Ciambella al limone e cocco e l’alchimista in cucina

Ciambella al limone e cocco e l’alchimista in cucina

“Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina. Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene”.
Inizia così uno dei libri più teneri, semplici e sorprendenti di Banana Yoshimoto, che non a caso si chiama Kitchen. Non importa quanto strana, non convenzionale, tutta all’incontrario una famiglia possa essere. La cucina è il pentolone nel quale tutti gli ingredienti più improbabili trovano il loro posto, il loro legame, e da identità diventano uno.

Sto progettando la mia nuova cucina. Più in testa che sulla carta, per la verità. Ma l’ho già vista, e non in una esposizione, ma nella mia immaginazione. Una cucina con tanta luce, spazio, posto intorno a un tavolo. Bianca, forse un po’ di legno. Una finestra e qualche pianta verde. La mia planetaria in un angolo, una dispensa alta fino al soffitto, e un orizzonte davanti.

Ho passato gli ultimi dieci anni in una cucina che è poco più di un corridoio, con poca luce, poco spazio. Eppure ci ho costruito un mondo. Libri, riviste, il treppiede, pasta e zucchero, le teglie sul frigorifero che cadono, radio e tv, il tavolo incastrato. Adesso sono pronta a un nuovo spazio.
A un posto nuovo per creare nuove alchimie.

La ciambella al limone e cocco è una di quelle alchimie nate per caso. “Per caso” in cucina, per me, significa svuotare gli armadietti e creare del senso, divertendomi. Musica, a tempo col ticchettio della frusta a mano. Fuori dalla finestra l’ultimo sole d’estate.

Ingredienti:
150 g farina 00
40 g cocco rapè
150 g zucchero semolato
8 g lievito
2 g bicarbonato
succo di 1 limone grande (più o meno erano 70/80 g)
zeste del limone
100 ml olio di semi
1 pizzico di sale

Procedimento:
Preparare la ciambella al limone e cocco è molto semplice.
Lavate il limone (deve essere non trattato) grattugiate le zeste e poi spremetelo.
Separate gli albumi dai tuorli, e montate i primi con qualche goccia di succo di limone. Mettete da parte.
In una ciotola mettete i tuorli con lo zucchero, l’olio, e il succo con la scorza del limone, e un pizzico di sale. Con una frusta a mano mescolate il tutto molto bene.

Prendete gli ingredienti secchi (tranne il cocco rapè) e setacciateli all’interno del composto con i tuorli, girando bene per evitare i grumi.
Infine, unite anche il cocco rapè.

Per ultimi, unite anche gli albumi. Io di solito li unisco in tre volte. Nella prima prendo solo un paio di cucchiai di albumi montati, così si incorporano subito al composto e aiutano l’assorbimento degli altri albumi montati senza che si smontino troppo.

Prendete il vostro stampo preferito, imburratelo e infarinatelo e versatevi il composto.

Cuocete a forno già caldo a 180 gradi per 35 minuti.

Se vi va potete guarnirla con della glassa al limone. Basterà un po’ di succo di limone e dello zucchero a velo da mescolare mettendo nello zucchero il succo a poco a poco, così potete controllare la consistenza desiderata.

Volendo potete fare anche la glassa al cocco mescolando lo zucchero a velo col latte di cocco – a me piace di meno perchè è molto dolce così ma… a ognuno il suo gusto!

La pappa al pomodoro più buona (per me)

La pappa al pomodoro più buona (per me)

Le ricette tradizionali sono un mito da sfatare, perchè non c’è nulla di più “particolare” delle ricette tradizionali. E per particolare intendo il suo vero significato etimologico, cioè qualcosa di “proprio di un singolo individuo, di una singola cosa, o di una determinata categoria di individui, di cose, non comune quindi a tutti” (e lo dice il signor Treccani!).

Le ricette tradizionali sono la culla del campanilismo, il profumo di casa mia e non tua, da difendere alzando vessilli e cucchiai, al grido di “l’ha fatto nonna per anni e quindi la mia è più giusta della tua!”. Si sono consumate lotte anche su Facebook, insulti atroci, sull’uso di uno o due spicchi di aglio. La verità è che la ricetta tradizionale è un’idea, che quando diventa tradizione diventa di tutti e cambia, si plasma, si modifica e prende il sapore delle mani di nonna, di mamma, della zia che aveva le mani d’oro.. della famiglia, insomma.

Milanese di nascita e origine, a casa mia la famosa cassoeula (ma si scriverà così?) si fa sgrassata, con tanta verdura e possibilmente poca cotenna, un po’ brodosa così anche la polenta tira su il suo sughetto. La mia zia la faceva molto asciutta, lo sgrassamento era un affronto, e se ci stava in un angolino il soffritto si faceva col burro. Stessa famiglia, stessa ricetta, due piatti. Naturalmente, la versione della zia richiedeva una digestione lunga una settimana.

Lo stesso destino lo condividono le altre “ricette della tradizione”, e tra queste la Pappa al pomodoro. Fate mente locale e ditemi in quante versioni l’avete mangiata, o anche solo sentita raccontare. Due, tre, dieci? Vi crederò, perchè ogni famiglia in Toscana (ma pure fuori da questa regione) ha la sua versione che è giustissima, peraltro. Come le altre nove, del resto.

Delle tante che ho provato, quella che vi propongo oggi è quella che piace di più a me. Certo, non sono toscana di nascita, anche se dopo tutte le estati che ho trascorso qui qualcuno dovrebbe pensare a darmi la medaglietta (col pomodoro!). Però ne ho assaggiata qualcuna, a sufficienza per dire che questa è la più pomodorosa e semplice che ci sia. Io uso preferibilmente i pomodori costoluti fiorentini (se non li trovo prendo altri tipi di pomodoro, ma non è la stessa cosa). Quali sono?
Sono questi bei fustacchioni che vedete qui sotto:

Pomodori costoluti fiorentini

Sono pieni di polpa e succo, e hanno dentro un sapore d’estate che è qualcosa di indescrivibile. In via del tutto eccezionale, quest’anno li ho trovati nella mia azienda agricola di riferimento quando vengo qui in Maremma (Stelle di Maremma, sulla strada per Grosseto) e non me li sono fatti scappare. Aggiungete un po’ di pane sciapo (la mia ricetta per farlo in casa la trovate qui), un po’ di aglio, del buon olio toscano… e basilico. E basta così.

Provatela, e ditemi che ne pensate. So che, rispetto alla versione fiorentina (molto simile a quella che assaggiai anni fa a Volterra, e che era tutto un effluvio di aglio e peperoncino) questa è un po’ più pallidina… ma che volete, mi somiglia!!

Ingredienti: (questa è per due persone, se siete di più raddoppiate le dosi)
2 fette di pane sciapo
400 gr circa di pomodori ben maturi (meglio i costoluti fiorentini, se non li trovate usate i pelati)
1/2 spicchi di aglio (a gusto vostro)
6/7 foglie di basilico (ma abbondate se vi piace)
5 cucchiai abbondanti di olio EVO + altro a piacere, da mettere a crudo
sale q.b.
peperoncino q.b.

Preparazione:
Siccome non mi piace la pelle del pomodoro, la prima cosa che faccio per preparare la pappa al pomodoro è sbollentare i pomodori per spellarli. Basta mettere a bollire dell’acqua, quando bolle immergere i pomodori per un minuto e poi tuffarli in una bacinella con l’acqua fredda.
Si speleranno che è un piacere!

Prima di mettere i pomodori, io tolgo un bicchiere circa di acqua bollente, che metto da parte.

In una pentola mettiamo i 5 cucchiai di olio EVO, facciamo imbiondire uno o due spicchi di aglio, poi mettiamo il peperoncino (se non vi piace o ci sono i bambini potete ometterlo), e i pomodori spellati e già tagliati a pezzetti.

Facciamo cuocere dieci minuti, un quarto d’ora, fino a che non diventa un sugo amalgamato. Potete aiutarvi con una forchetta per rompere la polpa, o una frusta a mano.

Intanto, prendete il pane sciapo passatelo sotto l’acqua del lavandino, in modo che prenda acqua. Fatelo riposare in un piatto.

Quando la salsa si è ben rappresa, strizzate bene il pane e tuffatelo nella salsa, rompendolo con le mani. Aggiungete anche l’acqua che avete messo da parte, il basilico spezzettato, sale a vostro gusto, e cuocete il tutto ancora per dieci minuti. Mescolate sempre bene con la frusta a mano o la forchetta, così il pane si amalgamerà bene al resto e diventerà una specie di vellutata.

A fine cottura, fate riposare la vostra Pappa al pomodoro almeno un’ora.

Potete servirla fredda oppure riscaldata.

Prima di servire la Pappa al pomodoro, io aggiungo ancora un po’ di olio a crudo e qualche fogliolina di basilico fresco.

Ciambella cocco e lime

Ciambella cocco e lime

Ogni anno mi riprometto di appendere le presine al chiodo da giugno a settembre, ma al primo temporale mi lascio tentare.
Finisco per ricascarci, perchè lo so già quando mi faccio la promessa di non accendere il forno d’estate che la infrangerò. Amo questa mia debolezza, e sono indulgente con me stessa.
Ci sono però certe mattine d’estate che meritano una ciambella cocco e lime. Quelle chiare chiare, dove si può andare più lenti, prendersi il tempo per gustare una colazione dai sapori tropicali, mentre si ascoltano gli uccellini che cantano, le tortore che tubano. E il camion dell’immondizia che passa sferragliando.

Le mattine d’estate idilliache si contano sulle dita di una mano, ma la ciambella cocco e lime è buona davvero. Prendete il latte di cocco quello vero, però! Non quello un po’ annacquato nei tetrapak, ma quello “spesso” delle lattine. Le trovate nel reparto dei cibi orientali. Questo latte di cocco è pieno di sapore e di frutto, e darà alla vostra ciambella un sapore unico.

Questa ciambella è facilissima da preparare, ed è un successo sicuro. Il sapore del lime si sposa benissimo col cocco, e vedrete che la rifarete a nastro. Diventerà il vostro tormentone dell’estate. Tutte le estati.

Ingredienti:
330 g di farina 00 (+ 2/3 cucchiai per lo stampo)
1 lattina di latte di cocco (la mia era da 400 ml)
16 g di lievito per dolci
1 lime (se lo trovate bio è meglio, altrimenti vabbè)
200 g zucchero
4 uova medie non fredde
80 ml olio di mais
1 pizzico di sale

Preparazione:
Per preparare la ciambella cocco e lime dovete anzitutto montare le uova con lo zucchero fino a che non diventano gonfie e chiare.
Unite quindi il succo del lime (se avete trovato il lime bio mettete anche le zeste grattugiate, io non lo trovo mai e quindi faccio senza), l’olio e il sale. Continuate a montare.

A questo punto unite i secchi, cioè la farina setacciata con il lievito per dolci in tre volte, alternando con il latte di cocco. Ricordate di mescolare il latte prima di metterlo nell’impasto.

Continuate a mescolare fino a che l’impasto non sarà vellutato.

Accendete il forno e scaldatelo a 180 gradi.

Mentre si scalda, ungete uno stampo per ciambella da 22 cm di diametro e infarinatelo. Io adoro il mio stampo Nordic Ware, che si deve per forza imburrare e infarinare, ma regala delle ciambelle sontuose!

Versate l’impasto nello stampo, e infornatelo per 40 minuti. Controllate con uno stecchino il grado di cottura.

Sformate quando la ciambella è fredda e, se volete, potete coprirla con una glassa al mine: basta sciogliere nel succo di mezzo lime un po’ di zucchero a velo. La densità della glassa la potete scegliere voi. Se la volete meno spessa potete allungarla con dell’acqua tiepida.

Muffin al lime e cocco

Muffin al lime e cocco

Ci sono settembri e settembri. Quelli piovosi e freddi, quasi arcigni. E quelli placidamente estivi, che mollemente declinano verso l’autunno sperando che non se ne accorga, e che il tepore estivo e la luce brillante del sole resistano ancora un po’.
Questi ultimi hanno i colori più belli, e anche se le foglie iniziano a virare dal verde al giallo, rimangono ancora vivide e vive, attraversate dai raggi del tramonto.

Questi sono i settembri che amo, quelli che sarebbero ideali tutto l’anno, perché rendono il meglio dell’estate e dell’autunno. Forse perché quest’anno abbiamo perso la primavera, chiusi in casa causa pandemia, faccio fatica a lasciar andare l’estate e la sua bella luce. Mi sono lasciata quindi ispirare da questo clima eccezionalmente caldo per il periodo, per dare un’ultima sferzata di estate coi muffin al lime e cocco, due gusti che chiamano i tropici, la stagione calda, il mare e il sole. Mi sembravano giusti per celebrare l’ultima settimana d’estate, prima l’equinozio ci trasporti in autunno.

Ingredienti
150 g farina 00
80 g zucchero
50 gr farina di cocco disidratato
8 gr di lievito per dolci
2 uova
succo e scorza grattugiata di 2 lime
75 ml latte intero
80 ml olio vegetale
granella di zucchero per decorare

Preparazione:
In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi (la farina setacciata col lievito, la farina di cocco e lo zucchero). Mescolate e lasciate da parte.
Prendete un’altra ciotola e sbattete le uova con uno sbattitore elettrico. Unite anche il latte e l’olio di semi. Poi unite la scorza dei due lime grattugiata e il succo. Continuate a sbattere per inglobare aria fino a ottenere un composto leggermente spumoso.

Ora unite i secchi al composto liquido e lavorate ancora un po’ con la frusta.

Prendete poi gli stampini per muffin e riempiteli a 2/3 con l’impasto.
Prima di infornare, potete decorare i muffin al lime e cocco con della granella di zucchero, se volete.

Preriscaldate il forno a 180 gradi poi cuocete i muffin al lime e cocco per 20 minuti.
Fate comunque sempre la prova dello stecchino per controllare la cottura!

Sfornate i muffin e lasciateli raffreddare prima di servirli.

Se li preparate, ricordate di taggarmi nei vostri post!

Smoothie tropicale

Smoothie tropicale

Tutti gli anni, d’estate, ma soprattutto nelle giornate più calde, vengo presa da una sottile ansia al pensiero di accendere il mio amato forno. Nove volte su dieci butto dietro le spalle la paura di liquefarmi davanti allo sportello, e preparo le mie colazioni abbondantemente sudando.
Non sempre, però. Ci sono giorni così caldi e umidi che proprio non ce la faccio.
In quei giorni arriva da lontano, brandendo una spada ghiacciata, il mio smoothie tropicale, che rinfresca, riempie, ed ha così poche calorie che… mi chiedo come mai non lo preparo più spesso!
Gli smoothie sono a metà strada tra il sorbetto, ma meno ghiacciati, e il frullato, ma più densi. La versione originale prevedeva solo frutta (o verdura), dal momento che il loro inventore – un signore americano proprietario di alcuni bar che facevano frullati – per sua sfortuna era intollerante al lattosio e si era quindi messo a frullare direttamente frutta e verdura con del ghiaccio, almeno poteva assaggiarli anche lui.

La cremosità dello smoothie è data dalla banana, che è di base in pressochè tutte le ricette. Di solito gli smoothie non hanno liquidi aggiunti, ma ormai le varianti prevedono anche l’aggiunta di yogurt, che dà ancora più consistenza, o anche di latte (vegetale per gli intolleranti ed i vegani). Oggi celebriamo l’estate con un gusto tropicale: accanto alla fragola (che può anche essere sostituita dai lamponi) ho usato dell’ananas, che ho completato con dello yogurt greco senza grassi. Naturalmente, per gli intolleranti ed i vegani, va benissimo lo yogurt di soia.
Per renderlo più fresco, io lascio in freezer la frutta una ventina di minuti. Non arriva a congelarsi, ma da’ una fresca consistenza che, quando fa proprio caldo, è piacevolissima. Ovviamente potete omettere questo passaggio. Però ve lo consiglio, aumenta la consistenza del vostro smoothie.

Tutto quel che vi serve è un frullatore. Si prepara in tempo zero, è buono, ha poche calorie e fa bene. Ma com’è che non abbiamo ancora preparato lo smoothie tropicale??

Ingredienti per due smoothie:
115 gr di ananas a cubetti
70 gr di fragole pulite
140 gr di yogurt greco senza grassi al cocco, come questo di Faye (o yogurt di soia, va bene anche alla vaniglia)
mezza banana
40 ml di succo di ananas (potete sostituire con latte di cocco)

Procedimento:
Tagliate la frutta a pezzetti, e mettetela per circa venti minuti in freezer a raffreddare bene.
Mettete nel bicchiere del frullatore la frutta, lo yogurt e il succo di ananas (o latte di cocco) e azionate il frullatore.
Continuate fino a che il composto non avrà preso volume e sarà diventato bello cremoso.

Ghiaccioli ai mirtilli e lavanda

Ghiaccioli ai mirtilli e lavanda

Molti pensano che prepararsi le cose in casa, da sé, sia una gran perdita di tempo e di fatica. Lo pensavo anche io, e del resto – unta dal sacro fuoco della pigrizia – me ne sono sempre guardata bene dal mettermici a spignattare (perchè poi si deve lavare…), preparare (ma vuoi mettere quell’ora in più a letto??), e chi più ne ha più ne metta.

Però capita che, un giorno, succede qualcosa. Nel mio caso ho iniziato a non digerire più niente. Un po’ di riso in bianco e una fetta di prosciutto cotto erano un’agonia. Ho passato mesi a pasta con un filo di olio, sentendomi come se avessi mangiato un bue. Ho provato di tutto, compresa la pranoterapia. Niente. Anni di tormenti, coliche, notti in bianco.

Cosa è successo poi, vi chiederete? Tutto e nulla. Dopo aver anche fatto una gastroscopia per sospetta celiachia (che non ho), e una surreale visita da un medico che non ha trovato nulla di meglio da dirmi se non che avevo qualche intolleranza, ma chissà quale, e in ogni caso non mi avrebbe mai prescritto il test perchè costa al servizio sanitario (io pagherei anche le tasse, forse avrei qualche diritto pure di usufruire del servizio, no??), mi sono detta: adesso mi preparo io le cose, vedo quel che ci metto dentro, così se sto male lo becco subito.

Non sono (quasi) più stata male.
Certo, ogni tanto capita ancora, ma sempre meno di prima. Ormai raramente. Quasi sempre quando esco a mangiare.
Ho il sospetto che ci sia qualche conservante poco amico, forse qualche lievito. Sacrifici ne faccio, in pizzeria non ci vado quasi più, vado a mangiare sempre e solo dove so che non sto male, e nei posti sconosciuti mangio della gran verdura, che non si sa mai. Però che soddisfazione prepararsi le cose da sé e sentire che sono buone!

Prendiamo ad esempio i ghiaccioli.
Ci si mette un niente a farli, si possono provare gusti e accostamenti nuovi, non hanno conservanti (quindi ne facciamo pochi per volta) e fanno bene. Colori originali, non ci sono coloranti qui. Solo il mirtillo.

I ghiaccioli ai mirtilli e lavanda sono uno degli esperimenti di quest’estate. L’accostamento dei sapori viene direttamente da Sale & Pepe di luglio, che è una miniera per gelati, sorbetti e compagnia. Il metodo è il solito mio, usato anche per i ghiaccioli al tè matcha che ho pubblicato solo su IG (ma presto li rifaccio e li ripropongo anche qui!!). Se avete dieci minuti, fateli. Sono ottimi, e la lavanda da’ un tocco in più che sta una meraviglia.
Non ci credete? Guardate qui.

Ingredienti: (4 ghiaccioli di misura media)
200 gr mirtilli
60 gr zucchero
1 cucchiaino di lavanda essiccata (edibile)
100 ml di acqua del sindaco

Procedimento:
Mettete in un pentolino lo zucchero e l’acqua e fate raggiungere il bollore, in modo che lo zucchero si sciolga bene.
Una volta sciolto, spegnete il fuoco e lasciate la lavanda in infusione per una dceina di minuti.
non di più, altrimenti i ghiaccioli ai mirtilli e lavanda sapranno di saponetta.

Filtrate lo sciroppo zuccherato con la lavanda, e mettetelo nel boccale del frullatore ad immersione, insieme ai mirtilli che avrete in precedenza ben lavato ed asciugato. Azionatelo fino a che il tutto non assumerà una consistenza cremosa.

Prendete i vostri stampi per ghiaccioli, e riempiteli con il composto con i mirtilli.
Mettete poi gli stampi nel freezer a rassodarsi (senza il bastoncino!). Dopo circa 90 minuti, massimo un’ora, controllate che abbiano già iniziato a congelare: dovrebbero essere diventati dei ghiaccioli ai mirtilli e lavanda ancora leggermente morbidi ma già più consistenti.
In questo caso mettete la paletta di legnetto, e rimettete in freezer almeno altre 4/6 ore.

Tutto qui.
Ovviamente, se avete gli stampini con gli stecchi di plastica con il comperchietto, che stanno in piedi comunque, potete metterli nel ghiacciolo ai mirtilli e lavanda ancora morbido, e si congeleranno in circa 4 ore senza toccarli.

Buona fresca estate a tutti!!

Crostata di farro con albicocche e mandorle

Crostata di farro con albicocche e mandorle

Mi sembra di essere sempre a corto di tempo. Sempre di corsa. Probabilmente succede a tutti così, e quasi certamente ho qualche problema nella gestione del mio tempo.
Il mio problema è che sono troppo ottimista.
Sono ottimista che riuscirò a scrivere quel contratto in mezz’ora, che riuscirò a completare la lettura di un report in dieci minuti. Ma non va (quasi) mai così. Nella maggior parte dei casi non finisco di scrivere in mezz’ora perchè mi vengono in mente delle idee mentre scrivo, e quindi mi fermo, controllo, cerco sul codice, poi non mi piace la frase, la cancello e la riscrivo, due..tre.. cinque volte. Poi suona il telefono. Mi sconcentro. Quando torno allo schermo, non sempre mi ricordo. Mi rifermo. Ed è passata già un’ora.
L’ottimismo però ha ripagato ieri sera, perchè la preparazione di questa crostata è stata facilissima e più veloce di quanto non mi sarei mai aspettata! Era da un po’ di giorni che ci pensavo, precisamente da quando mi era venuta voglia di un dolce con le albicocche, e avevo scoperto di aver scordato di comprare il burro e di avere solo un uovo in frigo. Come sostituirli? Cosa fare?
E qui entra la genialata, quella che viene soltanto quando sei da sola, nessuno ti interrompe, nessuno ti impiccia- a me capita in macchina, o la sera prima di addormentarmi. Questa crostata ha un ingrediente segreto, perchè volevo fare la frangipane ma avevo solo le mandorle. L’epifania di questa crostata si chiama budino pronto. Una di quelle cose che gira in dispensa perchè non si sa mai, e che poi (almeno succede a me, a voi non so, sarete certo più bravi!) butto perchè scaduto. Non siate puristi, mi ha salvato la vita, ed è uscito un ripieno di crostata cremoso e vellutato, perfetto per le albicocche. Ecco com’è nata la crostata di farro con albicocche e mandorle!
Il tutto preparato in un baleno. E così abbiamo salvato la colazione, anche oggi!

Ingredienti (per una teglia da crostata da 20/22 cm):
220 gr di farina di farro (ma va bene qualsiasi)
60 gr di olio vegetale
70 gr di zucchero semolato
1 uovo
mezza confezione di budino alla vaniglia (io ho usato questo)
latte (secondo le istruzioni della casa produttrice)
120 gr di mandorle tritate finemente o farina di mandorle
2/3 cucchiai di confettura di albicocche
4/5 albicocche piuttosto mature
mandorle a scaglie per decorare

Procedimento:
Iniziamo a preparare la crostata di farro con albicocche e mandorle mettendo in una ciotola lo zucchero, l’olio e l’uovo, e sbattiamo leggermente con una forchetta. Iniziamo poi ad incorporare la farina poco per volta, mettendone di nuova solo dopo che la precedente si sarà assorbita. Geberalmente queste quantità di liquidi vanno bene per circa 220 gr di farina. Tuttavia dipende in parte anche dalla grandezza delle uova e quindi mettendo la farina poco per volta riuscirete a regolarvi meglio.
Continuate ad impastare fino a che non si sarà formato un panetto morbido ma compatto. Il bello della frolla all’olio è che non deve riposare in frigorifero, e quindi potete stenderla immediatamente col mattarello.
Posizionatela nella teglia per crostate imburrata e infarinata, oppure coperta di carta forno. Bucherellate il fondo della torta con i rebbi di una forchetta e cuocete per 15 minuti in bianco (ossia coprendo il fondo bucherellato con della carta forno e poi con delle sfere apposite o dei fagioli secchi) nel forno già caldo a 180 gradi.

Mentre la base della crostata si inizia a cuocere, preparate il budino seguendo le istruzioni della confezione. Potete farlo anche voi se volete. Ne ho presa metà scatola, quindi circa 35 grammi. Nel mio caso, ho portato il latte a sfiorare il bollore e poi l’ho incorporato nel preparato mescolando con le fruste. Poi ho unito le mandorle tritate (va bene anche la farina di mandorle) e ho lasciato riposare qualche minuto.

Trascorso di quarto d’ora di cottura della base della crostata, va estratta dal forno, coperta con un sottile strato di confettura di albicocche e poi, con l’aiuto di un cucchiaio per meglio dosarla ed evitare fuoriuscite, la crema di budino.
Infine, mondate e tagliate a metà le albicocche e disponetele sopra il budino. A me piacevano a faccia in su, così ho evitato di rendere visibili alcune piccole ammaccature!

Aggiungete qualche scaglia di mandorla sopra la superficie, e rimettete poi la crostata di farro con albicocche e mandorle in forno per altri 30 minuti, per finire la cottura.

Fate raffreddare la crostata di farro con albicocche e mandorle fuori dal forno, e quando è ancora tiepida magari fatele fare una mezz’ora anche nel frigorifero per compattare ancora di più il budino. Poi servitela, se vi va anche con una spolverata di zucchero a velo.

Panna cotta allo yogurt con salsa di mirtilli al basilico

Panna cotta allo yogurt con salsa di mirtilli al basilico

Questa ricetta l’avevo già pubblicata sul blog nel 2018, ma ho deciso di darle una sistemata e di aggiornarla due anni dopo. Prima di tutto detestavo la fotografia, non dava merito a una ricetta semplicissima e perfetta per l’estate. E poi le mie nipoti domenica l’hanno così apprezzata che me la hanno fatta rivalutare, anche se si stratta di una ricetta stranota e strarifatta.
In effetti dovrei rimettermi ad aggiornare i miei superclassici, perchè vale sempre la pena.

E poi comunque dovrei davvero prendermi l’impegno di aggiornare le vecchie fotografie con lo stile che mi sono nel tempo costruita, soprattutto adesso che uso una reflex, e non un cellulare.
Se mi guardo indietro, mi accorgo del cambiamento – anzi del miglioramento – che c’è stato, e ne sono felice! Ovviamente non sono dove vorrei, e spesso mi piacerebbe essere più avventurosa in termini di composizione fotografia. Ma c’è tempo per evolvere.

Nel frattempo, panna cotta allo yogurt con salsa di miirtili al basilico alla mano, contemplo la strada che ho fatto, il fatto di essere stata totalmente autodidatta, ma di aver assorbito da tutti tutto il bello che ho incontrato in questi quasi tre anni di blog.
E’ un angolo piccolo, poco frequentato, così come il mio profilo IG. Ma c’è gente bella, e vale la pena conoscersi di più.

Intanto prepariamoci questa panna cotta allo yogurt con salsa di mirtilli al basilico – è così facile da realizzare, che la parte più complicata è… aspettare che si addensi in frigo!

Ingredienti (per 4 bicchieri):

250 ml di panna fresca
125 ml di latte
4 gr di colla di pesce + 2 cucchiai yogurt greco
60 gr di zucchero a velo
190 gr di yogurt greco naturale (io ho usato quello a 0 grassi)
zeste di mezzo limone
succo di limone – 2 cucchiai
125 gr di mirtilli
1 cucchiaio di zucchero a velo
succo di mezzo limone
1/2 cucchiaino di estratto di vaniglia
2 foglie di basilico

Procedimento:

Iniziate a preparare la panna cotta allo yogurt con salsa di mirtilli e basilico mettendo in ammollo la gelatina con acqua fredda – le tempistiche sono quelle della marca che usate, quindi controllate bene.

Mettete il latte e la panna in un pentolino sul a fuoco basso e fategli sfiorare il bollore. Togliete dal fuoco, setacciatevi dentro lo zucchero a velo e mescolate fino a quando si sarà sciolto – io ho usato una frusta a mano. Aggiungete quindi la scorza e il succo di limone, mescolate ancora e poi lasciate raffreddare.

A questo punto unite anche lo yogurt greco ed amalgametelo bene.
Scaldate in un pentolino due cucchiai di yogurt, strizzate la gelatina e scioglietela con lo yogurt.
Poi unitela al composto precedentemente di panna e yogurt mescolando bene.
Versate la crema in 4 bicchieri e mettetela in frigorifero a raffreddare – io l’ho lasciata rassodare tutta la notte, ma almeno servono 4 ore.

Nel frattempo, prepariamo anche la salsa di mirtilli al basilico, mettendo in un pentolino i mirtilli ben lavati, con lo zucchero a velo, il succo di limone, la vaniglia e due foglie di basilico. Fate cuocere a fiamma bassa mescolando costantemente. Quando i mirtilli iniziano a sfaldarsi, schiacciateli in parte con una forchetta. Lasciate sul fuoco fino a quando si formerà una salsa un po’ densa, spegnete ed eliminate le foglie di basilico. Fate raffreddare completamente, e servitela sulla panna cotta addensata.

Se vi va di rifare la ricetta, ricordate di taggarmi con #myownsweet o @myownsweet.

Panna cotta menta e cioccolato

Panna cotta menta e cioccolato

Ho sempre amato gli After Eight, quei deliziosi biscotti inglesi con menta e cioccolato. Devo dire che il mio amore è andato più in là e si è spinto nel mal di pancia, e da allora ho qualche difficoltà a mangiarli.
Ma i contrasto di menta e cioccolato resta uno tra i miei preferiti, come dimostrano la Crostata menta e cioccolato, o la Crostata morbida cioccolato e menta che ho preparato qualche tempo fa.
Menta e cioccolato per me sono la quintessenza della inglesità, insieme ai beans on toast, fragole e panna. Sono stata a Londra un paio di anni fa, e devo dire che culinariamente l’ho trovata una città molto più europea di quanto il suo governo non vorrebbe. Mi piacerebbe sapere però se è così ovunque, oppure se a Bournemouth, dove ho studiato tantissimi anni fa, continuano imperterriti a mangiarsi quei terribili sandwich ai cetrioli.

Oggi vi propongo un dessert che trasuda menta e cioccolato. La panna cotta menta e cioccolato unisce insieme le tradizioni britannica e italiana, ed è un connubio eccezionale per gusto e delicatezza. E’ anche molto facile da preparare, e visto che l’estate bussa alla nostra porta, cosa c’è di meglio di un dessert da fine pasto fresco, che non ha nemmeno bisogno del forno?

Ingredienti:
500 ml di panna fresca
70 ml di sciroppo di menta
70 gr di cioccolato fondente
5 fogli di gelatina
menta per decorare (opzionale)

Procedimento:
Mettete a bagno in acqua fredda 2 fogli di gelatina e lasciateli in ammollo per almeno 10 minuti.
Poi mettete in un pentolino, meglio se antiaderente, 200 ml di panna con il cioccolato tagliato a pezzetti, e fatelo scaldare a fuoco basso. Mentre si scalda, mescolate bene in modo da far sciogliere il cioccolato senza far bollire la panna. Vi basta che raggiunga il punto appena prima della ebollizione.
A questo punto spegnete il fuoco, strizzate bene la gelatina e fatela sciogliere nella panna e cioccolato, mescolando bene con una piccola frusta o un cucchiaio.
Versate poi la panna nei bicchierini in quantità uguali, e mettete per almeno mezz’ora i bicchierini in frigo a consolidarsi.

Preparate poi, trascorsa la mezz’ora almeno di riposo, la panna alla menta. Anche qui, mettete in ammollo i tre rimanenti fogli di gelatina per circa dieci minuti.
Nel pentolino antiaderente scaldate i 300 ml di panna rimanenti con lo sciroppo di menta, mescolando dolcemente. Appena raggiunge il punto prima della ebollizione, togliere dal fuoco, strizzare bene la gelatina e farla sciogliere nella panna.

Versate quindi la panna cotta alla menta sopra la parte di panna cotta al cioccolato, e rimettete il tutto in frigorifero per almeno due ore (meglio tre, ma io non avevo tempo).

E la vostra panna cotta menta e cioccolato è pronta!

Per servirla, se vi va, potete spolverare la superficie con del cioccolato grattugiato e qualche fogliolina di menta.

Chiffon cake cocco e limone

Chiffon cake cocco e limone

La chiffon cake cocco e limone è perfetta in questo periodo, quando cominicia a sentirsi il profumo dell’estate, ma anche in pieno inverno, quando si sognano cieli blu, mari caldi e palme di cocco sotto cui concedersi una pennichella.

Era da tanto che non realizzavo una chiffon cake, che è quella torta di origine americana che cuoce nella teglia coi piedini. Quella che per raffreddarsi viene messa a testa in giù. Sì, insomma, quella che poi la torta raffreddandosi scende da sola.
Non mi è ancora mai successo. Mai, lo giuro.
Le mie chiffon cake non scendono da sole dai piedini, nemmeno dopo dodici ore di trepidante attesa.
Le devo staccare, faticosamente, col coltellino, centimetro per centimetro. Di solito con una litania di imprecazioni, non tutte riproducibili.

A dispetto di queste iniziali difficoltà, la torta è buona veramente! Morbida e fresca al punto giusto, è perfetta per la colazione, o per la merenda. Oggi vi propongo una versione che non è solo senza glutine, ma è anche senza lattosio, nel caso in cui tra i commensali vi siano un po’ di intolleranti. Naturalmente potete realizzarla anche con la farina 00, nelle stesse quantità.

Ingredienti (per una tortiera da 20):
4 uova
65 ml olio di semi
50 ml succo di limone
60 ml acqua
160 gr mix di farine senza glutine nè lattosio (io uso questa di Nutrifree)
40 gr farina di cocco o cocco essiccato
mezza bustina di lievito (sono circa 8 grammi)
4 gr cremor tartaro
160 gr zucchero
scorza di un limone bio

Procedimento:
Iniziate a preparare la chiffon cake al cocco e limone separando gli albumi dai tuorli, e montando i primi a neve ben ferma con il cremor tartaro. Metteteli da parte.

In un’altra terrina mettete tutti gli ingredienti secchi (il mix senza glutine, il cocco (in farina o rapè), lo zucchero e il lievito. Mettete anche un pizzico di sale.

Mescolate e poi introducete i tuorli con tutti gli altri ingredienti liquidi (succo di limone, olio, acqua) e le scorzette grattugiate del limone. Montate leggermente con una frusta (tenete una velocità bassa, non si devono gonfiare, solo amalgamare bene) fino ad avere un composto omogeneo e senza grumi.

A questo punto, con l’aiuto di una spatola o di una leccapentole, iniziate a incorporare gli albumi montati a neve, mescolando sempre dal basso verso l’alto.

Versate l’impasto nella teglia per chiffon cake (ricordate che non va unta!) e mettete a cuocere la chiffon cake cocco e limone nel forno già caldo a 160 gradi per i primi 40 minuti. Per gli ultimi 10 minuti alzate a 175 gradi.

Estraete lo stampo dal forno a fine cottura (magari fate la prova dello stecchino, giusto per non sbagliare) e mettetelo a testa in giù.
Buona fortuna…

No, scherzo, ovviamente spero che si stacchi, altrimenti armatevi di santa pazienza e staccatela con un coltellino affilato.
Potete servirla con una spolverata di zucchero a velo, oppure con una glassa al limone o all’acqua.