Gennaio, mese dei nuovi inizi, dei (buoni) propositi. Mese che saluta la pausa natalizia, stressante come ogni anno, ma quest’anno più di ogni anno, tra tamponi, quarantene, conta dei positivi e i negativi che si sentono accerchiati come l’ultimo rinoceronte bianco in mezzo a un gruppo di bracconieri armati.
Gennaio è anche il mese di Veganuary, scelto non a caso perchè, tra i buoni propositi, spesso c’è anche quello di cambiare totalmente vita. E come non catalogare la scelta vegana tra quelle che la vita non solo te la cambiano, ma te la stravolgono?
Quindi un mese, uno soltanto, si puo’ provare a mettersi alla prova, a cambiare davvero, prima di tutto, prospettiva sulle cose di ogni giorno, come mangiare. Attività primordiale e principale. Il motore dei nostri muscoli, del nostro cervello, del nostro tutto.
E adesso a noi. Perchè ho deciso per un mese intero di proporre solo (visto che questo blog è nato proprio così) dolci vegani?
(Per inciso, non solo li ho fatti, li ho anche mangiati, e con viva e vibrante soddisfazione, come diceva Crozza imitando il Presidente Napolitano!)
Perchè amo le sfide, prima di tutto. Ripensare all’ordinario facendolo diventare stra-ordinario, e non senza qualche insuccesso e disastro (che fa parte del processo di apprendimento).
Perchè probabilmente il veganesimo imperfetto diventerà sempre più preponderante, perchè il sistema alimentare attuale non so se reggerà ancora a lungo.
Perchè, comunque, i dolci vegani che mi sono riusciti (e pure quelli usciti inguardabili) sono buoni.
Difficoltà? Moltissime. Addensare un impasto senza uova spesso è una traggedia (con due g), sostituire lo zucchero con altri dolcificanti non mi è sempre riuscito, e – che sia chiaro a tutti – da solo lo yogurt di soia non lo mangerei mai perchè sa obiettivamente di cartone.
Però. L’ho fatto. Mi sono messa alla prova.
Questa è la mia ultima creazione, la Crostata vegana con crema al caffè (vegana pure lei, naturalmente). La ricetta della frolla vegan più buona, dopo una serie di tentativi, è quella del Maestro Montersino. Per la crema al caffè, ho modificato leggermente la crema pasticcera all’arancia che ho postato su Instagram ma non qui (aveva suscitato così poco interesse che non mi era perso il caso riproporla).
Fatela, vi assicuro che non ve ne pentirete. A parte che è obiettivamente buona, ma è facile, più di quanto non pensiate. La potete realizzare con del caffè amaro della moka, ma anche con il Nescafé , che segue anche pratiche di raccolta sostenibili.
Ingredienti (per una tortiera da 20 cm):
250 g farina (potete usare la 0 o anch eil farro, la 00 se non ne avete altre va bene comunque)
80 g zucchero di canna (o semolato)
60 g acqua
60 g olio di semi
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
mezzo cucchiaino di lievito
1 pizzico sale
per la crema
500 g latte di mandorla
40 g maizena
3 cucchiaini caffè solubile (per la ricetta col caffè della moka leggete la preparazione sotto)
90 g zucchero semolato o di canna
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
Preparazione:
Iniziamo a preparare la Crostata vegana con crema al caffè dalla crema.
In un pentolino mettete la maizena con un pochino di latte di mandorla. Non ne serve tanto, solo per sciogliere l’amido di mais ed evitare i grumi. Aggiungete anche l’estratto di vaniglia (o i semi di mezzo baccello) e mescolate.
Unite poi il restante latte, i tre cucchiaini di caffè solubile e lo zucchero e mescolate molto bene.
Se avete il caffè, mettete 100 ml di caffè della moka e togliete 100 ml dalla quantità di latte di mandorla.
Mettete sul fuoco il pentolino e portate il tutto a bollore a fiamma medio bassa. Quando raggiunge il bollore fate cuocere per un paio di minuti al massimo, abbassando la fiamma al minimo. Divrebbe rimanere una crema densa ma non troppo.
A questo punto, togliete il pentolino dal fuoco, coprite la crema con un po’ di pellicola per evitare che si formi la crosticina sulla superficie e fate raffreddare.
Nel frattempo preparate la frolla vegana, mettendo in una ciotola lo zucchero e l’acqua. Mescolate con una forchetta per fare sciogliere lo zucchero, poi unite l’olio e miscelate nuovamente. Infine, unite a poco a poco la farina setacciata con il lievito, e quando si sarà formato un panetto che non appiccica più, copritelo con la pellicola e mettetelo a riposare in frigo per mezz’ora.
Trascorso questo periodo, riprendete la frolla dal frigorifero, dividetela in due parti e con l’aiuto del matterello stendetela a formare un cerchio delle dimensioni della teglia (di solito metto più impasto per il sotto, così posso ben coprire anche i lati.
Ungete e infarinate la teglia (potete usare anche gli spray non stick, ce ne sono alcuni in commercio che sono vegani, come questo che uso io di Fratelli Rebecchi. Preciso che è #noadv, li compro tutti!).
Prendete la frolla stesa più grande, e mettetela sul fondo della teglia. Bucherellate il fondo con i rebbi della forchetta.
Riprendete la vostra crema al caffè, e disponetela all’interno della frolla stesa uniformandola.
Coprite poi il tutto con il secondo disco di frolla, e abbiate cura di sigillare i bordi.
Per essere sicura, con i ritagli di pasta frolla rimasti, ho ricavato tante striscioline con l’aiuto della rotella taglia ravioli, e li ho posti tutti intorno al bordo della crostata.
Fate un forellino al centro della torta, se volete mettete della granella di nocciole sulla superficie (io l’ho fatto per decorazione e perchè sono buone, ma sono opzionali, potete usare anche le mandorle o niente). Mettete quindi la Crostata vegana con crema al caffè in forno già caldo a 180 gradi e cuocete per circa 35/40 minuti.
Il mio nuovo forno è Speedy Gonzales e l’ho dovuta tirare fuori alla mezz’ora perchè si stava bruciacchiando ai lati, voi ovviamente regolatevi e estraete la torta dal forno quando inizia a dorare in superficie. In generale 35/40 minuti è la cottura che copre tutti i tipi di forno.
Quando si sarà raffreddata toglietela dalla vostra teglia e spolverate la superficie di zucchero a velo.
Se bon vi piace il caffè, che ne dite di questa Crostata vegana alle mele?