Quadrotti alle pesche e il destino di un blog

Quadrotti alle pesche e il destino di un blog

Torno a scrivere sul blog dopo … beh, un bel po’. E torno con una ricetta che avevo già proposto qui e sui social. Senza volerlo, è da un po’ che sto “riscoprendo” mie ricette, che le rifaccio e le aggiorno, cambio qualche ingrediente, e le testo per vedere se le avevo scritte veramente bene.
Talvolta rifaccio pure le foto, perché le prime – siamo sinceri! – erano davvero improponibili.

Se guardo indietro a questi sei anni di questo blog (perché questo non è il mio primo blog), vedo quanta vita è passata. Quante parole, foto, storie, ricette. Momenti della mia esistenza, come piccole dolci briciole.
Tante briciole.
Minuti preziosi, tempo che ho perso e ritrovato, che ho lasciato andare nelle serate di inverno e nei pigri pomeriggi assolati di luglio.

Scrivere per se stessi, ma anche per qualcuno. Qualcuno che sta dall’altra parte di uno schermo, in un posto chissà dove, a tessere le fila dei suoi pensieri, magari ascoltando questa mia stessa canzone. E se c’è un posto nel tuo cuore

Scrivere per nessuno, perché una volta che schiacci il bottone “pubblica”, di là potrebbe non esserci qualcuno. Se ci fosse qualcuno, magari potrebbe avere qualche pesca nel frigorifero, e voglia di mangiare, domattina, qualcosa di buono. Semplice, leggero, che sa d’estate.

Ripropongo allora i Quadrotti alle Pesche, che mi piacciono sempre tanto, e che si fanno letteralmente in un momento. La dolcezza delle pesche fa tutto; noi, piccoli cuochi caserecci, semplicemente aspettiamo che nel forno si compia la magia.

Il forno.. lo so, fa caldo. Tanto. Questi Quadrotti sono stati fatti in una sera d’estate in cui, finalmente, soffiava una brezza fresca e leggera. Ma il caldo non durerà per sempre, e potete salvarvela questa ricetta, per i giorni delle ultime pesche e degli ultimi tramonti d’estate. Se chiuderete gli occhi, sentirete solo il dolce della bella stagione.

Quadrotti alle pesche
Ingredienti:
270 g farina 00
150 g zucchero semolato
16 g lievito per dolci
3 uova
100 g yogurt greco
60 g olio (io di riso)
1 limone
Qualche pesca

Preparazione:
In una ciotola montate le uova con lo zucchero, fino a che non saranno chiare e avranno aumentato di molto il loro volume. Io lascio andare la planetaria per almeno tre o quattro minuti.

Unite lo yogurt, l’olio la buccia grattugiata del limone e il suo succo, e mescolate ancora con le fruste.

Per ultima, unite la farina setacciata con il lievito, e con l’aiuto delle fruste amalgamatela a bassa velocità, in modo da evitare i grumi.

Prendete le pesche e lavatele bene, senza togliere la pelle.

Tagliatele a metà, privatele del nocciolo, e poi tagliatele a spicchi. Io sono andata a occhio, mezzo centimetro è più che sufficiente.

Mettete l’impasto in una teglia. Potete sceglierne una da 24/26 cm di diametro, oppure una teglia rettangolare di circa 28/30 cm.

Livellate bene l’impasto e poi adagiatevi sopra le fettine di pesca.
Spargete sopra dello zucchero semolato e mettete a cuocere in forno già caldo a 180 gradi per circa 30 minuti.

Ogni forno è un caso a sé, quindi controllate sempre con lo stuzzicadenti prima di sfornare il dolce.
Lasciatelo raffreddare nella teglia, e poi tagliatelo della dimensione che preferite.
Se vi va, spolverate di zucchero a velo.
I Quadrotti alle pesche si conservano in frigorifero tre o quattro giorni.. sempre che ci arrivino!

Buona colazione!

Se la vita ti dà limoni… fai una Torta al Limone!

Se la vita ti dà limoni… fai una Torta al Limone!

Se la vita ti dà limoni, fatti una limonata” è un proverbio americano, reso famoso qualche anno fa da una canzone di Beyoncé, che si chiama, guarda caso, Lemonade.
Il significato è abbastanza intuitivo, fai il meglio con quello che hai.

Questo è uno dei proverbi che si dovrebbero avere sempre davanti, tatuati sulla fronte… fate voi qual è il vostro metodo migliore per non dimenticarlo.
Le avversità della vita sono sempre tante, i rovesci di fortuna più frequenti dei colpi della dea bendata, e trarre il meglio da situazioni oltremodo complicate non è mai facile. Però prendersi i limoni e farsi una limonata può salvare la vita veramente, quindi meglio farseli amici – i limoni.

I limoni sono grandissimi protagonisti in cucina, ma non solo. Ci sono tradizioni, simbolismi, e tantissime canzoni che celebrano questo frutto che, almeno per quel che mi riguarda, è tra i miei preferiti nella stagione estiva ma non solo.

I limoni pare provengano dall’Asia, ma erano già in Europa nella Grecia Antica: i pomi d’oro rubati da Ercole erano proprio loro, i limoni, che sono anche raffigurati in un sacco di affreschi e mosaici che risalgono ai romani. Gli egizi lo usavano addirittura per imbalsamare le mummie!

Il limone è anche stato utilizzato come simbolo di Maria, la madre di Gesù, visto che il limone era conosciuto per le sue proprietà antisettiche, che gli avevano fatto guadagnare la fama di salvavita, proprio come la Madonna (non la cantante).

E poi le canzoni, tante. Da Il Tempo dei Limoni di Luigi Tenco, a Un Gelato al Limon di Paolo Conte, fino a Lemon Tree, un tormentone di metà degli Anni Novanta.

Anche su questo piccolo blog trovate decine di dolci che hanno come protagonista il limone. Ve l’ho detto, mi piace! Un po’ di zeste bastano per dare quel non so ché alla più banale delle creme pasticcere, al budino, all’impasto della crostata.
Ma il limone da’ il meglio di sé quando è protagonista, come in questa facilissima e velocissima Torta al Limone. E’ la torta che piace a me, quella che si fa di corsa quando a casa c’è poco o niente, e rimane fragrante per diversi giorni e profuma tantissimo di limone. Si può fare anche in una teglia da 22 cm di diametro, ma io l’ho fatta in una teglia di quelle di alluminio usa e getta da 27 x 17 cm.
Così non ho nemmeno dovuto lavarla!

Ingredienti:
200 g farina 00
150 g zucchero semolato
8 g lievito per dolci
2 uova a temperatura ambiente
50 ml olio di semi o di mais (gusto delicato)
150 ml acqua
succo di un limone (il mio era all’incirca 120 ml perchè era grosso)
buccia grattugiata del suddetto limone (quindi prendetelo bio!)
1 cucchiaino estratto di vaniglia (se non la avete usate la vanillina)

Preparazione:

Questa Torta al Limone è davvero facilissima da fare, adattissima anche ai meno esperti.
In un contenitore rompete le uova, e aggiungete olio, acqua, succo di limone, zeste del limone e l’estratto di vaniglia, e mescolate con una frusta fino a che gli ingredienti si siano amalgamati.

In un’altra ciotola mettete le polveri, ossia la farina 00, lo zucchero, il lievito (e la vanillina, se non avete l’estratto) e mescolate con una forchetta.

Versate il liquido con le uova nella ciotola con le polveri, e amalgamate bene (io ho usato una frusta a mano per evitare i grumi, lo consiglio).

Prendete una teglia (come vi dicevo, io ho usato quella di alluminio), foderatela di carta forno e versatevi l’impasto.

Mettete la teglia a cuocere nel forno già scaldato a 180 gradi per circa trenta minuti.

Attendete che si sia freddata prima di toglierla dalla teglia, e spolveratela se vi va con lo zucchero a velo, e poi tagliatela a cubotti.

Se volete un’altra idea col limone, provate la Torta all’olio di oliva e limone.

Torta cocco e albicocche. Preludio d’estate

Torta cocco e albicocche. Preludio d’estate

L’estate arriva piano piano, ma una volta presa la rincorsa fa un balzo e ci si sede accanto, con i suoi temporali repentini, il sole a picco a mezzogiorno, l’aria cristallina del mattino, e i colori di frutta e verdura.
Se l’autunno è arancione, l’estate è rossa, gialla, arancione, blu delle more nuove. Verde delle olive. Rossa dei pomodori e delle angurie. Arancione di pesche, meloni e albicocche.
All’angolo della mia via, in un anonimo giardinetto condominiale, troneggia un albicocco e una pianta di prugne che sono ancora un po’ indietro di maturazione.
Le prime albicocche della stagione però sono già arrivate sugli scaffali dei supermercati, anche se spesso sono ancora un po’ asprigne. Sode e altere, sono comparse di soppiatto tra asparagi e cetrioli, fragole e zucchine.
Mi sono lasciata tentare, ma invece che mangiarle “crude” in macedonia, ho pensato di addolcirle all’interno di un dolce perfetto per le colazioni di inizio estate.

La Torta cocco e albicocche è leggerissima, facile da preparare, e ha il gusto dell’estate. Cocco e albicocche sono una combinazione perfetta, e se non l’avete mai provata… bè, dovreste. Lo yogurt al posto del burro dona alla torta una sofficità unica, e la freschezza delle albicocche è perfetta con la dolcezza del cocco.

Come sempre non ci sono segreti, ma un sapiente “montaggio” delle uova, e la immancabile farina setacciata, che da’ ariosità all’impasto e lo aiuta a lievitare bene.

Questa ricetta viene dritta dritta dal blog di Mary , che a sua volta l’ha rubata a Martina di Raspberries & tulips. Questo è quello che mi piace della community delle foodbloggers: una ricetta diventa presto di tutti, un patrimonio condiviso che diventa più prezioso a mano a mano che esce dalle cucine di una persona per prendere la strada delle cucine del mondo.
Come sempre l’ho un po’ personalizzata, ma vi assicuro che è eccezionale in ogni versione.

Torta cocco e albicocche
Ingredienti (per una teglia da 20×20):
70 g farina 00 (io ho usato quella di farro)
45 g farina di cocco (io ho usato il cocco rapè)
90 g zucchero semolato
4 g lievito vanigliato
70 g yogurt (io alla vaniglia, se lo avete all’albicocca meglio)
1 uovo
50 ml olio (dal gusto delicato)
4 albicocche
zucchero a velo per decorare

Preparazione:
La Torta cocco e albicocche è semplicissima da preparare, la parte più complicata sarà lavare le albicocche asciugarle e tagliarle a spicchi (io ne ho ricavati circa tre da ciascuna metà).

In una ciotola montate le uova con lo zucchero, fino a che non diventano chiare e spumose.
Quindi aggiungete l’olio a filo e poi lo yogurt, sempre utilizzando la frusta per amalgamarli.
Setacciate quindi i secchi (cioè farina e lievito) ed incorporateli al mix delle uova.
Infine, unite la farina di cocco e mescolate con una leccapentole.

Prendete una teglia (io ne ho usata una quadrata, ma potete anche usarne una tonda da circa 20/22 cm), ricopritela con la carta forno (o imburratela e infarinatela per bene) e versate l’impasto, avendo cura di cercare di stenderlo su tutta la superficie in maniera uniforme.
Per ultimo, aggiungete gli spicchi di albicocca sulla superficie.

Infornate la vostra Torta al cocco e albicocche per 20/25 minuti a 170 gradi.
Mi raccomando, il forno deve essere già ben caldo!

Attendete che sia intiepidita prima di toglierla dalla teglia.

Torta di farro all’olio di oliva e limone e la grande paura

Torta di farro all’olio di oliva e limone e la grande paura

Scrivere questo post mi pare un miracolo. Ho aperto questo piccolo spazio nella rete qualche anno fa ormai, la seconda esperienza dopo una prima volta finita un po’ male, per condividere una piccola passione con chi, come me, ha voglia di rilassarsi standosene con le mani in pasta.
Prima di schiacciare il bottone “pubblica” avevo mille aspettative, paure e paranoie. Ogni foto, ogni ricetta, provata e riprovata, l’emozione dei primi commenti (“allora c’è qualcuno là fuori!”), il dubbio di cosa e come scrivere, la voglia di scrivere e raccontare, attraverso le ricette, la vita.
Talvolta con tanta fatica, perchè la vita là fuori incalza, e non sempre avevo voglia o avevo, semplicemente, qualcosa da dire.

All’improvviso, tutto questo era scomparso. Una pagina bianca al posto delle tante foto e parole che ben conoscevo mi ha fatto temere per il peggio. Possibile che avessi perso tutto? Quattro e oltre anni di lavoro potevano essere spariti così?
Alla notte mi chiedevo se avessi schiacciato un testo, il classico bottone rosso dell’autodistruzione. Ma non saprei nemmeno dove si trova. Allora ho iniziato a pensare che, forse, era il destino che cercava di dirmi qualcosa – lascia stare, che tanto non è roba per te, questa.

Probabilmente non lo è roba per me, questa.
Talvolta però mi soffermo a pensare a come sia bello cucinare insieme. Io pubblico una ricetta così, una domenica sera qualunque; magari qualcuno ci inciampa dentro, magari ci arriva tramite IG. Diciamo dieci persone, per essere ottimisti. Di queste dieci, due pensano che sì, la possono anche fare quella ricetta. Si mettono a prepararla insieme a me, che parlo loro attraverso queste parole, e siamo in tre a cucinare questa stessa cosa, e chiacchieriamo di farine, uova e zucchero.
E poi quel qualcosa esce dal forno, e che so, quattro o cinque persone assaggiano, e gli piace.
Così questo breve testo, scritto una domenica sera, mi ha messo in contatto con dieci persone che non conoscerò mai, ma che sono state con me in qualche modo.
E non potete sapere quanto questo mi faccia stare bene.

Un’altra cosa che conforta è questa Torta di farro all’olio di oliva e limone. La ricetta base l’avevo tirata giù da un sito americano che purtroppo non ho segnato subito, e quindi chiedo venia all’autrice. C’era una quantità di olio che mi pareva perfino un po’ imbarazzante, e quindi l’ho in parte sostituita con del latte di mandorla, che col limone sta davvero bene. Il risultato è stata una torta alta e morbida, con un profumo delicato e una leggerezza meravigliosa. La farina di farro completa l’opera (ma potete anche usare la farina 00).
La Torta di farro all’olio di oliva e limone è anche semplicissima da fare, quindi non avete scuse per non prepararvi una deliziosa torta per la prima colazione. La quantità di ingredienti è per una teglia da 20/max 22 cm.

Ingredienti:
250 g farina di farro
220 g zucchero semolato
100 ml olio di oliva extravergine (meglio se di gusto fruttato)
100 g latte di mandorla
succo e zeste di 1 limone (naturalmente bio e con buccia edibile!)
16 g lievito
3 uova

Preparazione:
La Torta di farro all’olio di oliva e limone è il paradigma della semplicità. Vi serve solo lo sbattitore e un po’ di buona volontà. Se avete questi due strumenti, avete già metà torta preparata!

Mettete le uova e lo zucchero in una ciotola e con lo sbattitore elettrico montatele per bene, fino a duplicarle di volume. Ci vorranno circa cinque minuti, ma credetemi, ne vale la pena per la sofficità della torta (sofficità…. si dice, vero?).
A questo punto, incorporate l’olio (sempre con lo sbattitore in azione), il latte di mandorla, il succo e le zeste del limone grattugiate finemente.
Per ultimo, unite le polveri, cioè la farina di farro e il lievito.
Per aumentare la lievitazione e renderla bella alta bisogna incorporare aria, e questo si può fare non solo sbattendo bene le uova, ma anche setacciando la farina col lievito.

Foderate di carta forno una tortiera di 20/22 cm di diametro, versate l’impasto così ottenuto, livellatelo e cuocete nel forno già caldo a 160 gradi per i primi 35 minuti; coprite lo stampo con un foglio di carta di alluminio (così la torta non si scurirà troppo) e alzate a 180° la temperatura del forno, e cuocete ancora almeno mezz’ora.
Questi tempi li ho testati per lo stampo da 20 cm, per quello da 22 cm abbassate di 10 minuti i tempi di cottura con le due temperature.
Non ho provato, ve lo dico subito, ma a occhio dovrebbe funzionare. In ogni caso, fate sempre la prova con lo stecchino.

Una volta cotta, capovolgete la Torta di farro all’olio di oliva e limone sulla gratella e fatela raffreddare per bene prima di toglierla dalla teglia.
Servitela con la glassa al limone oppure, se siete di corsa come me, basta una spolverata di zucchero a velo.

Ciambella al limone e cocco e l’alchimista in cucina

Ciambella al limone e cocco e l’alchimista in cucina

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene”.
Inizia così uno dei libri più teneri, semplici e sorprendenti di Banana Yoshimoto, che non a caso si chiama Kitchen. Non importa quanto strana, non convenzionale, tutta all’incontrario una famiglia possa essere. La cucina è il pentolone nel quale tutti gli ingredienti più improbabili trovano il loro posto, il loro legame, e da identità diventano uno.

Sto progettando la mia nuova cucina. Più in testa che sulla carta, per la verità. Ma l’ho già vista, e non in una esposizione, ma nella mia immaginazione. Una cucina con tanta luce, spazio, posto intorno a un tavolo. Bianca, forse un po’ di legno. Una finestra e qualche pianta verde. La mia planetaria in un angolo, una dispensa alta fino al soffitto, e un orizzonte davanti.

Ho passato gli ultimi dieci anni in una cucina che è poco più di un corridoio, con poca luce, poco spazio. Eppure ci ho costruito un mondo. Libri, riviste, il treppiede, pasta e zucchero, le teglie sul frigorifero che cadono, radio e tv, il tavolo incastrato. Adesso sono pronta a un nuovo spazio.
A un posto nuovo per creare nuove alchimie.

La ciambella al limone e cocco è una di quelle alchimie nate per caso. “Per caso” in cucina, per me, significa svuotare gli armadietti e creare del senso, divertendomi. Musica, a tempo col ticchettio della frusta a mano. Fuori dalla finestra l’ultimo sole d’estate.

Ingredienti:
150 g farina 00
40 g cocco rapè
150 g zucchero semolato
8 g lievito
2 g bicarbonato
succo di 1 limone grande (più o meno erano 70/80 g)
zeste del limone
100 ml olio di semi
1 pizzico di sale

Procedimento:
Preparare la ciambella al limone e cocco è molto semplice.
Lavate il limone (deve essere non trattato) grattugiate le zeste e poi spremetelo.
Separate gli albumi dai tuorli, e montate i primi con qualche goccia di succo di limone. Mettete da parte.
In una ciotola mettete i tuorli con lo zucchero, l’olio, e il succo con la scorza del limone, e un pizzico di sale. Con una frusta a mano mescolate il tutto molto bene.

Prendete gli ingredienti secchi (tranne il cocco rapè) e setacciateli all’interno del composto con i tuorli, girando bene per evitare i grumi.
Infine, unite anche il cocco rapè.

Per ultimi, unite anche gli albumi. Io di solito li unisco in tre volte. Nella prima prendo solo un paio di cucchiai di albumi montati, così si incorporano subito al composto e aiutano l’assorbimento degli altri albumi montati senza che si smontino troppo.

Prendete il vostro stampo preferito, imburratelo e infarinatelo e versatevi il composto.

Cuocete a forno già caldo a 180 gradi per 35 minuti.

Se vi va potete guarnirla con della glassa al limone. Basterà un po’ di succo di limone e dello zucchero a velo da mescolare mettendo nello zucchero il succo a poco a poco, così potete controllare la consistenza desiderata.

Volendo potete fare anche la glassa al cocco mescolando lo zucchero a velo col latte di cocco – a me piace di meno perchè è molto dolce così ma… a ognuno il suo gusto!

Crostata all’uva e la vendemmia cittadina

Crostata all’uva e la vendemmia cittadina

Contro il muro arancio, a mezzo sole e mezza ombra, il filare. E’ lui, non mi posso sbagliare.
Passa il traffico alle mie spalle, ma lui sta là, dritto e dignitoso. Si fa guardare.
E’ sinuoso, nodoso, orfano in mezzo a un cespuglio di fragole tardive. Gli fa ombra un albero di cachi, che si stanno preparando alla stagione. Piccole sfere verdi che si molleggiano nell’aria di settembre.

Se chiudo gli occhi rivedo i dolci pendii di Maremma, punteggiati da piccole e rade case, e lunghe file di cipressi che con una mano sorreggono il cielo, e con l’altra vegliano sui viali di ingresso. E contano il tempo, che dall’estate che corre rallenta, e passeggia verso l’autunno.

E’ un attimo, un clacson, e torno nell’orto in città. Stretto tra alti muri, la natura si disciplina e cresce, e resiste. E’ il mio personale almanacco.
Adesso i pochi grappoli si gonfiano e splendono al raro sole che si insinua tra un condominio e un garage, mentre ai loro piedi sorridono timide le prime zucche.
Anche se si respirano gli ultimi caldi, il mattino sussurra già l’autunno.

La crostata all’uva è semplicissima, e per non perdere le buone abitudini è anche senza burro. Volendo, potete preparare la crema pasticcera anche senza lattosio, usando del buon latte di mandorla (non zuccherato). Tempo fa avevo preparato una versione senza glutine (che potete trovare qui), oggi invece vi propongo la sua versione passe partout, nel senso che va bene per tutte le stagioni, poichè all’uva potete sostituire la frutta di stagione che preferite.
L’ho decorata con chicchi a casaccio, e penso che sia la soluzione migliore quando non si riescono a trovare (come è stato il mio caso questa volta!) chicchi grandi più o meno tutti uguali. Siccome i semini mi impicciano, ho usato una (peraltro ottima) uva da tavola senza semi, ma voi ovviamente scegliete quella che preferite.

Ingredienti (per una crostata da 24 cm):
per la frolla all’olio:
220 g farina 00
70 g zucchero semolato
60 g olio di semi
1 uovo
una punta di cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di vanillina
uva da tavola a scelta

per la crema pasticcera:
350 ml latte parzialmente scremato (o di mandorle per la versione senza lattosio)
2 tuorli d’uovo
60 g zucchero semolato
35 g farina di riso
la scorza grattugiata di mezzo limone

per la gelatina:
150 ml di acqua
1 cucchiaio di fecola
2 cucchiai di zucchero

Preparazione:
Iniziamo a preparare la Crostata all’uva preparando la frolla all’olio.
In una ciotola rompete un uovo, e aggiungete lo zucchero e l’olio. Emulsionate bene con l’aiuto di una forchetta.
Iniziate ad incorporare la farina due cucchiai per volta. In questo modo, siccome ogni uovo e ogni farina è differente, vi potete regolare in modo da ottenere un impasto liscio e non appiccicoso.

A metà della farina inserite anche la vanillina e il bicarbonato, e poi continuate ad impastare con le mani, appena non appiccica più.

Stendete la frolla all’olio subito (non serve farla riposare in frigo) con l’aiuto di un matterello e della carta forno. Lo spessore deve essere all’incirca 4 mm (io vado a occhio).
Mettetela in uno stampo per crostata imburrato e infarinato e cuocete per circa 20/25 minuti in forno già caldo a 180 gradi, utilizzando il metodo di cottura “in bianco”, cioè senza crema. Per evitare che gonfi dovete stendere sulla torta della carta forno, e riempitela poi con le apposite sfere per la cottura in bianco (si trovano anche su Amazon), oppure io uso anche dei borlotti secchi (che ovviamente non mangerò mai!).

Mentre cuoce la vostra frolla potete preparare la crema pasticcera.
Prendete il latte (eventualmente di mandorla) e scaldatelo senza arrivare al bollore.

In un’altra ciotola mescolate con le fruste i tuorli con lo zucchero, fino a che che non schiariscono un poco. Aggiungete poi la farina di riso e continuate a mescolare con la frusta per evitare i grumi.
Poi versate sopra le uova il latte caldo, mescolate molto bene con la frusta, e per ultime aggiungete le zeste.

Rimettete il tutto nel pentolino dove avevate scaldato il latte, e cuocete per qualche minuto. La crea deve prendere il bollore così si inspessirà. Appena arriverà alla consistenza desiderata, toglietela dal fuoco, copritela con della pellicola (deve toccare la superficie della crema per evitare che si formi quella antipatica pellicola) e fatela raffreddare a temperatura ambiente.

Riprendete quindi la vostra crostata, riempitela quasi fino all’orlo di crema pasticcera ormai freddata, e poi coprite la superficie con degli acini di uva ben lavati e asciugati.

Potete assaggiarla già così, ma siccome volevo dare l’idea di una crostata di pasticceria, ho fatto anche la gelatina da spennellare: ho messo l’acqua in un pentolino con lo zucchero e la fecola (potete anche mette il succo di mezzo limone, se la volete aromatizzare), e mescolate con una frusta a mano.
Accendete il fuoco dolce e attendete che inizi ad addensarsi.
Spegnete quando avrà raggiunto la consistenza desiderata (un po’ gelatinosa).
Attendete che si sia raffreddata prima di stenderla sulla crostata all’uva con un pennello da cucina.

Fate riposare la crostata all’uva in frigo un’ora.

Ciambella al caffè e cocco

Ciambella al caffè e cocco

Non c’è pessima notte di non sonno che non si scolga in un sorriso quando, aperta la finestra della camera da letto, sale al naso il profumo del caffè dei vicini del piano terra.
Non importa quanto sia di corsa. Appena sento quel profumo, mi sento a casa e mi rilasso.

Quest’anno ho provato un sacco di ricette di dolci al caffè (vi ricordate anche i Muffin al caffè al farro?), e non ho fatto altro che rimaneggiare un po’ la ricetta dei muffin per farne una versione semi estiva, con il cocco al posto delle nocciole.

La ricetta della ciambella al caffè e cocco è così semplice che la preparate in qualche minuto. Sporcherete una sola ciotola… a parte la moka del caffè, certo! Per un gusto di caffè più intenso potete aggiungere un cucchiaino di caffè solubile. A me piaceva avere un bel gusto di estate, e quindi ho lasciato che pure il cocco facesse le sua parte. E’ talmente facile e veloce che non ci sono scuse – dovete prepararla!

Queste quantità sono per una ciambella da circa 22/24 cm di diametro.

Ingredienti:
200 g di farina 00 (anche di farro, a me piace tanto col caffè ma non l’avevo..)
150 gr zucchero semolato
3 uova a temperatura ambiente
una moka da tre di caffè (ho misurato il volume, sono circa 120 ml di caffè della macchinetta)
110 ml di olio dal sapore neutro (io di riso)
una bustina di lievito (16 g)
70 gr di cocco rapè

Procedimento:
La ciambella al caffè e cocco è semplicissima da preparare.
Anzitutto dovete montare le uova con lo zucchero, fino a che non diventano belle chiare e spumose. Ci vorranno un cinque minuti, dipende dal vostro sbattitore elettrico o dalla planetaria (se usate questa).

Unite a filo l’olio, continuando a montare con lo sbattitore.

Aggiungete quindi la farina setacciata insieme al lievito, e mescolate bene per evitare i grumi.

Quindi aggiungete il caffè (deve essere freddo o appena riepido, non mettetelo bollente!) e per ultimo il cocco rapé. Amalgamate bene per incorporare anche il cocco all’impasto.

Prendete uno stampo per ciambella, imburratelo e infarinatelo, e versatevi l’impasto.

Cuocete la ciambella al caffè e cocco nel forno già caldo (statico) a 180 gradi per una mezz’ora circa.

Attendete di sfornarla quando sarà ben fredda.

Buona colazione!

Cubotti alle mele e noci con amaretti

Cubotti alle mele e noci con amaretti

Quando ero piccola andava di moda un film che ha poi fatto la storia (ma noi non lo sapevamo!): si chiamava La Boum, che in italiano sarebbe suonato tipo “la festa”. Niente di ché.

Ma un geniale ufficio stampa (quello italiano della casa cinematografica distributrice, la Gaumont) si inventò “Il tempo delle mele”, e fu subito successo. Ecco, tutto questo giro per dirvi che il tempo delle mele non è solo l’autunno. E’ vero che da fine settembre si colgono le mele nuove, e ce ne sono di tante varietà. Ma ci sono anche le mele estive.
E comunque le mele si conservano benissimo, e anche quelle raccolte d’inverno si gustano a primavera in tutta la loro fragranza.

Quindi approfittiamo delle mele, che sono le regine delle torte da credenza, non appena possiamo. Sono buone e fanno bene.
Nella mia proposta di oggi, le mele non solo fanno bene, ma sono le regine di un dolce perfetto per chi sta seguendo un regime alimentare leggero.
Con farine integrali, frutta secca, amaretti e poco zucchero sono perfette per iniziare la giornata con gusto e leggerezza.

Con pochi accorgimenti, diventa anche un dolce senza lattosio.

I cubotti alle mele e noci con amaretti possono anche essere preparati con farina di mandorle e mandorle a granella, e latte di mandorle, o con le nocciole.
E’ una ricetta versatile e perfetta per finire i residui di frutta secca e farine integrali che abbiamo in casa.

Si sporca una ciotola, e l’unica cosa difficile da fare è… cuocere le mele. Senza zucchero, tra l’altro.

Vi lascio due versioni in questo post (la ricetta originale è di Marco Bianchi), quella che ho preparato io e una alternativa vegana, adatta proprio a tutti. Tutte e due con pochissimi zuccheri aggiunti.
Se state facendo una dieta, avete una valida alternativa per iniziare con gusto e leggerezza le vostre giornate!

Ingredienti (per una teglia 20×20):
4 mele piccole (quelle che volete)
100 gr farina di farro
80 gr farina semi integrale
50 g noci (o frutta secca mista che avete, meglio a granella o tagliata al coltello)
225 ml latte (o latte di mandorle)
il succo di un limone piccolo (o mezzo limone grande)
40 gr zucchero di canna
8 g lievito per dolci
50 g di amaretti (oppure farina di mandorle)
4 cucchiai di olio di semi
cannella q.b., se vi piace

Preparazione:
I cubotti alle mele e noci con amaretti si prepara iniziando con le mele. In una padella antiaderente, sbucciate e private le mele del torsolo, tagliatele a pezzetti e cuocetele a fuoco basso con un dito di acqua fino a che non si saranno ben ammorbidite. E’ meglio se coprite con un coperchio.

Fatele intiepidire leggermente.

Nel frattempo, preparate la granella di noci (o di frutta secca – quella che avete va bene, potete fare anche un mix di noci, nocicole e mandorle) e riducete gli amaretti quasi a farina.

In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi (farine, lievito, zucchero, noci e metà degli amaretti) e mescolate bene. Aggiungete quindi il latte (anche di mandorla) e l’olio e mescolate con una frusta a mano per sciogliere gli eventuali grumi. Non esagerate con la frusta, basta amalgamare in maniera anche un po’ grossolana.

Prendete la teglia, foderatela con la carta forno e versate sul fondo l’impasto.

Stendete l’impasto in maniera regolare e poi versate sopra le mele cotte e intiepidite.

Spolverate infine le mele con gi amaretti sbriicolati rimanenti.

Mettete il tutto a cuocere nel forno già caldo a 180 gradi per almeno 35 minuti.
A secdonda della succosità delle vostre mele, potrebbe volerci qualche minuto in più.

Attendete che la torta sia ben fredda prima di tagliarla a cubotti. Se vi piace, prima di infornarla potete spolverarla di cannella.

Campo di neve

Campo di neve

La torta campo di neve è una ricetta toscana delle zone di Prato, o giù di lì, giusto per dimostrare che a Prato non ci sono solo i cantucci o le peschine (che rifarò MOLTO presto!). Non so quanto sia ancora in uso, visto che anche in quel bel mondo che è l’internet non ne ho viste molte (anzi, direi che le si può contare sulle dita di una mano, e forse una mano è fin troppo!).

E’ un peccato, anche perchè mia nipote l’ha soprannominata torta paradisiaca, il ché le dà un patentino non da poco!

Era un po’ che volevo provarla, complice la versione che ho trovato su quel gran librone che è “La Cucina Toscana” di Giovanni Righi Parenti, un bel tomo (adesso è anche in edizione molto economica!) che è la summa di tutte le ricette regionali toscane, ma è anche un bel racconto gastro-storico di una delle regioni più amate d’Italia (almeno, dagli inglesi di sicuro! oltre che da me).
Ve la racconto oggi, dicendovi anche (il buon Giovanni questo non l’ha specificato!) che queste quantità sono perfette per una teglia da 22 cm di diametro.

Se avete albumi d’avanzo, non li buttate, ma regalatevi una squisitezza candida… come la neve!

Ingredienti:
8 albumi
300g di zucchero semolato
80g di farina 00
la buccia di un limone non trattato
100g di fecola di patate
100g di burro fuso tiepido
due/tre manciate di mandorle bio tostate e tritate grossolanamente (lui dice mezzo etto, devono essere sufficienti a coprire il fondo della torta)

Procedimento:
La torta campo di neve si prepara montando anzitutto gli albumi a neve piuttosto ferma.

Con una spatola, incorporate prima la fecola, e poi la farina, le zeste del limone e lo zucchero.
Mescolate pianco dal basso verso l’alto, per non smontare gli albumi,
Solo una volta che il tutto si è amalgamato, aggiungete il burro fuso a temperatura ambiente.

Prendete uno stampo a cerniera di 22 cm di diametro, imburratelo infarinatelo, oppure foderate il tutto con la carta forno.

Sul fondo della teglia spargete le mandorle – potete usare uno strato di mandorle a granella, come ho fatto io, o usare le lamelle, o ancora tagliare delle mandorle a pezzi irregolari. Deve formarsi uno strato sul fondo di mandorle, che resterà in alto quando andremo a ribaltare la torta.
Cuocete per 45 minuti la torta campo di neve in forno caldo a 130 gradi.
La torta deve cuocere lentamente e crescere in maniera graduale.

Aspettare a sformarla quando si sarà raffreddata.

Potete decorare con una spolverata di zucchero a velo, o di zucchero semolato, o lasciando la base croccante a vista.