La pappa al pomodoro più buona (per me)

La pappa al pomodoro più buona (per me)

Le ricette tradizionali sono un mito da sfatare, perchè non c’è nulla di più “particolare” delle ricette tradizionali. E per particolare intendo il suo vero significato etimologico, cioè qualcosa di “proprio di un singolo individuo, di una singola cosa, o di una determinata categoria di individui, di cose, non comune quindi a tutti” (e lo dice il signor Treccani!).

Le ricette tradizionali sono la culla del campanilismo, il profumo di casa mia e non tua, da difendere alzando vessilli e cucchiai, al grido di “l’ha fatto nonna per anni e quindi la mia è più giusta della tua!”. Si sono consumate lotte anche su Facebook, insulti atroci, sull’uso di uno o due spicchi di aglio. La verità è che la ricetta tradizionale è un’idea, che quando diventa tradizione diventa di tutti e cambia, si plasma, si modifica e prende il sapore delle mani di nonna, di mamma, della zia che aveva le mani d’oro.. della famiglia, insomma.

Milanese di nascita e origine, a casa mia la famosa cassoeula (ma si scriverà così?) si fa sgrassata, con tanta verdura e possibilmente poca cotenna, un po’ brodosa così anche la polenta tira su il suo sughetto. La mia zia la faceva molto asciutta, lo sgrassamento era un affronto, e se ci stava in un angolino il soffritto si faceva col burro. Stessa famiglia, stessa ricetta, due piatti. Naturalmente, la versione della zia richiedeva una digestione lunga una settimana.

Lo stesso destino lo condividono le altre “ricette della tradizione”, e tra queste la Pappa al pomodoro. Fate mente locale e ditemi in quante versioni l’avete mangiata, o anche solo sentita raccontare. Due, tre, dieci? Vi crederò, perchè ogni famiglia in Toscana (ma pure fuori da questa regione) ha la sua versione che è giustissima, peraltro. Come le altre nove, del resto.

Delle tante che ho provato, quella che vi propongo oggi è quella che piace di più a me. Certo, non sono toscana di nascita, anche se dopo tutte le estati che ho trascorso qui qualcuno dovrebbe pensare a darmi la medaglietta (col pomodoro!). Però ne ho assaggiata qualcuna, a sufficienza per dire che questa è la più pomodorosa e semplice che ci sia. Io uso preferibilmente i pomodori costoluti fiorentini (se non li trovo prendo altri tipi di pomodoro, ma non è la stessa cosa). Quali sono?
Sono questi bei fustacchioni che vedete qui sotto:

Pomodori costoluti fiorentini

Sono pieni di polpa e succo, e hanno dentro un sapore d’estate che è qualcosa di indescrivibile. In via del tutto eccezionale, quest’anno li ho trovati nella mia azienda agricola di riferimento quando vengo qui in Maremma (Stelle di Maremma, sulla strada per Grosseto) e non me li sono fatti scappare. Aggiungete un po’ di pane sciapo (la mia ricetta per farlo in casa la trovate qui), un po’ di aglio, del buon olio toscano… e basilico. E basta così.

Provatela, e ditemi che ne pensate. So che, rispetto alla versione fiorentina (molto simile a quella che assaggiai anni fa a Volterra, e che era tutto un effluvio di aglio e peperoncino) questa è un po’ più pallidina… ma che volete, mi somiglia!!

Ingredienti: (questa è per due persone, se siete di più raddoppiate le dosi)
2 fette di pane sciapo
400 gr circa di pomodori ben maturi (meglio i costoluti fiorentini, se non li trovate usate i pelati)
1/2 spicchi di aglio (a gusto vostro)
6/7 foglie di basilico (ma abbondate se vi piace)
5 cucchiai abbondanti di olio EVO + altro a piacere, da mettere a crudo
sale q.b.
peperoncino q.b.

Preparazione:
Siccome non mi piace la pelle del pomodoro, la prima cosa che faccio per preparare la pappa al pomodoro è sbollentare i pomodori per spellarli. Basta mettere a bollire dell’acqua, quando bolle immergere i pomodori per un minuto e poi tuffarli in una bacinella con l’acqua fredda.
Si speleranno che è un piacere!

Prima di mettere i pomodori, io tolgo un bicchiere circa di acqua bollente, che metto da parte.

In una pentola mettiamo i 5 cucchiai di olio EVO, facciamo imbiondire uno o due spicchi di aglio, poi mettiamo il peperoncino (se non vi piace o ci sono i bambini potete ometterlo), e i pomodori spellati e già tagliati a pezzetti.

Facciamo cuocere dieci minuti, un quarto d’ora, fino a che non diventa un sugo amalgamato. Potete aiutarvi con una forchetta per rompere la polpa, o una frusta a mano.

Intanto, prendete il pane sciapo passatelo sotto l’acqua del lavandino, in modo che prenda acqua. Fatelo riposare in un piatto.

Quando la salsa si è ben rappresa, strizzate bene il pane e tuffatelo nella salsa, rompendolo con le mani. Aggiungete anche l’acqua che avete messo da parte, il basilico spezzettato, sale a vostro gusto, e cuocete il tutto ancora per dieci minuti. Mescolate sempre bene con la frusta a mano o la forchetta, così il pane si amalgamerà bene al resto e diventerà una specie di vellutata.

A fine cottura, fate riposare la vostra Pappa al pomodoro almeno un’ora.

Potete servirla fredda oppure riscaldata.

Prima di servire la Pappa al pomodoro, io aggiungo ancora un po’ di olio a crudo e qualche fogliolina di basilico fresco.

Muffin al lime e cocco

Muffin al lime e cocco

Ci sono settembri e settembri. Quelli piovosi e freddi, quasi arcigni. E quelli placidamente estivi, che mollemente declinano verso l’autunno sperando che non se ne accorga, e che il tepore estivo e la luce brillante del sole resistano ancora un po’.
Questi ultimi hanno i colori più belli, e anche se le foglie iniziano a virare dal verde al giallo, rimangono ancora vivide e vive, attraversate dai raggi del tramonto.

Questi sono i settembri che amo, quelli che sarebbero ideali tutto l’anno, perché rendono il meglio dell’estate e dell’autunno. Forse perché quest’anno abbiamo perso la primavera, chiusi in casa causa pandemia, faccio fatica a lasciar andare l’estate e la sua bella luce. Mi sono lasciata quindi ispirare da questo clima eccezionalmente caldo per il periodo, per dare un’ultima sferzata di estate coi muffin al lime e cocco, due gusti che chiamano i tropici, la stagione calda, il mare e il sole. Mi sembravano giusti per celebrare l’ultima settimana d’estate, prima l’equinozio ci trasporti in autunno.

Ingredienti
150 g farina 00
80 g zucchero
50 gr farina di cocco disidratato
8 gr di lievito per dolci
2 uova
succo e scorza grattugiata di 2 lime
75 ml latte intero
80 ml olio vegetale
granella di zucchero per decorare

Preparazione:
In una ciotola mettete tutti gli ingredienti secchi (la farina setacciata col lievito, la farina di cocco e lo zucchero). Mescolate e lasciate da parte.
Prendete un’altra ciotola e sbattete le uova con uno sbattitore elettrico. Unite anche il latte e l’olio di semi. Poi unite la scorza dei due lime grattugiata e il succo. Continuate a sbattere per inglobare aria fino a ottenere un composto leggermente spumoso.

Ora unite i secchi al composto liquido e lavorate ancora un po’ con la frusta.

Prendete poi gli stampini per muffin e riempiteli a 2/3 con l’impasto.
Prima di infornare, potete decorare i muffin al lime e cocco con della granella di zucchero, se volete.

Preriscaldate il forno a 180 gradi poi cuocete i muffin al lime e cocco per 20 minuti.
Fate comunque sempre la prova dello stecchino per controllare la cottura!

Sfornate i muffin e lasciateli raffreddare prima di servirli.

Se li preparate, ricordate di taggarmi nei vostri post!

Ghiaccioli ai mirtilli e lavanda

Ghiaccioli ai mirtilli e lavanda

Molti pensano che prepararsi le cose in casa, da sé, sia una gran perdita di tempo e di fatica. Lo pensavo anche io, e del resto – unta dal sacro fuoco della pigrizia – me ne sono sempre guardata bene dal mettermici a spignattare (perchè poi si deve lavare…), preparare (ma vuoi mettere quell’ora in più a letto??), e chi più ne ha più ne metta.

Però capita che, un giorno, succede qualcosa. Nel mio caso ho iniziato a non digerire più niente. Un po’ di riso in bianco e una fetta di prosciutto cotto erano un’agonia. Ho passato mesi a pasta con un filo di olio, sentendomi come se avessi mangiato un bue. Ho provato di tutto, compresa la pranoterapia. Niente. Anni di tormenti, coliche, notti in bianco.

Cosa è successo poi, vi chiederete? Tutto e nulla. Dopo aver anche fatto una gastroscopia per sospetta celiachia (che non ho), e una surreale visita da un medico che non ha trovato nulla di meglio da dirmi se non che avevo qualche intolleranza, ma chissà quale, e in ogni caso non mi avrebbe mai prescritto il test perchè costa al servizio sanitario (io pagherei anche le tasse, forse avrei qualche diritto pure di usufruire del servizio, no??), mi sono detta: adesso mi preparo io le cose, vedo quel che ci metto dentro, così se sto male lo becco subito.

Non sono (quasi) più stata male.
Certo, ogni tanto capita ancora, ma sempre meno di prima. Ormai raramente. Quasi sempre quando esco a mangiare.
Ho il sospetto che ci sia qualche conservante poco amico, forse qualche lievito. Sacrifici ne faccio, in pizzeria non ci vado quasi più, vado a mangiare sempre e solo dove so che non sto male, e nei posti sconosciuti mangio della gran verdura, che non si sa mai. Però che soddisfazione prepararsi le cose da sé e sentire che sono buone!

Prendiamo ad esempio i ghiaccioli.
Ci si mette un niente a farli, si possono provare gusti e accostamenti nuovi, non hanno conservanti (quindi ne facciamo pochi per volta) e fanno bene. Colori originali, non ci sono coloranti qui. Solo il mirtillo.

I ghiaccioli ai mirtilli e lavanda sono uno degli esperimenti di quest’estate. L’accostamento dei sapori viene direttamente da Sale & Pepe di luglio, che è una miniera per gelati, sorbetti e compagnia. Il metodo è il solito mio, usato anche per i ghiaccioli al tè matcha che ho pubblicato solo su IG (ma presto li rifaccio e li ripropongo anche qui!!). Se avete dieci minuti, fateli. Sono ottimi, e la lavanda da’ un tocco in più che sta una meraviglia.
Non ci credete? Guardate qui.

Ingredienti: (4 ghiaccioli di misura media)
200 gr mirtilli
60 gr zucchero
1 cucchiaino di lavanda essiccata (edibile)
100 ml di acqua del sindaco

Procedimento:
Mettete in un pentolino lo zucchero e l’acqua e fate raggiungere il bollore, in modo che lo zucchero si sciolga bene.
Una volta sciolto, spegnete il fuoco e lasciate la lavanda in infusione per una dceina di minuti.
non di più, altrimenti i ghiaccioli ai mirtilli e lavanda sapranno di saponetta.

Filtrate lo sciroppo zuccherato con la lavanda, e mettetelo nel boccale del frullatore ad immersione, insieme ai mirtilli che avrete in precedenza ben lavato ed asciugato. Azionatelo fino a che il tutto non assumerà una consistenza cremosa.

Prendete i vostri stampi per ghiaccioli, e riempiteli con il composto con i mirtilli.
Mettete poi gli stampi nel freezer a rassodarsi (senza il bastoncino!). Dopo circa 90 minuti, massimo un’ora, controllate che abbiano già iniziato a congelare: dovrebbero essere diventati dei ghiaccioli ai mirtilli e lavanda ancora leggermente morbidi ma già più consistenti.
In questo caso mettete la paletta di legnetto, e rimettete in freezer almeno altre 4/6 ore.

Tutto qui.
Ovviamente, se avete gli stampini con gli stecchi di plastica con il comperchietto, che stanno in piedi comunque, potete metterli nel ghiacciolo ai mirtilli e lavanda ancora morbido, e si congeleranno in circa 4 ore senza toccarli.

Buona fresca estate a tutti!!

Chiffon cake cocco e limone

Chiffon cake cocco e limone

La chiffon cake cocco e limone è perfetta in questo periodo, quando cominicia a sentirsi il profumo dell’estate, ma anche in pieno inverno, quando si sognano cieli blu, mari caldi e palme di cocco sotto cui concedersi una pennichella.

Era da tanto che non realizzavo una chiffon cake, che è quella torta di origine americana che cuoce nella teglia coi piedini. Quella che per raffreddarsi viene messa a testa in giù. Sì, insomma, quella che poi la torta raffreddandosi scende da sola.
Non mi è ancora mai successo. Mai, lo giuro.
Le mie chiffon cake non scendono da sole dai piedini, nemmeno dopo dodici ore di trepidante attesa.
Le devo staccare, faticosamente, col coltellino, centimetro per centimetro. Di solito con una litania di imprecazioni, non tutte riproducibili.

A dispetto di queste iniziali difficoltà, la torta è buona veramente! Morbida e fresca al punto giusto, è perfetta per la colazione, o per la merenda. Oggi vi propongo una versione che non è solo senza glutine, ma è anche senza lattosio, nel caso in cui tra i commensali vi siano un po’ di intolleranti. Naturalmente potete realizzarla anche con la farina 00, nelle stesse quantità.

Ingredienti (per una tortiera da 20):
4 uova
65 ml olio di semi
50 ml succo di limone
60 ml acqua
160 gr mix di farine senza glutine nè lattosio (io uso questa di Nutrifree)
40 gr farina di cocco o cocco essiccato
mezza bustina di lievito (sono circa 8 grammi)
4 gr cremor tartaro
160 gr zucchero
scorza di un limone bio

Procedimento:
Iniziate a preparare la chiffon cake al cocco e limone separando gli albumi dai tuorli, e montando i primi a neve ben ferma con il cremor tartaro. Metteteli da parte.

In un’altra terrina mettete tutti gli ingredienti secchi (il mix senza glutine, il cocco (in farina o rapè), lo zucchero e il lievito. Mettete anche un pizzico di sale.

Mescolate e poi introducete i tuorli con tutti gli altri ingredienti liquidi (succo di limone, olio, acqua) e le scorzette grattugiate del limone. Montate leggermente con una frusta (tenete una velocità bassa, non si devono gonfiare, solo amalgamare bene) fino ad avere un composto omogeneo e senza grumi.

A questo punto, con l’aiuto di una spatola o di una leccapentole, iniziate a incorporare gli albumi montati a neve, mescolando sempre dal basso verso l’alto.

Versate l’impasto nella teglia per chiffon cake (ricordate che non va unta!) e mettete a cuocere la chiffon cake cocco e limone nel forno già caldo a 160 gradi per i primi 40 minuti. Per gli ultimi 10 minuti alzate a 175 gradi.

Estraete lo stampo dal forno a fine cottura (magari fate la prova dello stecchino, giusto per non sbagliare) e mettetelo a testa in giù.
Buona fortuna…

No, scherzo, ovviamente spero che si stacchi, altrimenti armatevi di santa pazienza e staccatela con un coltellino affilato.
Potete servirla con una spolverata di zucchero a velo, oppure con una glassa al limone o all’acqua.

Stecco al latte di cocco e tè matcha

Stecco al latte di cocco e tè matcha

Le buone idee sono spesso il frutto di curiosità, coincidenze e un po’ di fortuna – ingrediente che non guasta mai.

Come ogni anno, all’approssimarsi (ma nemmeno poi tanto) della partenza per le vacanze, inizio a svuotare la credenza, e fin troppo spesso mi capita di accorgermi di avere provviste ormai scadute. Mi piange il cuore a buttarle, ma alcune volte davvero non ne posso fare a meno.

Trovo anche ingredienti che avevo acquistato in previsione che avrei realizzato qualche idea che mi frullava in testa, e che magari è stata poi soppiantata da altre più nuove (il chè spiega come mai io abbia ancora un vasetto di burro di arachidi intonso, che volevo usare per una torta vegana e che poi ho lasciato lì – provvederò però a usarlo appena fa meno caldo e posso accendere il forno!).

Tra le varie cose trovate c’è anche un brick di latte di cocco (non bevanda al cocco!), che avevo acquistato al mare lo scorso anno (visto che non sempre lo trovo nel mio supermercato) in scadenza tra un mese. Mentre pensavo a cosa avrei mai potuto fare, e cercavo di ricordare come mai lo avessi comprato, mi è capitato anche di acquistare la rivista Ci piace cucinare , che non prendo spesso, ma avevo visto un po’ di ricette di melanzane che avrei voluto replicare in versione glutenfree.
Nelle prime pagine ho trovato una bella idea di stecco al latte di cocco e tè matcha, che era quel che faceva al caso mio per usare finalmente anche il latte prossimo alla scadenza.

La ricetta è adattissima a questo clima rovente, in più l’ho aggiustata un po’, rendendola una ricetta vegana e gluten free. Tra l’altro è così semplice che mi vergogno quasi a proporvela! Però ormai lo dovreste sapere, le cose complicate non sono da me, e quindi se l’ho fatto io… mille volte lo potete rifare anche voi!

Ingredienti (per 3/4 stecchi, dipende dalla grandezza delle vostre formine):
250 ml di latte di cocco full fat
2 cucchiaini di tè matcha
2 cucchiai abbondanti di sciroppo di agave (o di acero)
cioccolato fondente e granella di pistacchi o di nocciole per decorare (opzionale)

Procedimento:
Versate in un contenitore il latte di cocco, lo sciroppo di agave e il tè matcha e mescolate, sciogliendo il tè a poco a poco. Non devono residuare grumi.
Il colore degli stecchi dipende dal tipo di tè usato: io ne ho in casa uno pronto e solubile che colora poco, e ho aggiunto una goccia di colorante verde in gel per dare un po’ di spinta, ma se usate quello puro non sarà proprio necessario.

Mettete il composto dello stecco al latte di cocco e tè matcha negli stampini e mettete nel freezer fino a che non si saranno solidificati.

Se volete decorarli come nella foto, fate sciogliere a bagnomaria 20 gr di cioccolato fondente (o al latte se lo preferite).

Togliete lo stecco al latte di cocco e tè matcha immergendo velocemente lo stampino in un po’ di acqua calda, stendeteli sopra un foglio di carta forno e spargete sopra ogni stecco, con l’aiuto di una forchetta, il cioccolato sciolto.

Se volete, completate con della granella di pistacchio o nocciola. Rimettete in freezer gli stecchi su un foglio di carta forno, per solidificare il cioccolato.

Sono buonissimi!

Crostata fredda al pistacchio e gelé di lamponi

Crostata fredda al pistacchio e gelé di lamponi

21 luglio. Siamo andati sulla Luna.
Quando era piccola, leggevo sempre un libro enorme del mio papà, pieno zeppo di illustrazioni e foto che avevano fatto gli astronauti dell’Apollo 11 nel loro viaggio verso la Luna. Leggevo la cronaca del viaggio, quello che avevano detto e fatto, e non mi potevo nemmeno immaginare come fosse camminare in un posto con la gravità che era un sesto di quella terrestre, vedere la Terra da lontano, bellissima sfera blu fluttuante nel vuoto dell’universo.
Erano i tempi in cui leggevo tutto, mi piaceva la fantascienza, Asimov, Star Trek, i viaggi nello spazio. Prima che scoprissi che facevo a pugni con la matematica, e che stavo male sugli aerei. Insomma, prima che scoprissi che non avrei mai fatto l’astronauta.

Il 21 luglio però è anche il compleanno della mia mamma, e per festeggiare mi sono inventata una crostata fredda al pistacchio e gelé di lamponi, con la panna cotta ai fiori d’arancio.

Sembra complicata, ma non lo è affatto. L’unica cosa è aspettare che i vari strati di compattino nel frigorifero, ma in fin dei conti per tutte le torte fredde è così. Questa versione è ovviamente senza glutine, visto che il mio babbo è celiaco. Potete sostituire i biscotti che ho usato io con dei semplici Digestive, stessa quantità.

Ingredienti:
per la base
200 gr di biscotti secchi senza glutine (io ho usato questi della Galbusera)
50 gr di pistacchi sgusciati e non salati
90 gr burro sciolto

per la panna cotta
250 ml di panna fresca
250 ml di latte intero
50 gr zucchero (potete anche metterne un po’ di più se vi piace, io non farei però più di 90 gr))
5 gr colla di pesce
2 cucchiai da cucina di acqua di fiori d’arancia (se non l’avete va benissimo anche l’aroma alla vaniglia)

per il gelé di lamponi
200 gr di acqua
80 gr di lamponi
2 cucchiai di zucchero
4 gr di colla di pesce

Procedimento:
Prendete una teglia con fondo apribile da 18/20 cm e foderatela con al carta forno. In un mixer mettete i biscotti e i pistacchi, e sbriciolate il tutto alla massima velocità, in modo che si formi una farina abbastanza fine. Mettete poi nel mixer anche il burro già sciolto ed a temperatura ambiente e mixate tutto insieme, in modo che si formi un impasto di biscotti e pistacchi abbastanza omogeneo.
Mettetelo sul fondo della teglia a cerniera, compattandolo bene. Mettete poi nel frigorifero a compattare per almeno mezz’ora.

Nel frattempo, mettete in due diversi contenitori con dell’acqua fredda la gelatina, o colla di pesce, e lasciatela idratare per almeno 10/15 minuti.

In un pentolino mettete la panna, il latte e lo zucchero, e scaldate (senza farlo bollire!) per sciogliere lo zucchero. Quando si è sciolto, mettete l’acqua di fiori d’arancia e la gelatina ben strizzata e fatela sciogliere. Togliete subito dal fuoco, fate raffreddare a temperatura ambiente poi versatene un po’ (non tanta, ne basta un dito) sulla base di biscotti e pistacchio. Mettetela a rassodare nel freezer per dieci minuti.
Trascorso questo periodo, mettete la panna cotta restante e lasciate rassodare in frigorifero un paio d’ore.

Mettete poi l’acqua in un pentolino con lo zucchero (potete anche metterne di più se vi piace più dolce), e i lamponi ben lavati. Schiacciate leggermente i lamponi, così coloreranno bene l’acqua. Appena sfiora il bollore, dovrete togliere l’acqua con i lamponi dal fuoco, e passarla al colino, così eliminerete tutti i semini del frutto e vi resterà solo un liquido colorato. Scioglietevi dentro la gelatina strizzata quando è ancora caldo.
Appena raggiungerà la temperatura ambiente (e saranno trascorse le due ore per far rassodare la panna cotta), versate l’acqua colorata sopra la base di panna cotta, e rimettete in frigorifero per almeno 4 ore.

Potete decorarla a piacere, io ho usato dei lamponi avanzati e della granella di pistacchio, ma potete anche usare delle meringhette. E la vostra Crostata fredda al pistacchio e gelé di lamponi è pronta!

Ciambella vegan alle pesche

Ciambella vegan alle pesche

Oggi è una giornata di sole. Quel sole forte, allegro, squillante. Non invadente col suo calore, ma un sole quasi gentile, sorridente e felice, come può esserlo dopo una giornata uggiosa come ieri. E’ il trionfo dell’estate, del suo cielo blu che si riprende il ruolo da protagonista, dopo che una tenda di nuvole scure lo aveva nascosto, per poco, alla vista.
Tra qualche giorno il caldo tornerà a soffocarci e a rubarci il sonno, ma oggi è semplicemente estate.

Quando penso al sole, uno dei suoi frutti prediletti sono le pesche, che oggi vi propongo in una ciambella semplicissima, senza nè uova nè latticini. La ciambella vegan alle pesche è una ricetta perfetta per la prima colazione, con tanta buona frutta e pochissime calorie. Volendo, la potete replicare anche d’inverno, usando le pesche sciroppate e il loro succo. Ma in questa stagione, perchè non approfittare delle pesche fresche?

Ingredienti:
2 pesche gialle, da sbucciare tagliare a pezzettini
300 gr di farina 00
180 gr zucchero + 2 cucchiai
80 gr amido di mais
80 gr olio di semi
250 ml di bevanda alle mandorle
16 gr lievito per dolci
scorza di un limone e il succo

Procedimento:
Tagliate a pezzetti le pesche e mettetele in una ciotola e irroratele con del succo di limone e due cucchiai di zucchero e lasciate macerare almeno un’ora, in modo che possano rilasciare i loro succhi.

Successivamente prendete una ciotola e setacciate la farina e la fecola con il lievito. Mescolate anche lo zucchero, e la scorza del limone.
In un’altra ciotola mettete tutti gli ingredienti liquidi (bevanda alla mandorla, olio e il succo delle pesche lasciate a macerare).

Unite mescolando con un frustino a mano i liquidi all’interno delle polveri, e per ultime le pesche, in questo caso aiutandovi con una spatola.

Ungete e infarinate uno stampo da ciambella (oppure una tortiera apribile, di diametro di 24 cm) e versate il composto all’interno.

Mettete in forno già caldo a 180 gradi per circa 35/40 minuti.

Togliete dallo stampo solo dopo che si sarà ben raffreddata, e poi spolverate la ciambella vegan alle pesche con zucchero a velo e decorate con fettine di pesche.

Gelo di limone

Gelo di limone

Non mi viene in mente nessuna ricetta più semplice, fresca, estiva e gustosa del gelo dilimone. E’ perfetto per chiudere un pranzo o una cena a base di pesce. In più non si usa il forno, circostanza non secondaria in questa bollente estate del 2019 (almeno finora).

Il gelo è un dolce tipico siciliano, che qualcuno fa nascere come “costola” del biancomangiare, che qualche tempo fa ho utilizzato per farcire un’ottima crostata (la ricetta la trovate qui). Naturalmente vegano e privo di glutine, il gelo tradizionale è quello di mellone (cioè di anguria in dialetto siciliano), che vorrei provare uno dei prossimi giorni. Ma anche alla cannella, al latte di mandorle appunto, e con qualsiasi altro frutto è un concentrato di bontà in formato light.

Vi lascio le dosi per 5 budini, potete aumentarle a seconda del numero dei commensali.

Ingredienti:

500 ml di acqua
2 limoni bio
150 gr di zucchero semolato
50 gr di succo di limone
35 gr amido di mais (certificato gluten free)

Procedimento:

Lavate bene i limoni e con un pelapatate privateli della buccia, prelevando solo la parte gialla (la parte bianca non va usata perchè amara). Mettete poi le bucce in infusione nell’acqua almeno 5 ore (oppure, ancora meglio, lasciatele in infusione in frigorifero tutta la notte).

Trascorso questo periodo, con l’aiuto di un colino filtrate l’acqua ed eliminate le bucce.

Filtrate anche il succo del limone, che avrete spremuto in precedenza.

In un pentolino versate l’amido e lo zucchero e amalgamateli. Versate il succo del limone e con l’aiuto di una frusta mescolate il tutto, cercando di evitare i grumi. Mettete poi sul fuoco e cuocete a fiamma bassa, sempre mescolando con la frusta a mano.
Vedrete che, scaldandosi, il composto inizierà ad addensarsi. Lasciate sobbollire circa due minuti, il tempo appunto che abbia raggiunto una consistenza gelatinosa ma ancora abbastanza fluida.

Poi spegnete il fuoco e trasferite il composto negli stampini (o in uno stampo unico, se preferite, ma in questo caso meglio raddoppiare le quantità). Una volta che si sarà raffreddato il tutto a temperatura ambiente, mettete in frigo e lasciateli per circa 4/6 ore.

Servite il gelo di limone fresco, capovolgendo gli stampini sui piattini di portata, e decorate a piacere – io ho usato solo una fogliolina di menta, ma è ottimo anche un cucchiaino di yogurt, che esalta il contrasto con la dolcezza del gelo.

Budino al cocco e yogurt

Budino al cocco e yogurt

Il solstizio d’estate, la notte più lunga dell’anno e l’inizio ufficiale dell’estate, almeno nel nostro emisfero.
“L’estate è passione, ricordi, brezza lieve, sole che schiocca sulla pelle e nel viso. E’ il sorriso delle stagioni, e passa, passa più veloce di ogni altra, porta con se’ un volume carico di nostalgia che tinge di rosso l’autunno”.

Per festeggiare nel modo migliore la stagione delle vacanze, del trascorrere placido del tempo, e degli inesorabili quaranta gradi all’ombra, una ricetta fresca, naturalmente senza glutine, e soprattutto che non ha bisogno del forno!

Il budino senza glutine al cocco e yogurt è l’epitome del dolce fresco per l’estate. Non usate i preparati in polvere! Fatto a mano non solo verrà più buono, ma eviterete anche tutti i conservanti e avrete un prodotto eccezionale e facilissimo da realizzare. Ho anche fatto a mano il latte condensato, e sentirete la differenza!

Ingredienti:
400 ml di latte condensato preparato in casa con
400 ml di latte intero o parzialmente scremato
380 gr di zucchero a velo
1 cucchiaio di maizena (o amido di mais)
200 ml di latte di cocco
200 ml di yogurt bianco
3 cucchiai di cocco rapè
8 gr di colla di pesce

Procedimento:

Anzitutto preparate il latte condensato: in un tegame con il fondo abbastanza spesso mettete lo zucchero a velo e la maizena. Mescolateli, e poi aggiungete a filo il latte, mescolando con una frusta per evitare grumi. Mettete il tegame sul fuoco, a fiamma bassa, e portate lentamente all’ebollizione, mescolando. Appena raggiunge il bollore, continuate a mescolare per cinque minuti. Vedrete che inizierà a rapprendersi, creando la tipica crema densa del latte condensato. Spegnete e lasciate intiepidire.

Quando il latte si sarà intiepidito, mettete i fogli di colla di pesce in acqua per circa 15 minuti per reidratarsi. Intanto in una ciotola mettete il latte di cocco e 150 ml di yogurt bianco, e il cocco rapè. Mescolate gli ingredienti e trascorsi i 15 minuti mettete il restante yogurt (50 ml) in un pentolino, scaldatelo (senza arrivare all’ebollizione) e poi scioglietevi dentro la colla di pesce ben strizzata. Versate poi lo yogurt con la colla di pesce nella ciotola con il resto dello yogurt e il latte di cocco, mescolate bene e poi aggiungete a filo anche il latte condensato, sempre mescolando con una frusta a mano per evitare i grumi.
Versato il composto così ottenuto nello stampo per budino (o in tanti stampini, è uguale – come preferite!), lasciate riposare una mezz’ora, e poi mettete in frigorifero a rassodare. Ci vorranno circa 4/5 ore almeno. Meglio sarebbe lasciarlo riposare una notte intera.

Trascorso questo periodo, il vostro budino al cocco e yogurt è pronto per essere gustato! Se usate uno stampo in silicone, per toglierlo meglio è preferibile congelarlo un’oretta prima di estrarlo, e poi rimetterlo in frigorifero.

Muffin vegani al mango e cocco

Muffin vegani al mango e cocco

Ci sono poche cose che ricordano l’estate come la bellissima frutta di stagione, ma anche tutti i sapori tropicali, che ci parlano di cieli blu, sole e mare.
E’ stata questa l’ispirazione per i muffin vegani al mango e cocco, che racchiudono al loro interno pezzetti dorati di un succoso mango, e lasciano in bocca un buon sapore di cocco.

In più sono vegan al 100%, quindi senza latte, burro uova… perfetti per una colazione che strizza l’occhio alla prova costume. E, che ci crediate o no, sono anche superfacili!!!
Mi sono cronometrata, e tra preparazione e cottura ci ho messo 90 minuti. Mica male, vero?

Le dosi che vi lascio qui sotto sono per 12 muffin, precisi precisi. Forse sarà capitato anche a voi di provare ricette trovate qua e là, e constatare che le dosi non erano proprio quelle indicate. Vi assicuro che qui nulla è stato lasciato al caso, e davvero sono dodici muffin di quelli che si mettono nella teglia per muffin, con i buchini per i muffin… muffin veri insomma!!

Era poi l’occasione per provare un prodotto nuovo per vegani che ho acquistato al supermercato, ed è della Molino Rossetto: si chiama L’Ov e sostituisce le uova nelle preparazioni vegane. Che dire… ha funzionato benissimo! Lo proverò in altre preparazioni, per trasformare in vegane le ricette tradizionali!

Ma bando alle ciance, iniziamo a preparare gli ingredienti che sono:

1 bustina di L’ov di Molino Rossetto
15 gr succo di lime
180 gr latte di cocco
190 gr farina 00
50 gr farina integrale
10 gr lievito per dolci
1 pizzico sale
110 gr zucchero canna + 2 cucchiai per il topping (opzionale)
mezzo cucchiaino di cannella
50 gr olio di cocco
1 cucchiaino estratto di vaniglia
165 gr mango a pezzettini (più o meno un mango medio/piccolo senza buccia e privato del duro interno)
30 gr cocco dessiccato

Una cosa che mi aiuta molto nel preparare i dolci è quello di preparare la linea, ovvero, tutti gli ingredienti pesati, tagliati e pronti per essere inseriti nella ricetta. Vi consiglio di farlo, perderete molto meno tempo, non dimenticherete i pezzi e soprattutto si sporca di meno!

Mentre il forno si scalda (180 gradi, non ventilato) mettete in una ciotola la farina 00 e quella integrale con lo zucchero, il lievito, il sale e la cannella. Mescolate insieme tutte le polveri e mettetele da parte.
In un altro contenitore, mescolate insieme tutti i liquidi, ossia il latte di cocco con il lime, l’olio e L’ov (che si prepara sciogliendo in 50 ml di acqua tiepida il contenuto di una bustina).

Incorporate i liquidi a poco a poco nelle polveri aiutandovi con una frusta a mano. Avrete un composto consistente ma morbido. A questo unite il mango tagliato a dadini, che potrete incorporare aiutandovi con una spatola.

Successivamente, prendete la teglia per i muffin, posate in ogni cavità un pirottino e riempitelo per massimo tre quarti con l’impasto.
Spolverate ogni muffin con il cocco disidratato (o con il cocco rapé se non lo avete) e mettete i muffin in forno a cuocere per circa 20 minuti.

Una volta pronti i vostri muffin vegani al mango e cocco, sfornateli e spolverateli immediatamente di zucchero (non ce ne vuole tanto, e se non vi piacciono molto dolci potete anche farne a meno). Lasciateli raffreddare completamente – i primi 10 minuti lasciateli nella teglia, e successivamente spostateli su una gratella così si asciugheranno bene anche sotto.

…e buona colazione estiva!

Se volete un’altra idea di muffin vegani per la vostra colazione, guardate la ricetta dei Muffin vegani al limone e lavanda!