Fette biscottate al farro

Fette biscottate al farro

Finalmente, dopo sei settimane di lockdown, le persone hanno iniziato a capire che là fuori non c’è la carestia, ma una pandemia. E’ un virus che fa ammalare le persone in molti casi, purtroppo anche gravemente fino alla morte alcune. Altri se ne liberano senza sapere di esserselo portato in giro per un po’. Però pandemia e carestia fanno solo rima, ma no nsono la stessa cosa. Quindi faccio ancora una fatica terribile a capire perchè la gente si sia fiondata nei supermercati a razziare lievito di birra e farina.

Col risultato che adesso hanno quintali di farina e lievito in casa e magari non sanno che farsene. Perchè tra due settimane pare che ricominceremo ad uscire, e molti smetteranno di panificare forsennatamente, magari buttando via i tanto preziosi panetti di lievito.

Da ora ad allora, se volete cogliere l’occasione di non sprecare nè l’uno nè l’altro, e nel frattempo volete anche sognare che avrete anche quest’anno – in un momento impreventivabile tra luglio ed agosto – la prova costume, faccio la mia parte e vi lascio con una ricetta semplice ma che da’ soddisfaizone, quella soddisfaizone che solo i lievitati sanno dare. Le fette biscottate al farro (ma potete anche usare la farina d’avena o quella integrale) sono senza burro, senza lattosio, e con pochissimo olio e altrettanto poco zucchero. Una leggerezza unica … che potete far franare a terra con un etto di burro sotto la marmellata, se volete!

Ingredienti:
350 gr di farina manitoba
150 gr di farina di farro
2 cucchiai di olio di oliva (meglio se non forte)
1 cucchiaio colmo di zucchero (io ho usato quello di cocco potete usare anche il demerara)
1 bustina di lievito di birra secco (se avete quello fresco, riducete della metà)
un pizzico di sale
300 ml di acqua tiepida

Procedimento:
Anzitutto iniziate a preparare le vostre fette biscottate al farro sciogliendo lo zucchero in un po’ di acqua che avrete tolto dal totale indicato negli ingredienti.
Nella ciotola della planetaria (o una normale) montate quindi il gancio per l’impasto, e poi mettete le farine setacciate, ed il lievito secco, e date una mescolata. Se usate il lievito fresco, non inseritelo ora, ma scioglietelo nell’acqua tiepida rimanente.
In ogni caso leggete bene le istruzioni di uso consigliate sulla bustina del vostro lievito di birra secco, poichè ve ne sono alcuni che consigliano di trattarlo come se fosse lievito fresco, e quindi occorrerà sciogliere anche quello nell’acqua.

Mescolate tra loro gli ingredienti sechci e poi unite lo zucchero sciolto con la sua acqua, il sale e l’olio e mescolate.

A quetso punto, iniziate ad inserire l’acqua a filo (eventualmente con sciolto dentro il lievito) finoa che non si sarà assorbita tutta. Continuate a mescolare fino a che l’impasto no nsi sarà ben incordato. Con la planetaria ci vorranno all’incirca una decina di minuti o qualcosa di più. A mano… dipende dall’olio di gomito!

Una volta che l’impasto sarà pronto, ungete con poco olio una ciotola capiente, mettete l’impasto a riposare e lievitare in un luogo riparato (di solito il forno spento con o senza lucina funziona bene) coperto dalla pellicola e da un canovaccio per due ore.

A questo punto, riprendete l’impasto delle vostre fette biscottate al farro, e con le mani un poco unte di olio formate un filoncino con l’impasto, della stessa misura di uno stampo da plum cake (il mio è lungo 22 cm e queste quantità erano perfette). Coprite ancora col canovaccio e fate lievitare sempre in un luogo riparato per altri novanta minuti.

Trascorso anche quetos periodo, spennellate leggermente la superficie con dell’olio, e se volete potete spargerla con dei semi (se vi piacciono il sesamo, i semi di papavero, ma anche senza nulla va benissimo) e cuocete in forno già caldo a 180 gradi per quaranta minuti.

Estraete la vostra forma di plum cake una voltra trascorsi i 40 minuti di cottura e fate raffreddare le fette biscottate al farro nello stampo. Solo quando sarà quasi freddo, tagliate il panetto in tante fette 8delo spessore di circa 1 cm. Mettete le fette sulla placca del forno coperta di carta forno e rimettetele in forno a 180 gradi per 20 minuti circa.

Le fette biscottate al farro possono durare anche una settimana se le riponete in una scatola di latta.

No knead bread semi integrale

No knead bread semi integrale

S’io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane cosi grande da sfamare tutta, tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane pia grande del sole, dorato, profumato come le viole. Un pane cosi verrebbero a mangiarlo dall’India e dal Chilì i poveri, i bambini, i vecchietti e gli uccellini. Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame! Il più bel giorno di tutta la storia!
(Gianni Rodari)

In questi lunghi giorni di clausura, tanti di noi si sono reinventati panettieri e pizzaioli. La farina è sparita, il lievito si è volatilizzato. Il tempo in casa sembra trascorrere con il sottofondo di un forno accesso, di un confortante profumo di pane. Forse da’ un senso di consolazione. Il pane è una cosa semplice, ma non è una cosa facile. Oggi vi lascio quindi il frutto delle mie esperienze nel realizzare il famoso no knead bread, ovverosia il pane senza lavorazione. La mia versione è di un no knead bread semi integrale, ed è un’ottima soluzione per utilizzare eventuali pacchetti iniziati di farine. Ne uscirà un filone o una pagnottina da circa mezzo chilo.
Jim Lahey usa una pentola per il forno. Io purtroppo non ce l’ho, quindi nella mia versione vi racconto come cuocerlo sulla leccarda del forno.

Ingredienti:
200 gr farina 0 manitoba
130 gr farina 00
70 gr farina integrale
340 gr acqua a temperatura ambiente
6 gr lievito fresco di birra (se avete il lievito secco, usatene la metà)
un cucchiaino colmo di sale
mezzo cucchiaino di zucchero

Procedimento:
Mettete le farine (ed eventualmente il lievito secco, se usate questo), lo zucchero e il sale in una ciotola e mescolate bene.
Se usate il lievito fresco, scioglietelo nell’acqua a temperatura ambiente.
Prendete una ciotola abbastanza capiente, versatevi l’acqua, e poi a poco a poco fate assorbire la farina. Mettete tre/quattro cucchiai per volta, così riuscirete a gestire bene l’assorbimento della farina.

Alla fine, l’impasto sarà estramemente morbido ed idratato, e anche un po’ granuloso. Non è un problema in questo momento.

Coprite la ciotola con la pellicola alimentare, e fate riposare 15 minuti.

Riprendete poi l’impasto, e con l’aiuto di una marisa e di una spatola, e date un giro all’impasto all’interno della ciotola. Rimettete a riposare altre 15 minuti, e poi nuovamente ripetete la stessa operazione.

Coprite nuovamente con la pellicola, e mettete la ciotola in frigo per far lievitare l’impasto.

Lasciatelo almeno sei ore. Io l’ho lasciato a lievitare tutta notte, quasi 12 ore.

Successivamente trascorso questo periodo, predente il vostro impasto del no knead bread, mettete un po’ di farina sul piano di lavoro, e fate le pieghe dell’impasto. Ossia, stendere l’impasto a rettangolo e , prendendolo dal lato lungo, piegatelo su se stesso fino a metà e poi ripiegate l’altro lato chiudendo con i polpastrelli.

Continuate ristendendo ancora l’impasto, e fare nuovamente le pieghe. Date poi una forma rotondeggiante alla pagnotta di impasto.

Prendete poi una ciotola, ponetevi all’interno un panno pulito, spolverate il fondo con della farina e adagiatevi sopra l’impasto del no knead bread, e poi richiudetevi sopra il panno di cotone.
Lascate lievitare per almeno 90 minuti.

Scaldate poi il forno a 230 gradi (ventilato). Una volta raggiunta la temperatura, mettete della carta forno sulla base della leccarda del forno, e ponetevi sopra la pagnotta lievitata, cercando di non maneggiarla troppo per non distruggere le bolle di aria che si saranno formate all’interno.

Mettete la leccarda nel forno per 25 minuti, mettendo all’interno del forno anche un piccolo recipiente con dell’acqua. Questo permetterà di creare del vapore del forno, utile per creare la crosticina croccante.
Fate cuocere il vostro no knead bread per 25 minuti, poi abbassate a 220 gradi il forno, e cuocetelo per altri 15 minuti.

Estraete il pane dal forno e fate lo raffreddare prima di tagliarlo.

Brioches vegan semi integrali

Brioches vegan semi integrali

Ci sono diverse tecniche zen per ritrovare la calma, tutte quante hanno in comune il tempo, e la lentezza con cui si devono svolgere. Il vasetto di miele, il chicco di riso, masticare lentamente…. a cui ne aggiungo un’altra. Prendersi cura di un lievitato.
Il lievitato non corre, ma cresce. Lentamente, si prende il suo tempo. Puoi fare quel che vuoi, puoi anche osservarlo per ore e ti sembrerà di non aver percepito il cambiamento. Ma quella mezz’ora che ti sarai distratto, ecco là farà il miracolo!
Io mi perdo dietro ai lievitati, e ogni volta che il miracolo si ripete mi sento come i bambini davanti a fuochi artificiali. Chimicamente so come succede il tutto, ma per quanto possa aver studiato, o mi possa anche solo spiegare i fenomeni fisici alla base, resta il fatto che l’anidride che resta imprigionata dal lavoro dei lieviti col calore… mi sorprende!
Per queste brioches vegan semi integrali ho però penato un pochino, perchè veramente la lievitazione è stata lentissima e mi ha quasi ingannata. L’impasto è cresciuto relativamente poco nel corso delle prime tre ore di lievitazione, e credevo veramente che il freddo che avevo in casa avesse rovinato tutto. Invece, come per miracolo, alla seconda lievitazione le brioches sono diventate belle turgide e in cottura il miracolo si è completato!

Le ho riempite con della marmellata di fragole proprio perchè volevo tenere il tema vegano, però se non avete esigenze particolari, vi assicuro che un paio di quadretti di cioccolato gianduia al loro interno sono spettacolari! Il tutto, unito alla facilità dell’impasto (e se avete una impastatrice ancora di più) da’ come risultato delle brioches leggere, fragranti e perfette.

Ingredienti (per 6 brioches di media grandezza):
150 gr di farina integrale
100 gr di farina 00
75 gr di zucchero (di canna)
3 gr di lievito fresco
15 gr di margarina (o burro vegano, io ho usato questo)
50 gr di olio vegetale
una bustina id vanillina vegan (o poco più di mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia)
un pizzico di sale
120 gr di latte di mandorla
marmellata a piacere

Procedimento:
Nella ciotola della impastatrice mettete le due farine (e la vanillina) e lo zucchero, e mescolate (mettete il gancio per impastare). Se non avete la impastatrice, fate questo procedimento a mano (è facile comunque, magari un po’ più faticoso…).

Sciogliete il lievito nel latte, che non deve essere freddo di frigo, al massimo a temperatura ambiente.

Azionate poi la impastatrice e iniziate a versare a poco a poco il latte con il lievito sciolto, facendolo assorbire agli ingredienti secchi. Quando i lcomposto sarà diventato omogeneo, mettete un pizzico di sale, l’olio, e se avete scelto di mettere l’estratto di valiglia al posto della vanillina, meglio metterlo adesso (avendo una base liquida. Se avete scelto la vanillina, va coi secchi). Continuate a impastare per circa cinque minuti, e per ultimo unite la margarina (tiratela fuori dal frigo qualche minuto prima di iniziare a impastare) e impastate ancora per almeno altri dieci minuti.

Si formerà un impasto molto idratato e molto morbido, anche un po’ appiccicaticcio, ma è normale!

Mettete l’impasto in una boule che avrete unto con dell’olio, copritela con della pellicola per alimenti e un canovaccio e lasciatela lievitare (meglio nel forno che sta riparata) per almeno tre ore.

Prendete poi l’impasto, spolverate il piano di lavoro di farina e poi stendetelo con l’aiuto del mattarello in uno sfoglia abbastanza sottile formando un rettangolo lungo. Tagliatelo poi in triangoli (io mi sono aiutata con la rotella per tagliare la pizza). Anche se i triangoli sono irregolari va bene lo stesso!

Prendete la base di ogni triangolo e incidetela leggermente (un paio di cm)e iniziate ad arrotolare ciascuna brioche vegan semi integrale a partire dalle due estremità alla base. Mettete poi un po’ di marmellata al centro (un cucchiaino direi, così non esplode fuori), e continuate ad arrotolare. Tirate leggermente la punta prima di chiuderla sotto la brioche, così si sigillerà meglio e la forma sarà più carina!

Mettete tutte le brioches che avrete realizzato sulla placca del forno coperta dalla carta forno, poi copritele ancora con la pellicola alimentare e rimettetele a lievitare in forno altre due ore.

Al termine, accendete il forno (senza le brioches!) per portarlo a una temperatura di 180 gradi (statico), e quando sarà caldo togliete la pellicola alimentare dalle brioches, e mettete le brioches vegan semi integrali a cuocere in forno per 15/18 minuti.

Quando saranno cotte, fatele intiepidire prima di gustarle!

Banana bread vegano

Banana bread vegano

Il banana bread è un dolce classico della tradizione statunitense, e ne esistono diverse versioni, tutte ugualmente buone. Ormai un po’ di tempo fa vi avevo proposto una versione di banana bread che arrivava dritta dal Canada, e mi era stata passata da una collega che aveva studiato là per qualche tempo, e che gustava questo dolce fatto dalle mani della sua landlady.

Oggi vi voglio invece lasciare un banana bread vegano, detto anche dello svuota dispensa, nel senso che quando l’ho preparato ci ho messo dentro un po’ di rimasugli di ingredienti di altri dolci.

A sorpresa, ma nemmeno troppa a dire il vero, il rislutato è stato una bomba. Merito forse anche delle banane che ho usato nell’impasto, che erano mature e dolci al punto giusto, La croccantezza delle nocciole (o, meglio, del fondo di un pacchettino di nocciole) ha fatto il resto.

Gli ingredienti sembrano tanti ma solo perchè, appunto, ho cercato di usare quanti più fondi di ingredienti possibili.

Nessuno muore se non avete le nocciole e ci mettete le noci o le mandorle, e se non avete le gocce di cioccolato viene bene uguale (al più potete metterci dentro qualche pezzetto di cioccolato tritato al coltello, se magari avete ancora residuo bellico della Pasqua dello scorso anno meglio ancora – basta che non sia scaduto!).

Ingredienti:
200 gr fiocchi di avena
100 gr farina 00
120 gr circa di yogurt alla vaniglia (di soia nella versione vegana)
50 gr di latte (di mandorle nella versione vegana)
70 gr olio vegetale
70 gr zucchero (io ho fatto un mix di canna e barbabietola)
10 gr lievito per dolci
una manciata di gocce di cioccolato (opzionale)
60 gr di nocciole tostate (a occhio, me ne erano restate poco più della metà di un pacchetto da 100 gr, in ogni caso a vostro piacimento)
2 banane molto mature
1 banana per guarnire (opzionale)

Procedimento:
Iniziate a preparare il banana bread vegano riducendo in farina i fiocchi di avena, e metteteli da parte.
Riprendete poi il mixer e tagliate in maniera abbastanza grossolana le nocciole. Anche queste mettetele da parte.

Infine, prendete le banane, tagliatele a tocchetti e mettetele nel mixer per ridurle a purea. Poi frullate insieme anche l’olio, lo yogurt, il latte e fate andare brevemente il tutto, in modo da amalgamare il composto bene.

Prendete una terrina capiente e miscelate gli ingredienti secchi (avena, farina, zucchero e lievito setacciato) e mescolate molto bene. Iniziate poi a unire anche gli ingredienti liquidi mescolando molto bene per evitare grumi.

Infine, mettete le gocce di cioccolato (se le avete, altrimenti va bene anche così) e le nocciole tritate, tenendone da parte un paio di cucchiai scarsi per la decorazione.

Finite di amalgamare anche questi ingredienti nel vostro banana bread vegano, e poi prendete uno stampo da plum cake (io uso quello da 25 cm di lunghezza), e foderatelo di carta forno.

Versate l’impasto del banana bread vegano che avete appena preparato nello stampo.

Se volete, potete prendere una banana, tagliarla a metà e adagiarla sulla superficie come decorazione. Altrimenti lasciatelo così, e disponete i due cucchiai di nocciole tritate che avevate messo da parte sulla superficie (se avete messo anche la banana, spandete le nocciole su tutta la superficie, anche sulle banane).

Infornate per circa 45 minuti in forno già caldo a 180 gradi.
Fate sempre la prova con lo stecchino! (a 40 minuti il mio era già pronto, dipende da forno a forno, qualcuno ci mette un pochino di più).

Lasciate raffreddare bene prima di togliere il vostro banana bread vegano dalla teglia per servirlo.

Torta marmorizzata vegan senza glutine

Torta marmorizzata vegan senza glutine

La marble cake, ovvero la torta marmorizzata, è una preparazione super classica, il dolce da credenza per eccellenza! L’ho preparata tante volte, e ho ogni volta tentato nuovi esperimenti con i disegni del cioccolato sulla vaniglia (con scarsi risultati, visto che la mia vena artistica è inesistente, così come il mio estro…).
Eppure, per quanto facile sia, la trasformazione della torta marmorizzata classica in una versione vegan e gluten free è stata una sottospecie di inferno in terra.

Quella che vedete nella foto è la terza prova, dove per essere precisi la prima è venuta una suola di scarpe, e la seconda una massa molliccia. Il problema, se così si può chiamare, della trasformazione dei dolci da glutinati a senza glutine sta anche nel bilanciamento tra le farine – che assorbono molta più acqua ed umidità di quelle col glutine – e i fluidi presenti nella ricetta. Così può succedere che il dolce si trasformi in un corpo contundente, oppure vicevers ain un ammasso colloso immangiabile.

Pur non essendo stato semplice il processo per arrivare a qui, questa torta marmorizzata vegan senza glutine è alla fine facile da realizzare. A differenza di altre preparazioni vegan, che richiedono ingredienti esotici e spesso di nicchia (con costi elevatissimi), ho scelto prodotti che ho trovato nel mio supermercato (quello che non ha il cremor tartaro, per inciso!). In più, per renderla accessibile proprio a tutti, ho usato una miscela di farine senza glutine che si può trovare pressochè ovunque.
Non ci credete? Allora preparaimo insieme questa facilissima torta marmorizzata vegan senza glutine.

Ingredienti:
215 gr mix di farina senza glutine (potete usare l’universale o quello specifico per dolci – l’universale verrà solo un po’ più compatto)
160 gr di burro di soia
115 gr zucchero semolato
120 gr latte di mandorle
1 cucchiaino colmo di estratto di vaniglia in bacca (io ho usato quello della Paneangeli)
1 cucchiaio di cacao amaro
10 gr lievito per dolci (ne trovo diversi che sono vegan e senza glutine)
2 gr di bicarbonato di sodio
un pizzico di sale

Procedimento:
Per prima cosa foderate una teglia da 20 cm di diametro con della carta forno. Questo passaggio è obbligatorio se usate teglie sia per fare dolci con glutine che dolci senza glutinem, così si evita qualsiasi contaminazione accidentale.
Scaldate poi il forno a una temperatura di 175 gradi.

In una ciotola setacciate la farina senza glutine, il lievito, il bicarbonato e il sale, e mettete da parte.
Nella planetaria con la frusta a foglia, o altrimenti con lo sbattitore elettrico a velocità medio bassa, iniziate ad ammorbidire il burro di soia (che poi è quesi una margarina) fino a che non diventa cremoso. Aggiungete poi lo zucchero, e continuare a mescolare fino a che non si sarà completamente incorporato, poi unite anche l’estratto di vaniglia in pasta. Se usate la vanillina, oltre a controllare che sia vegan e gluten free – non tutte lo sono! – invece che in questa fase, setacciatela con i secchi).

Unite poi all’impasto di burro vegano e zucchero i secchi, in tre fasi, alternando farina e latte di mandorla, in modo che il tutto si amalgami alla perfezione, senz al aformazione di grumi.

Prendete poi circa due terzi di impasto e versatelo nella teglia (io preferisco quella col fondo apribile, ma dipende dalle vostre possibilità), e livellate la superficie con il dorso inumidito di un cucchiaio.

Setacciate nel restante terzo dell’impasto il cacao, mescolate bene in modo che tutto si amalgami senza grumi. Poi, con l’aiuto di un cucchiaio, mettete sulla superficie dell’impasto alla vaniglia delle cucchiaiate di impasto al cacao, (ne dovrebbero venire cinque o sei, ma dipende dalle posate che utilizzate).
Con il manico del cucchiaio ho disegnato dei piccoli vortici all’interno dell’impasto al cacao, in modo da amalgamare, ma senza mischiare, i due impasti.

Mettete la torta in forno già caldo per circa 40 minuti.

Una volta raffreddata potete togliere la torta marmorizzata vegan senza glutine dalla teglia e, a vostro gusto, spolverarla con un po’ di zucchero a velo.

Mini plum cake all’avena e noci

Mini plum cake all’avena e noci

Veganuary è una iniziativa nata dalla omonima organizzazione, che invita le persone a lasciare i propri pregiudizi, ed a provare per un mese ad abbracciare il veganismo – magari si può scoprire che la scelta non sarà per un mese, ma per la vita intera, chissà.
Dal 2014 sempre più persone e aziende hanno dato una chance al veganismo. Non parliamo soltanto di alimentarsi in un certo modo, ma anche di cosmetici e altri prodotti ispirati alla filosofia vegan. Nel 2019 alcune grosse corporation, come Sky o PWC, hanno partecipato a una sorta di corporate challenge.
Anch’io cerco, ogni anno, di aggiungere frecce al mio arco, e provo e testo ricette di ispirazione vegana, che però vanno bene tutto l’anno, non solo a gennaio!

Oggi è la volta dei mini plumcake all’avena e noci, totalmente vegani, che possono però diventare anche dei muffin (la ricetta viene da lì!) o anche un plum cake normale.

Ingredienti:
50 gr di noci tritate grossolanamente
110 gr di farina integrale
60 gr di fiocchi di avena + qualcuno per decorare
60 gr di zucchero di canna
mezza bustina di lievito per dolci
30 gr di olio di riso (o vegetale)
120 gr di latte di riso (o di mandorle)
due manciate abbondanti di gocce di cioccolato fondente vegan (o 50 gr di cioccolato fondente vegano tagliato a pezzettini al coltello) + una manciata per decorare

Procedimento:

In un mixer mettere l’avena e lo zucchero. Frullate alla massima velocità per circa un minuto, in modo che l’avena si sminuzzi insieme allo zucchero.

In un’altra ciotola setacciate la farina con il lievito, poi aggiungete l’avena con lo zucchero e mescolate per bene.

Unite poi l’olio e il latte, e mescolate molto bene per evitare che si formino i grumi.

Infine, unite anche le noci tritate al coltello, e le gocce di cioccolato (o i pezzettini di cioccolato, davvero non fa differenza). Utilizzate una marisa o una spatola per incorporare le noci e il cioccolato, in modo da non romperli.

Riempite gli stampini per mini plumcake (io uso questi, sono ottimi e non bisogna nemmeno imburrarli e infarinarli), o per muffin, avendo cura di di lasciare circa un dito dal bordo. Cospargete la superficie dei mini plum cake all’avena e noci con un po’ di fiocchi di avena e del cioccolato in gocce o tritato.

Mettete i mini plum cake all’avena e noci in forno già caldo a 180 gradi per circa 25 minuti. Fate sempre la prova stecchino prima di estrarli, perchè ogni forno è diverso.

Estraete i mini plum cake all’avena e noci solo quando si saranno ben raffreddati.

Se vi piace l’avena, provate i miei biscotti all’avena e frutta secca.

Focaccia senza impasto al rosmarino

Focaccia senza impasto al rosmarino

Che Myownsweet fosse un progetto di dolci vari lo si era capito, un po’ dal nome e un po’ dal fatto che il 98% degli esperimenti culinari di cui vi parlo sono dolci. Di vario tipo, da quelli più ricchi a quelli specifici per intolleranze alimentari, fino ad arrivare ai dolci vegani.
Nulla di elaborato – non mi piace il cake design, lo trovo stucchevole e “troppo”. E poi non sono capace.
Io sono per le cose semplici, genuine, quelle che mi hanno mosso ad imparare le basi della pasticceria e a proseguire su questa strada.

Ma i dolci non sono tutto; forse stupirà qualcuno il fatto che io sono e resto una patita del salato. A un dolce posso resistere. A un salato no.

Per questo oggi vi propongo una ricetta che ho realizzato rubandola alla mia amica Sara, che a sua volta aveva saccheggiato, attraverso un’altra foodblogger, Sigrid, una ricetta di nientepopodimeno ché la Locanda Locatelli, il famoso ristorante stellato di Londra dello chef Locatelli, adesso noto anche in Italia per essere uno degli ultimi giudici di MasterChef. Insomma, siamo una vera community di gusto!

La ricetta della focaccia senza impasto al rosmarino è così semplice che è impossibile non provarla almeno una volta. E dico “almeno” perché replicherete senz’altro. Ma più e più volte! L’impasto lievita da sé, mentre voi farete altro. Nel giro di pochissime ore è pronta per essere gustata, vi farà fare una bellissima figura e diventerà prestissimo uno dei vostri cavalli di battaglia.

Se non ci credete, provatela almeno una volta… attenzione, che crea dipendenza!!

Ingredienti:
15 g di lievito di birra fresco
300 g di acqua a 20°C
250 g di farina 00
250 g di farina manitoba
10 g di sale
olio extravergine di oliva
1 mazzetto di rosmarino

per la salamoia:
65 g di acqua a 20°C
65 g di olio extravergine di oliva
15 g di sale

Preparazione:
Iniziate preparando la salamoia, che lascerete riposare mentre preparate l’impasto: in una ciotola emulsionate tra loro tutti gli ingredienti della salamoia (io ho usato una piccola frusta a mano, se non l’avete va bene anche la forchetta).
Lasciate da parte.

Per fare l’impasto, iniziate sciogliendo il lievito di birra nell’acqua e fatelo riposare dieci minuti. Nel frattempo, pesate le farine e setacciatele insieme in una ciotola capiente insieme al sale.
Trascorsi i dieci minuti, unite il lievito sciolto nell’acqua e mescolate con un cucchiaio (non toccate l’impasto con le mani!). Una volta impastato il tutto, ungetelo in superficie con dell’olio di oliva, coprite con un canovaccio pulito e fate riposare l’impasto 10 minuti.

Passati questi dieci minuti, ungete una teglia con olio EVO e ribaltate all’interno della teglia l’impasto. Avendo io sbagliato misura della teglia (beneficiate della mia esperienza!) vi devo dire che la misura corretta della teglia per questa quantità di impasto è circa 37×25. Altrimenti viene troppo bassa e non morbida come dovrebbe (è buona comunque, fidatevi!).

Ungete ancora la superficie dell’impasto senza stenderlo, coprite con un canovaccio e fate riposare altri dieci minuti.

Trascorso questo periodo, potete iniziare a stendere l’impasto, dal centro verso l’esterno, usando le mani (non il mattarello!), senza premere troppo. Fate riposare per altri 20 minuti, sempre coperta da un canovaccio (così la superficie non seccherà).

Infine, togliete il canovaccio, con i polpastrelli fate dei buchini sulla superficie dell’impasto della vostra focaccia senza impasto al rosmarino, date una mescolata finale alla vostra salamoia e stendetela sulla focaccia con un pennello o un cucchiaio, riempiendo bene tutti i buchetti.
So che vi sembrerà tanta, sembrava anche a me, ma va messa per assicurarvi una bella sofficità.

Alla fine, distribuite anche del rosmarino sulla superficie (se non vi piace, omettetelo), coprite ancora con un canovaccio e fate riposare per gli ultimi 20 minuti.

Nel frattempo, potete iniziare a scaldare il vostro forno a 220 gradi, e quando saranno trascorsi i 20 minuti di riposo, infornate a forno caldo la vostra focaccia senza impasto al rosmarino e cuocetela per 25 minuti circa.
La superficie deve essere leggermente dorata.

Trascorso il periodo di cottura sfornate, lasciate intiepidire la focaccia e poi porzionatela secondo le vostre necessità e servitela.
E poi fatemi sapere qui nei commenti come vi è venuta, io quasi quasi stasera me ne preparo ancora un po’!!

Frollini di mais e mandorle

Frollini di mais e mandorle

Non tutte le ciambelle riescono col buco, e non tutti i frollini di mais e mandorle riescono al primo colpo! Questa potrebbe essere la versione moderna del vecchio proverbio, perchè questi semplicissimi frollini sono stati una vera maledizione per me!

Cercavo disperatamente di finire un sacchetto di farina di mais fioretto che avevo in cucina già aperto, e volevo creare qualcosa di originale che fosse senza glutine e anche vegan. E semplice. E buono. Troppo forse?
Ero partita con l’idea di una base per crostata, e sono finita a fare dei frollini che, a dispetto della fatica con cui li ho realizzati (perchè non c’era verso che stessero insieme!) sono poi volati via in un baleno.

Hanno un gusto particolare, forse dato dal fatto che ho usato lo zucchero di cocco. Però le mie nipoti hanno dato un giudizio positivo, quindi non potevo non proporveli – adesso aspetto voi e i vostri commenti!

Ingredienti:
60 gr di maizena senza glutine (certificata)
120 gr di farina di mais fioretto (potete provare questa, o altra di vostra scelta)
80 gr farina di riso integrale
90 gr mandorle senza pelle
100 gr di zucchero di canna (potete usare anche quello semolato se preferite)
1 cucchiaino di pasta di vaniglia (o una bustina di vanillina=
una punta di cucchiaino di bicarbonato
80 gr olio vegetale
80 gr di acqua (temperatura ambiente)

Procedimento:
Anzitutto iniziate a preparare i frollini di mais e mandorle tostando le mandorle in un padellino antiaderente per qualche minuto. Devono colorirsi solo molto leggermente. Fatele raffreddare e poi frullatele in un mixer con lo zucchero di canna, in modo che questo aiuti a meglio sbriciolarle.

In un altro contenitore emulsionate molto bene i liquidi, cioè l’olio e l’acqua.

Prendete poi un’altra ciotola e mettete tutti gli ingredienti insieme: maizena, farina di riso e di mais, mandorle frullate con lo zucchero, vanillina o la pasta di vaniglia, il bicarbonato. Mescolate bene i secchi e poi introducete a poco a poco i liquidi (olio e acqua) mescolando continuamente in modo da formare un impasto omogeneo e liscio.

Mettete il vostro impasto in frigo, coperto dalla pellicola, a riposare per circa 30 minuti.

Trascorso questo periodo, stendete l’impasto tra due fogli di carta forno, a un’altezza di mezzo centimetro. Con l’aiuto del tagliabiscotti che preferite ricavate i vostri biscotti, che andrete a posizionare sulla placca del forno coperta anch’essa di carta forno. Spolverate la superficie dei biscotti con dello zucchero di canna o altro a scelta (non è obbligatorio, ma a me piace e da’ un po’ di croccantezza in più) e cuocete i biscotti a forno già caldo (statico) a 180 gradi per circa 15 minuti.

Ovviamente controllate bene che i vostri frollini di mais e mandorle non scuriscano troppo, altrimenti toglieteli prima (o lasciateli qualche minuto in più se li vedete ancora troppo indietro di cottura). Purtroppo ogni forno è a sé, quindi occorre regolarsi a vista!

Sfornate e lasciate raffreddare.

Madeleines al limone e mandorle

Madeleines al limone e mandorle

Sul blog avete sicuramente visto tante versioni di madeleines, ma mancava ancora una versione di madeleines al limone e mandorle che fosse senza glutine e vegana. Con il mio nuovo stampo per madeleines che adoro, e che avevo già usato per le Madeleines all’arancia e zenzero, ho provato a immaginare un’altra versione, delattosata e deglutinata, ma con tanto gusto.
Del resto tantissime sono le versioni di madeleines, così come tante sono le storie e leggende intorno alla loro creazione. Vi ho già raccontato della tradizione che le vuole dedicate a Maria Maddalena; ma sappiate che i cugini d’Oltralpe sono anche un po’ più pratici, e pare che la prima madeleine risalga al 1755 a Commercy, per opera di una giovane pasticcera di nome, ovviamente, Madeleine. Si dice che il duca di Lorena avesse organizzato un ricevimento, alla vigilia del quale si trovò senza dolce a causa di un litigio tra il suo intendente e il cuoco di palazzo. Fu la giovanissima Madeleine Paulmier ad intervenire, realizzando dei dolcetti sulla base di una ricetta della nonna, che piacquero proprio a tutti. Non si spiega ancora però la loro forma così particolare, ma diciamo che trovo questa storia più plausibile di quella che li attribuisce alla Maddalena del Vangelo….

Sicuramente nella versione tradizionale ci sarà stato un quintale di burro. Oggi siamo tutti un po’ più attenti ai grassi animali che usiamo in cucina, e con l’aumento delle intolleranze è buona cosa avere alternative golose ma “senza”. Quella di oggi è proprio senza-senza, ma l’aroma del limone è perfetto per rinfrescare il gusto delle mandorle tostate. Provate anche queste, e poi mi direte!

Ingredienti:
80 gr mandorle pelate
60 gr di zucchero (io ho usato quello di barbabietola, ma potete usare anche quello di canna, o al più semolato)
150 gr di latte di mandorla (io ho usato quello della Granarolo, leggermente zuccherato, così ho diminuito la quantità di zucchero)
mezzo cucchiaino di aceto di mele
80 gr di farina di riso integrale
20 gr di fecola di patate
30 gr di amido di riso
40 gr di olio vegetale dal gusto leggero (io preferisco ‘olio di riso, ma va bene anche il mais)
7 gr di lievito consentito senza glutine
la punta di un cucchiaino di bicarbonato
una bustina di vanillina
la buccia di un limone grande grattugiata

Procedimento:
Per prima cosa, prepariamo le nostre madeleines al limone e mandorle tostando le mandorle: è sufficiente metterle sulla placca del forno coperta di carta forno, e lasciarle lì fino a che non diventano dorate (ma non devono scurire, quindi fate attenzione!). Io le lascio a 160 gradi (forno statico già caldo) per circa 7/8 minuti. Toglietele dal forno e lasciatele raffreddare.
Una volta che si sono raffreddate, riducetele in farina con l’aiuto di un mixer, in cui avrete messo anche lo zucchero. L’attrito vi aiuterà ad avere un miglior risultato.
Mettete il latte di mandorla in un bicchiere con l’aceto, e lasciate riposare per circa 5 minuti.
Versate poi in una ciotola le mandorle tritate con lo zucchero, la farina di riso, la fecola e l’amido di mais, il bicarbonato, il lievito, e la vanillina setacciati. Mescolate e poi unite le zeste grattugiate del limone.
Infine, aggiungete l’olio e il latte con l’aceto.
Mescolate bene con una frusta a mano in modo da amalgamare gli ingredienti ed evitare i grumi.
Fate riposate il composto in frigorifero per dieci minuti, mentre mandate in temperatura il forno a 180 gradi (statico).
Prendete i vostri stampi per madeleines, imburrateli e infarinateli come di consueto (oppure usate lo spray staccante se siete di fretta), date una breve mescolata all’impasto e poi inserite un paio di cucchiaini di impasto delle madeleines al limone e mandorle in ciascuna cavità (cercando di stare leggermente sotto al bordo – cresceranno un po’ in cottura).
Infornate per circa 10 minuti.
Prima di toglierle dallo stampo, lasciate che si intiepidiscano leggermente (se avete lo stampo in silicone potrete abbreviare leggermente i tempi, ma in ogni caso aspettate qualche minuto prima di estrarle).

Queste quantità, con i miei stampi, hanno dato circa 25 madeleines.

Potete servirle così, oppure con una spolverata di zucchero a velo.

Plumcake vegan a sorpresa

Plumcake vegan a sorpresa

Avete presente cos’è un evergreen?
Dalla Treccani si legge che è qualcosa che gode di grande notorietà anche dopo molto tempo dai primi successi, intramontabile. Se così è, il plumcake a sorpresa va annoverato tra i classici intramontabili, un vero evergreen. Timeless, si direbbe in milanese moderno.
Questo dolce è sicuramente affascinante, e ancor più di grande effetto – è stato uno dei primi dolci in cui mi sono cimentata, e nel tempo l’ho rifatto con interni diversi, ottenendo sempre l’effetto WOW che tanto piace a tutti. Oggi ve lo propongo in versione natalizia, con una bella stella al centro, brillante come una cometa. Ovviamente potete invertire i colori, se non vi piace molto il cacao, o magari usare il colorante verde e inserire nel plumcake un alberello di Natale. Lasciate correre la fantasia!
La particolarità di questa versione è che è vegan al 100%, quindi non ha né latticini né uova. Ma con il latte di mandorla il profumo e il gusto sono e restano speciali!
Realizzarlo non è difficile. Ci vuole un po’ di tempo a sistemare il cuore del plumcake, ma è questione di poco davvero. Se quindi volete godere di una colazione superspeciale e sorprendente, prepariamo insieme il nostro plumcake vegan a sorpresa.

Ingredienti:
400 ml latte di mandorla
150 ml olio vegetale (che non sia troppo saporito – io prendo quello di riso o di mais)
5 cucchiai di cacao amaro
400 gr farina 00
200 gr zucchero
1 arancia (succo)
1 bustina di lievito + 2 cucchiaini
(opzionale: fialetta di aroma al rum)

Procedimento:
In una ciotola capiente mettete la farina e lo zucchero, e mescolate. Aggiungete poi il succo dell’arancia, e mescolate ancora.
Successivamente unite anche l’olio, e mescolate gli ingredienti per farli assorbire.
Il composto sarà ancora molto asciutto, quasi granuloso, ma è assolutamente normale.
A questo punto, iniziate a versare il latte di mandorla a poco a poco, e mescolate con una frusta elettrica a bassa velocità (non dovete montare nulla, soltanto cercare di sciogliere tutti i grumi che si formeranno nell’impasto). Vedrete che a breve il composto sabbioso e asciutto comincerà a formare un impasto molto morbido. Aggiungete – se lo desiderate – la fialetta di aroma al rum.
Una volta che avrete terminato di versare e mescolare il latte di mandorla, vedrete che il composto sarà diventato molto liquido.
A questo punto, togliete dalla ciotola circa un terzo dell’impasto; versatevi all’interno due cucchiaini di lievito, mescolate ancora bene con la frusta elettrica per farlo assorbire, e poi versate questo impasto in una teglia di circa 22×35, foderata di carta forno. Livellate bene.
Infornate questo primo impasto nel forno già caldo a 170 gradi per circa 12/15 minuti, Dipende dal forno, ma l’impasto deve cuocere senza scurire troppo.
Lasciate intiepidire e poi tagliate l’impasto nella forma che preferite con l’aiuto di un tagliabiscotti.

Riprendete l’impasto residuo, setacciatevi all’interno il cacao, e mescolate bene con le fruste elettriche. Unite anche la bustina di lievito, e mescolate nuovamente.

A questo punto prendete uno stampo da plumcake, già unto ed infarinato. Mettete poco impasto al cacao sul fondo dello stampo. Prendete le forme intagliate di impasto chiaro, e mettetele al centro dello stampo, l’una attaccata all’altra sopra lo strato di impasto al cacao, in modo da formare una fila intera di forme di impasto chiaro già cotto, che arrivi da una parte all’altra dello stampo.

Dopodiché, versate ai lati, un po’ per volta, l’impasto al cacao rimanente. Se dovesse essere necessario, tenete fermo l’impasto centrale con le mani (è la parte più complicata del dolce!).
Finite di versare l’impasto al cacao anche sopra e poi infornate il vostro plumcake vegan a sorpresa in forno già caldo a 180 gradi per circa 40 minuti.
Deve cuocere bene all’interno, quindi fate sempre la prova stecchino. A seconda di quanto è umido l’impasto, anche questo di riflesso di quanto succo di arancia avrete disponibile, potrebbe impiegare qualche minuto in più.

Lasciate raffreddare prima di toglierlo dallo stampo. Cospargete, se lo desiderate, di zucchero a velo prima di servirlo.

Il plumcake vegan a sorpresa resterà umido e buonissimo, con quel retrogusto di mandorla delicato e particolare.