Buoni come il pane… anzi, come i grissini!

Buoni come il pane… anzi, come i grissini!

Quanti proverbi conoscete che contengono la parola “pane”? Almeno una ventina vi verranno in mente senza nessuno sforzo. “Dire pane al pane“, “non è pane per i miei denti“, “guadagnarsi il pane“.. fino al più evangelico “non di solo pane…“.
Non hanno avuto la stessa sorte i grissini, che però hanno una nobilissima storia, e non potrebbe essere altrimenti visto che sono originari di Torino. La parola “grissino” deriva da ghërsa, un termine torinese che indica il pane di forma allungata, tipico della città. La storia ci racconta che i grissini nacquero alla fine del 1600, per far mangiare il piccolo Vittorio Amedeo II, futuro re inappetente (pare che fosse allergico al lievito).

Il successo fu immediato, e non solo a corte, tanto che da allora i grissini si diffusero pressoché ovunque in Italia. Si mangiano a colazione, a pranzo, cena… in ogni momento della giornata, insomma.
Stirati, robatà, all’olio, al sesamo, al finocchio… le varianti dei grissini sono innumerevoli, così come le forme, arrotolate, nodose, larghe, strette.

Ingredienti e forme a parte, i grissini sono amatissimi da chiunque. Vi sfido a trovare un solo italiano che al tavolo di un ristorante non abbia voracemente attaccato il misero pacchettino di grissini che viene offerto in attesa dell’arrivo del menù.

In questa lunghissima e nobile storia dei grissini mi inserisco umilmente anche io con la mia versione dei Grissini al farro all’olio, che si realizzano con una certa facilità, e che sto preparando ormai a nastro da qualche settimana. Ho fatto diverse prove prima di arrivare a una ricetta che tutti possano realizzare, con prodotti che si possono facilmente trovare in ogni casa (o comunque in ogni supermercato, per quanto piccolo possa essere).
L’importante è che l’olio che utilizzate sia un extravergine di oliva buono. Io ho approfittato per finire il mio amatissimo olio maremmano, l’ultima lattina acquistata la scorsa estate, che ha dato ai miei grissini un profumo e un gusto straordinari.

Provateli, ne vale davvero la pena.

Grissini di farro all’olio d’oliva
Ingredienti (per tre teglie di grissini):
500 gr di farina di farro
250 g di acqua tiepida
8 g lievito di birra
50 g olio EVO
8 g sale
olio e sale da mettere in superficie

Preparazione:
In una ciotola mettete la farina di farro (se non l’avete potete fare metà e metà di farina 00 e manitoba).
Sciogliete il lievito nell’acqua tiepida (mi raccomando, non calda altrimenti “ucciderà” il lievito), e poi versatene una metà nella farina, e iniziate ad impastare.
Se avete la planetaria sarà facilissimo e non vi sporcherete nemmeno le mani, ma si può fare benissimo anche a mano.
Una volta che l’acqua si sarà assorbita, inserite anche il sale, e impastate di nuovo.
Poi aggiungete anche il resto dell’acqua con il lievito, e impastate nuovamente.
Infine, aggiungete anche l’olio e impastate ancora, fino a che non raggiungerete una consistenza liscia e compatta.

Prendete il vostro impasto, ponetelo in una ciotola e copritelo con della pellicola.
Lasciatelo lievitare fino al raddoppio della massa. La tempistica dipende dalla temperatura che avete in cucina. In estate potrebbe volerci un’oretta e mezza circa, magari d’inverno una mezz’oretta in più.

Riprendete l’impasto, spolverate il piano di lavoro con un po’ di farina, e stendete l’impasto in forma rettangolare, a un’altezza intorno al mezzo centimetro.
Copritelo con la pellicola, o con un canovaccio, e fate riposare ancora una mezz’oretta.

Prendete un coltello (io mi trovo bene con la rotella tagliapizza) e tagliate l’impasto in tanti bastoncini, e metteteli sulla teglia coperta di carta forno, leggermente distanziati. Con queste quantità, di solito ne escono tre teglie.
Potete lasciarli diritti o arrotolarli su se stessi. Nella foto ho usato un paio di forme diverse, ma vi assicuro che sono buoni in ogni forma.

Prendete un po’ di olio, e spennellate i grissini di farro all’olio sulla superficie, e poi spargete un po’ di sale fino sulla superficie dei grissini.

Cuocete i grissini in forno già caldo a 180 gradi per circa 20 minuti, poi lasciateli raffreddare in modo che si possano indurire.
Si conservano per diversi giorni, ma non vi so dire quanti perchè… sono finiti sempre in due giorni!

Frollini al farro e mirtilli rossi

Frollini al farro e mirtilli rossi

Mi piace mangiare i biscotti, ma non fotografarli! Non so come mai, ma non mi viene mai l’ispirazione. Il più delle volte ripropongo lo stesos pattern mille volte, ma del resto se una non ha fantasia, mica se la può far venire!
Con la mia amica Rita qualche mese fa abbiamo creato un feebie proprio per aiutare i senz afantasia, come me, a trovare l’ispiraizone per realizzare foto un filo creative con i biscotti.

Ovviamente i suoi consigli erano eccezionali, e li ho seguiti anche io. Però purtroppo non ho un gran ché di originalità, e uindi preferisco puntare sulla ricetta! Questi Frollini al farro e mirtilli rossi rompono un po’ la mia abitudine di non usare il burro. Però ero in una giornata un po’ così, e avevo bisogno di sentire in cucina il profumo dei biscotti al burro, per tirarmi su!

Si fanno in un battibaleno, e per questo ve li propongo. Sono profumatissimi, si conservano per qualche giorno (sempre che sopravvivano!!) in un contenitore chiuso, e vanno bene per colazione, merenda, accompagnamento a té o caffè… In più vi permettono di finire (come è successo a me!) quel triste pacchettino di mirtilli rossi che giaceva lì da qualche mese. I mirtilli rossi non sono dolcissimi e hanno una punta finale di acidulo che con il burro sta una meraviglia!

Che aspettate allora a prepararli?

Ingredienti:
100 g farina di farro
200 g farina 00
150 g burro a pomata
130 g zucchero semolato
2 succhiaini di essenza di vaniglia
50 g di mirtilli rossi essiccati tagliati finissimi al coltello
4 g lievito
1 uovo medio
1 pizzico di sale

Preparazione:
I frollini al farro e mirtilli rossi sono facilisismi da realizzare.
Anzitutto dovete prendere il burro a pomata, e montarlo con lo zucchero con l’aiuto delle fruste elettrice. Deve diventare una bella cremina spumosa.

Unite a questo punto l’uovo, e montatelo insieme al burro e allo zucchero.
Aggiungete anche le farine e il lievito e il pizzico di sale, e mescolate per evitare i grumi.

Infine, unite anche i mirtilli all’impasto (prima sminuzzateli al coltello in modo che si possano incorporare bene), impastateli brevemente e poi mettete l’impasto in frigorifero per almeno un’ora, coperto dalla pellicola.

Trascorsa l’ora riprendete l’impasto, stendetelo con un mattarello a uno spessore di circa mezzo centimetro, e con il cutter ritagliate i biscotti della forma che preferite e adagiateli sulla placca del forno (o una teglia abbastanza capiente) coperta di carta forno.

Mentre scaldate il forno a 160 gradi mettete i frollini e la loro teglia in frigorifero a raffreddare, così manterranno la forma in cottura.

Cuocete per circa 15/20 minuti, o comunque solo fino a che i frollini si saranno leggermente imbruniti.

Staccateli dalla teglia solo quando di saranno raffreddati.

Pane alla birra al farro

Pane alla birra al farro

Il ricordo del primo lockdown per me assomiglia al profumo del pane. Non lo avevo mai preparato in casa prima, spaventata dalle lunghe ore di lievitazione e attesa. Il pane, del resto, è un esercizio di pazienza, lo dico sempre.
Nella vita di tutti i giorni, il tempo di attendere la lievitazione non c’è mai. Siamo sempre presi a correre dietro a mille impegni, e dimentichiamo il potere terapeutico della lentezza.
Il pane ci insegna questo, ad aspettare.

La ricetta che ci propongo oggi è il giusto compromesso, perchè ci si mette pochissimo a prepararlo e lievita da solo. Non dovete stargli dietro, nè fare mille pieghe. Il pane alla birra al farro sta lì da solo a fare il suo lavoro. Giusto una reimpastata, a un certo punto. Potete preparare il pane alla birra cal farro al sabato sera per infornarlo la domenica mattina, e avere il pane più fresco e profumato a pranzo.

La lievitazione qui è favorita dalla birra, che insieme al lievito di birra fa il miracolo. Ho usato la birra rossa, perchè avevo quella in casa, ma viene bene (e avrà un gusto meno deciso) anche con la birra bionda. Con quella scura sarà tanto aromatico, e molto più particolare.

Questo pane è perfetto con insaccati, formaggi freschi e stagionati, e anche con il pesce affumicato. Se lo fate con la birra bionda, va benissimo anche a colazione, con un velo di burro e marmellata.

Ingredienti per una pagnotta:
200 ml di birra
250 g farina manitoba
250 g farina di farro
200 ml acqua
2 cucchiaio di olio EVO
1 cucchiaino malto
10 g sale
6 g lievito di birra fresco
uno/due cucchiai di semi misti (opzionale)

Preparazione:
La sera prima prendete le due farine e mettetele in una ciotola capiente. Aggiungete i lmalto, e mescolate.
Sciogliete il lievito nell’acqua leggermente tiepida, e poi aggiungetela alla farina. Unite anche la birra, che non deve essere fredda di frigo, ma a tempetarura ambiente.

Mescolate le farine con i liquidi con l’aiuto di un cucchiaio di legno, o di una forchetta.

Unite anche i due cucchiai di olio e il sale, e mescolate bene. L’impasto sarà un po’ morbido, ma deve essere così.
Infine, aggiungete i semi, se volete. Io li avevo acquistati tempo fa per decorare un altro pane che avevo deciso di preparare (la ricetta la trovate qui) e quindi ne ho approfittato. Ovviamente, se non vi va potete ometterli.

Coprite l’impasto con la pellicola alimentare e fate lievitare a temperatura ambiente circa 7 ore. Io l’ho lasciato tutta la notte, e l’ho ripreso al mattino, ed era lievitato perfettamente.

A questo punto, riprendete l’impasto del pane alla birra al farro, mettetelo sul piano di lavoro ben infarinato, e date un piccolo giro di pieghe. Che significa? Significa che dovete stendere l’impasto con le dita fino a formare un rettangolo, col lato corto verso di voi. Poi chiudete l’impasto a portafoglio, un lembo sopra l’altro, e poi chiudete i due lati. Girate leggermente l’impasto fino a formare una forma di pagnotta.

Mettete l’impasto del pane alla birra al farro in un certino (meglio se di vimini) a lievitare un’altra ora. Il cestino deve essere foderato con un canovaccio ben spolverato di farina, e il pane alla birra al farro deve essere poggiato con la parte chiusa verso l’alto.

Trascorsa Intanto preriscaldate il forno a 250 gradi, con all’interno una pentola (io l’ho usata del diametro di 22 cm ed era perfetta) che va in forno. Va bene di ghisa, o di pirex, col coperchio. Se non siete sicuri che la vostra pentola vada in forno, non usatela. Piuttosto, usate la leccarda del forno. Magari non verrà molto alto, ma cuocerà benissimo lo stesso.

Una volta che la pentola e il forno si sarnno scaldati, togliete la pentola dal forno, togliete il coperchio e capovolgete l’impasto del pane alla birra al farro all’interno della pentola. Se sarà rovente, il pane non si attaccherà.

Rimettete il coperchio, e mettete la pentola nel forno a 250 gradi e cuocete il pane coperchiato per mezz’ora, e poi mezz’ora a 200 gradi, stavolta senza coperchio.

Una volta che il pane sarà cotto, mettetelo a raffreddare su una gratella prima di tagliarlo.

Black Russian Bagels

Black Russian Bagels

Il mio viaggio in Russia. E chi se lo scorda?
Estate 2004, Milano Malpensa. So poco di russo, dopo due anni di corso mi esprimo a concetti semplici. Come mi chiamo, dove abito, ho fame, ho sete.
Leggo benissimo il cirillico, peccato che non capisco le parole.
Però mi butto. L’Università di Bergamo cerca volontari per andare a testare una università per stranieri a Belgorod, a dieci ore di treno da Mosca.
Praticamente ci pagano per fare da cavie, quindi con qualche altro avventuroso della nostra scuola di russo (detta familiarmente la Assoziàzia) ci offriamo.
Naturalmente nessuno conosce Belgorod. Dopo aver fatto visto, biglietti aerei e tutto l’armamentario, diamo un’occhiata al tragitto.
Belgorod è vicino alla Cecenia – se ricordate la scuola di Beslan, avete capito. Se ricordate anche l’anno della strage di Beslan, capite anche l’angoscia che ho provato durante tutto il viaggio!

Un viaggio che è iniziato così non poteva che continuare con la stessa incoscienza avventurosa. Sette italiani in giro per una cittadina del profondo sud russo, che sembrava uscita diritta dagli anni ’50.
Gli autobus di linea erano pulmini sgangherati con le tendine fiorate ai finestrini.
L’università era immensa – e immensamente vuote, visto che d’estate gli studenti sono a casa per le vacanze. C’eravamo solo noi, ci sentivamo come le particelle di sodio dell’acqua Lete (no adv, nel caso..).

Quando Patrizia di Andantecongusto ci ha coinvolto, per il progetto “Il Cestino del Pane”, a rifare la sua ricetta dei Black Russian Bagels, ho pensato che in Russia questi cosini non li avevo mai né visti né sentiti! Anzi, avevo mangiato piuttosto male alla mensa universitaria. E se pensate che il mio momento culinario topico di tutta la vacanza è stato mangiare blinis e caviale seduta su un marciapiede in mezzo a un paesello con le galline che scorrazzavano tra i nostri piedi, potete capire la sorpresa quando ho gustato questi panini meravigliosi!

Il cumino da’ un tocco in più, la melassa e il cacao sono sorprendenti insieme! Io non avevo la segale, quindi questa che vi racconto sotto è la mia versione con la farina di farro integrale. Vi assicuro che sono venuti buonissimi lo stesso, e con cream cheese e salmone o caviale (o uova di lompo, dai!) sono uno spettacolo!

Ingredienti (per 6 bagels):
Per il polish
1 g di lievito di birra fresco
25 g di acqua
25 g di farina di farro integrale

Per l’impasto
134 g di acqua
3 g di lievito di birra fresco
110 g di farina manitoba
130 gr di farina di farro integrale
50 g di melassa
12 g di cacao amaro in polvere
5 g di sale marino fine
un po’ meno di un cucchiaino di semi di cumino pestati
30 g di zucchero semolato
olio
bianco d’uovo per lucidare (se volete la versione vegan, non lo mettete)

Per il topping
sale grosso, mix di semi

Preparazione
La sera prima preparate il polish sciogliendo il lievito nell’acqua (temperatura ambiente), e aggiungendo poi la farina. Si formerà una pappetta, che diventerà abbastanza consistente. Copritela con la pellicola e mettetela almeno 12 ore in frigo.

Il giorno seguente fate l’impasto: nella planetaria (lo consiglio vivamente, l’impasto è arcigno e soprattutto appiccicoso!) mettete l’acqua, il polish (mescolate brevemente così si scioglierà un po’), le farine, la melassa, il cacao (setacciatelo, che fai grumi!), il cumino e il sale e date una prima impastata.
All’inizio vi sembrerà appiccicoso (e lo è) ma più lo lavorate e più si andrà ad incordare.
Quando si sarà incordato (ossia si stacca a fatica dalla ciotola) mettetelo in una ciotola coperta con la pellicola, e fatelo lievitare per circa due o tre ore.

Riprendete poi l’impasto, e dividetelo in sei.

Formate delle palline e lasciatele riposare qualche minuto, mentre prendete una teglia (anche la leccarda va bene) e la foderate di carta forno.

Riprendete le vostre palline, fare un foro al centro con le dita e allargatelo un pochino (non troppo, vi verranno dei dischi volanti altrimenti!), poneteli sulla teglia coperta di carta forno e fate lievitare ancora mezz’ora.

Scaldate il forno a 240 gradi, statico. Nel frattempo mettete circa 3 litri di acqua a scaldare.
Quando bolle l’acqua, versatevi lo zucchero, abbassate il fuoco e tuffateci dentro un black russian bagels alla volta. Cuocetelo per circa 20 secondi per lato, poi rimetteteli ben scolati sulla teglia del forno sempre con la carta forno.

Spennellate i vostri black russian bagels con il bianco d’uovo e mettete sopra il sale, i semi misti (io avevo semi di zucca, di lino, sesamo, a caso), e metteteli in forno a cuocere per circa 15 minuti.

Lasciateli intiepidire prima di toglierli dalla teglia.

Crostata di farro con albicocche e mandorle

Crostata di farro con albicocche e mandorle

Mi sembra di essere sempre a corto di tempo. Sempre di corsa. Probabilmente succede a tutti così, e quasi certamente ho qualche problema nella gestione del mio tempo.
Il mio problema è che sono troppo ottimista.
Sono ottimista che riuscirò a scrivere quel contratto in mezz’ora, che riuscirò a completare la lettura di un report in dieci minuti. Ma non va (quasi) mai così. Nella maggior parte dei casi non finisco di scrivere in mezz’ora perchè mi vengono in mente delle idee mentre scrivo, e quindi mi fermo, controllo, cerco sul codice, poi non mi piace la frase, la cancello e la riscrivo, due..tre.. cinque volte. Poi suona il telefono. Mi sconcentro. Quando torno allo schermo, non sempre mi ricordo. Mi rifermo. Ed è passata già un’ora.
L’ottimismo però ha ripagato ieri sera, perchè la preparazione di questa crostata è stata facilissima e più veloce di quanto non mi sarei mai aspettata! Era da un po’ di giorni che ci pensavo, precisamente da quando mi era venuta voglia di un dolce con le albicocche, e avevo scoperto di aver scordato di comprare il burro e di avere solo un uovo in frigo. Come sostituirli? Cosa fare?
E qui entra la genialata, quella che viene soltanto quando sei da sola, nessuno ti interrompe, nessuno ti impiccia- a me capita in macchina, o la sera prima di addormentarmi. Questa crostata ha un ingrediente segreto, perchè volevo fare la frangipane ma avevo solo le mandorle. L’epifania di questa crostata si chiama budino pronto. Una di quelle cose che gira in dispensa perchè non si sa mai, e che poi (almeno succede a me, a voi non so, sarete certo più bravi!) butto perchè scaduto. Non siate puristi, mi ha salvato la vita, ed è uscito un ripieno di crostata cremoso e vellutato, perfetto per le albicocche. Ecco com’è nata la crostata di farro con albicocche e mandorle!
Il tutto preparato in un baleno. E così abbiamo salvato la colazione, anche oggi!

Ingredienti (per una teglia da crostata da 20/22 cm):
220 gr di farina di farro (ma va bene qualsiasi)
60 gr di olio vegetale
70 gr di zucchero semolato
1 uovo
mezza confezione di budino alla vaniglia (io ho usato questo)
latte (secondo le istruzioni della casa produttrice)
120 gr di mandorle tritate finemente o farina di mandorle
2/3 cucchiai di confettura di albicocche
4/5 albicocche piuttosto mature
mandorle a scaglie per decorare

Procedimento:
Iniziamo a preparare la crostata di farro con albicocche e mandorle mettendo in una ciotola lo zucchero, l’olio e l’uovo, e sbattiamo leggermente con una forchetta. Iniziamo poi ad incorporare la farina poco per volta, mettendone di nuova solo dopo che la precedente si sarà assorbita. Geberalmente queste quantità di liquidi vanno bene per circa 220 gr di farina. Tuttavia dipende in parte anche dalla grandezza delle uova e quindi mettendo la farina poco per volta riuscirete a regolarvi meglio.
Continuate ad impastare fino a che non si sarà formato un panetto morbido ma compatto. Il bello della frolla all’olio è che non deve riposare in frigorifero, e quindi potete stenderla immediatamente col mattarello.
Posizionatela nella teglia per crostate imburrata e infarinata, oppure coperta di carta forno. Bucherellate il fondo della torta con i rebbi di una forchetta e cuocete per 15 minuti in bianco (ossia coprendo il fondo bucherellato con della carta forno e poi con delle sfere apposite o dei fagioli secchi) nel forno già caldo a 180 gradi.

Mentre la base della crostata si inizia a cuocere, preparate il budino seguendo le istruzioni della confezione. Potete farlo anche voi se volete. Ne ho presa metà scatola, quindi circa 35 grammi. Nel mio caso, ho portato il latte a sfiorare il bollore e poi l’ho incorporato nel preparato mescolando con le fruste. Poi ho unito le mandorle tritate (va bene anche la farina di mandorle) e ho lasciato riposare qualche minuto.

Trascorso di quarto d’ora di cottura della base della crostata, va estratta dal forno, coperta con un sottile strato di confettura di albicocche e poi, con l’aiuto di un cucchiaio per meglio dosarla ed evitare fuoriuscite, la crema di budino.
Infine, mondate e tagliate a metà le albicocche e disponetele sopra il budino. A me piacevano a faccia in su, così ho evitato di rendere visibili alcune piccole ammaccature!

Aggiungete qualche scaglia di mandorla sopra la superficie, e rimettete poi la crostata di farro con albicocche e mandorle in forno per altri 30 minuti, per finire la cottura.

Fate raffreddare la crostata di farro con albicocche e mandorle fuori dal forno, e quando è ancora tiepida magari fatele fare una mezz’ora anche nel frigorifero per compattare ancora di più il budino. Poi servitela, se vi va anche con una spolverata di zucchero a velo.

Focaccine di farro all’olio di oliva

Focaccine di farro all’olio di oliva

Spesso scherzo sul fatto di essere abitudinaria. Le abitudini, però, sono come la coperta di Linus, la rassicurazione in un mondo sempre in tempesta, l’àncora cui aggrapparsi.
Senza contare che è bello, spesso, andare dove hanno imparato a conoscerti, dove non devi nemmeno parlare – soprattutto al mattino! Come quando entravo al bar di piazza Duse, salutavo i baristi, che si giravano e mi preparavano subito quello che sapevano. Bastava un “ciao”, dove c’era già dentro un cappuccino.

I continui traslochi lavorativi degli ultimi anni mi hanno fatto perdere un po’ di abitudini. Ma rimangono quelle del weekend, come le focaccine del panettiere in piazza al sabato mattina. Mi sono ispirata proprio a queste per realizzare delle focaccine di farro all’olio d’oliva, che possono essere in realtà condite come uno preferisce – con un po’ di pomodoro e formaggio per il gusto pizza, o con le olive, i wurstel… Sono ottime per merenda, per un aperitivo, e tagliate a metà ancora calde con la mortadella sono il massimo.

Questa ricetta è alla portata di tutti, infatti ho usato il lievito di birra, reperibile in tutti i supermercati. La versione che vi propongo è vegana, cioè ha il latte di riso al posto di quello di mucca. Naturalmente, se non siete vegani, nè avete problemi col lattosio, potete sempre usare il latte animale, nella stessa quantità. Siete pronti a preparare insieme le focaccine di farro all’olio d’oliva?

Ingredienti:
200 gr farina di farro (potete usare la 00, se non avete il farro)
70 ml acqua
70 ml latte di riso (o di mucca, se non avete problemi)
5 gr lievito di birra fresco (se avete quello secca, nel bastano 2 gr – attuvatelo come da istruzioni sulla sua busta, però)
5 g sale
1 cucchiaino di zucchero
25 ml olio extravergine di oliva
sale grosso e rosmarino per guarnire

Procedimento:
In una ciotola (o nella ciotola della planetaria, se l’avete) setacciate la farina e poi inserite lo zucchero, il latte di riso, l’acqua, il lievito sbriciolato (se usate il lievito secco, seguite le istruzioni della su confezione su come attivarlo, di solito si deve sciogliere in acqua appena tiepida), e iniziate ad impastare.

Quando l’impasto inizia ad essere compatto, aggiungete anche il sale, e continuate ad impastare per almeno altri 5 minuti.

Coprite la ciotola con della pellicola alimentare, e fate lievitare in un posto al riparo dagli spifferi per due ore.
Riprendete poi l’impasto, e con l’aiuto del mattarello stendetelo in forma rettangolare , dell’altezza di circa mezzo centimetro.

Prendete un coppapasta, oppure un bicchiere se il coppapasta non lo avete, e ricavate dall’impasto delle focaccine rotonde, che metterete sulla placca del forno, già coperta con la carta forno, leggermente distanziate le une dalle altre. A me ne sono venute 12 con questa quantità, ma ho usato una forma abbastanza piccola.
Naturalmente, i residui dell’impasto vanno reimpastati insieme, in modo da eaurire tutta la pasta disponibile.

Coprite le focaccine sulla teglia con un telo di cotone pulito, e fate riposare un’altra ora.

Infine, mentre scalderete il forno a 180 gradi, fate con i polpastrelli delle dita i buchini tipici delle focaccine. Se vi piace, potete tagliare delle piccole porzioni di rametti di rosmarino da appoggiare sulla superficie di ogni focaccina.

Cuocete infine in forno a 180 gradi per circa 20 minuti.

Appena estratte dal forno, spennellate le focaccine di farro all’olio di oliva con un po’ di olio, così resteranno anche morbide e golose in superfcie, e spargete sopra qualche fiocco di sale grosso e qualche ago di rosmarino, ma questo ovviamente va a vostro gusto.

Fette biscottate al farro

Fette biscottate al farro

Finalmente, dopo sei settimane di lockdown, le persone hanno iniziato a capire che là fuori non c’è la carestia, ma una pandemia. E’ un virus che fa ammalare le persone in molti casi, purtroppo anche gravemente fino alla morte alcune. Altri se ne liberano senza sapere di esserselo portato in giro per un po’. Però pandemia e carestia fanno solo rima, ma no nsono la stessa cosa. Quindi faccio ancora una fatica terribile a capire perchè la gente si sia fiondata nei supermercati a razziare lievito di birra e farina.

Col risultato che adesso hanno quintali di farina e lievito in casa e magari non sanno che farsene. Perchè tra due settimane pare che ricominceremo ad uscire, e molti smetteranno di panificare forsennatamente, magari buttando via i tanto preziosi panetti di lievito.

Da ora ad allora, se volete cogliere l’occasione di non sprecare nè l’uno nè l’altro, e nel frattempo volete anche sognare che avrete anche quest’anno – in un momento impreventivabile tra luglio ed agosto – la prova costume, faccio la mia parte e vi lascio con una ricetta semplice ma che da’ soddisfaizone, quella soddisfaizone che solo i lievitati sanno dare. Le fette biscottate al farro (ma potete anche usare la farina d’avena o quella integrale) sono senza burro, senza lattosio, e con pochissimo olio e altrettanto poco zucchero. Una leggerezza unica … che potete far franare a terra con un etto di burro sotto la marmellata, se volete!

Ingredienti:
350 gr di farina manitoba
150 gr di farina di farro
2 cucchiai di olio di oliva (meglio se non forte)
1 cucchiaio colmo di zucchero (io ho usato quello di cocco potete usare anche il demerara)
1 bustina di lievito di birra secco (se avete quello fresco, riducete della metà)
un pizzico di sale
300 ml di acqua tiepida

Procedimento:
Anzitutto iniziate a preparare le vostre fette biscottate al farro sciogliendo lo zucchero in un po’ di acqua che avrete tolto dal totale indicato negli ingredienti.
Nella ciotola della planetaria (o una normale) montate quindi il gancio per l’impasto, e poi mettete le farine setacciate, ed il lievito secco, e date una mescolata. Se usate il lievito fresco, non inseritelo ora, ma scioglietelo nell’acqua tiepida rimanente.
In ogni caso leggete bene le istruzioni di uso consigliate sulla bustina del vostro lievito di birra secco, poichè ve ne sono alcuni che consigliano di trattarlo come se fosse lievito fresco, e quindi occorrerà sciogliere anche quello nell’acqua.

Mescolate tra loro gli ingredienti sechci e poi unite lo zucchero sciolto con la sua acqua, il sale e l’olio e mescolate.

A quetso punto, iniziate ad inserire l’acqua a filo (eventualmente con sciolto dentro il lievito) finoa che non si sarà assorbita tutta. Continuate a mescolare fino a che l’impasto no nsi sarà ben incordato. Con la planetaria ci vorranno all’incirca una decina di minuti o qualcosa di più. A mano… dipende dall’olio di gomito!

Una volta che l’impasto sarà pronto, ungete con poco olio una ciotola capiente, mettete l’impasto a riposare e lievitare in un luogo riparato (di solito il forno spento con o senza lucina funziona bene) coperto dalla pellicola e da un canovaccio per due ore.

A questo punto, riprendete l’impasto delle vostre fette biscottate al farro, e con le mani un poco unte di olio formate un filoncino con l’impasto, della stessa misura di uno stampo da plum cake (il mio è lungo 22 cm e queste quantità erano perfette). Coprite ancora col canovaccio e fate lievitare sempre in un luogo riparato per altri novanta minuti.

Trascorso anche quetos periodo, spennellate leggermente la superficie con dell’olio, e se volete potete spargerla con dei semi (se vi piacciono il sesamo, i semi di papavero, ma anche senza nulla va benissimo) e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per quaranta minuti.

Estraete la vostra forma di plum cake una voltra trascorsi i 40 minuti di cottura e fate raffreddare le fette biscottate al farro nello stampo. Solo quando sarà quasi freddo, tagliate il panetto in tante fette 8delo spessore di circa 1 cm. Mettete le fette sulla placca del forno coperta di carta forno e rimettetele in forno a 180 gradi per 20 minuti circa.

Le fette biscottate al farro possono durare anche una settimana se le riponete in una scatola di latta.