa, quando a fare blog eravamo in quattro gatti, e non c’erano template carini come quelli di WordPress di oggi, e c’erano spazi limitati su Altervista che, a volerli cambiare, bisognava iniziare a pensarci mesi prima. Mi ero perfino comprata un manuale mastodontico di quasi programmazione, ed ero riuscita a sistemarmi il blog come mi piaceva…. più o meno.
Era la mia finestra su un mondo che mi pareva lontanissimo, allora.

Scrivevo quel che mi passava per la testa, non era solo cucina. Anzi. Libri, musica, tv, attualità, tutto era un’occasione per fiumi di parole. Le parole, forse la mia primordiale passione. Scrivere e, forse un po’ meno (causa timidezza), parlare. Parole di tutte le lingue, verbi, aggettivi, sostantivi, il pensiero che diventa sostanza.

A proposito di sostanza, a proposito di loro: i lievitati. Altra passione tra le passioni. Una sorta di esercizio zen a metà tra la pazienza dell’agricoltore e lo stupore delle mattine di Natale da bambini. Questa treccia lievitata all’arancia in realtà vi farà attendere meno della fioritura di una pianta di zucchine, ma vi assicuro che è di una bontà e morbidezza indimenticabili. Si realizza in brevissimo tempo, e la lievitazione non è particolarmente lunga nè complessa. Nel giro di un paio d’ore avrete una splendida brioche profumata per le vostre colazioni.
La versione di oggi è autunn-invernale, perchè tendo ad usare sempre la frutta di stagione.

Ma vi assicuro che sarà altrettanto buona con un po’ di scorza di limone e tanta buona confettura di pesche o fragole, nei mesi primaveril-estivi. Insomma, una treccia lievitata per tutte le stagioni!

Ingredienti:
200 gr farina 00
125 gr farina manitoba
12 gr lievito di birra fresco
50 gr zucchero smeolato
1 uovo
120 ml di latte (io di mandorle, ma usate anche quello normale) -non freddo!
45 gr burro ammorbidito
1 bustina di vanillina o un cuchciaino di estratto di vaniglia
3/4 cucchiai di marmellata di arance + 1 per la superficie

Preparazione:
Iniziate a preparare la vostra treccia lievitata all’arancia scaldando lievemente il latte – deve risultare appena tiepido. Scioglietevi all’interno lo zucchero e poi, sempre girando leggermente, scioglietevi all’interno anche il lievito di birra.
Lasciate riposare una decina di minuti.

Mettete nella ciotola della planetaria (o una ciotola wualsiasi) le farine, la vanillina o l’estratto di vaniglia, e le zeste dell’arancia. Date una breve mescolata e poi introducete anche il burro ammorbidito tagiato a pezzetti.
Iniziate ad impastare brevemente, poi unite l’uovo (precedentemente sbattuto leggermente con una forchetta) e il latte con il lievito e lo zucchero.

A questo punto, iniziate ad impastare bene – con la planetaria ci vorranno una decina di minuti, a mano forse un po’ di più. Deve risultare un impasto uniforme che si stacca dalle mani o dalla ciotola della planetaria (si dice, a questo punto, che l’impasto è incordato).

Mettete l’impasto in una ciotola pulita, copritelo con della pellicola alimentare, e lasciatelo lievitare per un’ora circa (anche un’ora e mezza) in un luogo protetto della casa, lontano dagli spifferi.

Riprendete l’impasto, e con l’aiuto di un matterello standetelo sulla carta forno in forma rettangolare, a uno spessore di circa mezzo centimetro. Dividete idealmente il rettangolo in tre parti uguali, e al centro ponete la marmellata di arance, stendendola in maniera uniforme, tenendo uno spazio di due dita agli estremi della parte centrale.

Con l’aiuto di una rotella per pizza, o di un coltello ben tagliente, tagliate le due rimanenti parti a strisce diagonali, larghe circa un paio di dita ciascuna.
Piegate all’interno, sulla marmellata, i due estremi della parte centrale dell’impasto lasciati liberi dalla marmellata.
Intrecciate quindi sopra la marmellata le strisce laterali, dando all’impasto la forma di un filoncino allungato.

Spostate la vostra treccia lievitata all’arancia nella teglia del forno, e cuocetela nel forno già caldo a 180 gradi per 25 minuti circa.

Quando la treccia inizia a colorirsi, prendete un cuchciaio di marmellata dal vasetto e stemperatelo con un po’ di acqua, e con un pennello o con le dita spargetela sulla superficie della traccia lievitata all’arancia. Potete mettere sopra delle amndorle a lamelle (o a granella) come ho fatot io per fare una texture diversa, ma vanno bene anche i cristalli di zucchero.

Sfornate e fate raffreddare prima di servire la vostra treccia lievitata all’arancia. Potete spolverarla con lo zucchero a velo, se volete.

Un’altra idea con l’arancia? Prova questa Chiffon cake all’arancia e cioccolato!